lunedì 28 aprile 2003

Recensione SECRETARY

Recensione secretary




Regia di Steven Shainberg con Maggie Gyllenhaal, James Spader, Jeremy Davies, Lesley Ann Warren, Stephen McHattie, Patrick Bauchau, Oz Perkins, Jessica Tuck, Amy Locane

Recensione a cura di Cristina3455

Il film ha caratteristiche di originalità senza pari: riesce infatti a trasporre situazioni ed argomenti “socialmente scabrosi” all’interno di una divertente commedia sentimentale, dove l’eros, più o meno stravagante, dei due protagonisti, si emancipa dai vecchi schemi per trasferirsi allegramente nella quotidianità... Nove settimane e ½ era la storia di due amanti trasgressivi... e l’intera vicenda erotica era seguita, dal regista–narratore, con assoluta serietà, con tanto di condanna moralista finale... (quando il protagonista, colpevole di “aver esagerato”, rimane da solo, abbandonato dall’amata Kim Basinger...).

In Secretary non vi è nessuna condanna per la trasgressione, che, simpaticamente, si colloca all’interno di un rapporto di coppia anomalo, dove i due protagonisti, strampalati e stravaganti, sono comunque in buona compagnia: la mamma della ragazza infatti, e lo sfortunato fidanzato, sarebbero certamente soggetti di sicuro interesse per un volenteroso terapeuta... Il film è una commedia, ed ha il pregio di riuscire a far ridere ironizzando sulla follia dei personaggi... perché la definizione di pazzia o stravaganza, è comunque solo e soltanto una convenzione sociale e culturale...

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lunedì 7 aprile 2003

Recensione LA REGOLA DEL SOSPETTO

Recensione la regola del sospetto




Regia di Roger Donaldson con Al Pacino, Colin Farrell, Bridget Moynahan, Gabriel Macht, Eugene Lipinsky

Recensione a cura di stefano76 (voto: 7,0)

Un giovane esperto di informatica, James Clayton (Colin Farrell), viene avvicinato da uno strano individuo, Walter Burke (Al Pacino) che gli rivela di essere un selezionatore e preparatore della CIA costantemente alla ricerca di nuovi talenti naturali da inserire nell’agenzia. Fattosi convincere a iniziare un corso di preparazione presso La Fattoria, una zona super segreta di addestramento per futuri agenti della CIA, Clayton riesce a guadagnarsi la fiducia di Burke e a diventare un NOS, l’agente CIA di più alto livello: la sua prima missione è proprio quella di scoprire una talpa che si è infiltrata presso la stessa agenzia.

Realizzato con una certa cura e perizia da Roger Donaldson (Specie mortale, Dante’s Peak), il film non presenta una trama particolarmente originale, ma regala senza dubbio un paio d’ore di totale relax e divertimento, grazie a una confezionatura che elimina qualsiasi tempo morto e che cerca costantemente di sorprendere lo spettatore. La sceneggiatura è infatti ricca di colpi di scena e di ribaltamenti dei punti vista, che portano lo spettatore a credere qualcosa che poi si rivela essere sbagliato. Ottima, come sempre, l’interpretazione di Al Pacino che dà al personaggio la giusta dose di ambiguità e antipatia. Altrettanto interessante la prova di Colin Farrell, che possiede carisma sufficiente per dare convinzione all’agente della CIA che interpreta: forse un futuro nuovo divo, magari un nuovo Brad Pitt (in questo film ha una vaga somiglianza con il detective Mills di Seven, interpretato dallo stesso Pitt), che ha già lavorato con Spielberg in Minority Report e si prepara a invadere gli schermi con almeno altri tre film imminenti, Phone Booth di Joel Schumacher, S.W.A.T. e Daredevil.

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Recensione SIGNS

Recensione signs




Regia di M. Night Shyamalan con Mel Gibson, Joaquin Phoenix, Cherry Jones, Rory Culkin, Abigail Breslin, Patricia Kalember

Recensione a cura di Gabriele Nasisi

Sono strani i film di M. Night Shyamalan, e Signs non fa eccezione. Possono piacere a molti (Il sesto senso), possono piacere a pochi (Unbreakable) o possono dividere la critica. Già, perché Signs ha diviso la critica: capolavoro o bassa operazione commerciale? Dipende dai punti di vista, e Signs, di punti di vista, ne ha molti. Ma alla fine basta una sola parola per descriverlo: "arte". Punto. E questa recensione potrebbe finire qui, lasciando di sorpresa il lettore che naturalmente si chiede il motivo di un tale giudizio.

Perché l'arte è per pochi, e Signs è per pochissimi. Signs non è per chi si aspetta un film di fantascienza (come scritto sulla scheda tecnica), Signs non è per chi si aspetta un film thriller, Signs non è un film drammatico né una commedia, Signs non vuole spiegare i crop circles o dare maggiori informazioni sugli alieni. Il titolo stesso non implica i cerchi sul grano o gli alieni, ma i "segni", molto genericamente.

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martedì 1 aprile 2003

Recensione THE RING

Recensione the ring




Regia di Gore Verbinski con Naomi Watts, Martin Henderson, Brian Cox, David Dorfman, Daveigh Chase, Lindsay Frost, Amber Tamblyn, Rachael Bella, Shannon Cochran, Sandra Thigpen, Richard Lineback, Sasha Barrese, Tess Hall, Adam Brody, Jane Alexander

Recensione a cura di stefano76 (voto: 6,0)

Girato dal discutibile Gore Verbinsky, già autore di Un topolino sotto sfratto e The Mexican (colossale flop di un paio di anni fa), The Ring è la controparte occidentale di un film giapponese, Ringu, che fa parte di una trilogia che nel Sol Levante ha avuto un successo senza precedenti circa quindici anni fa. La cosa si è immancabilmente ripetuta con questo remake, lodato dal pubblico, e anche da certa critica, come un film bellissimo, addirittura un capolavoro.

Il film inizia presentandoci una situazione classica già vista in altri film di genere horror, una coppia di ragazze adolescenti che sono a casa da sole davanti alla televisione e che si raccontano una leggenda riguardo a una videocassetta che, se guardata, porta alla morte nel giro di sette giorni. Una delle due ragazze, ovviamente, dichiara che questa cassetta esiste e che lei, naturalmente, l’ha vista proprio sette giorni prima insieme ad altri amici. La ragazza in questione e i suoi amici faranno una fine molto precoce e starà alla giornalista Rachel Keller (Naomi Watts) trovare il bandolo della matassa in quanto spinta dalla madre della ragazza a indagare sulla misteriosa morte davanti alla TV di sua figlia. Successivamente la giornalista avrà un motivo in più per darsi da fare: durante le sue indagini si imbatterà lei stessa nella videocassetta, che verrà guardata per errore anche dal figlio, e insieme all’ex marito (Brian Cox) avrà i fatidici sette giorni per scoprire il mistero e salvare lei stessa e il suo bambino.

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