venerdì 29 luglio 2011

Recensione L'ALBERO

Recensione l'albero




Regia di Julie Bertucelli con Charlotte Gainsbourg, Marton Csokas, Morgana Davies

Recensione a cura di foxycleo

"Natura: tu mostri non aver posto mente che la vita di quest'universo è un perpetuo circuito di produzione e distruzione, collegate ambedue tra se di maniera, che ciascheduna serve continuamente all'altra, ed alla conservazione del mondo; il quale sempre che cessasse o l'una o l'altra di loro, verrebbe parimenti in dissoluzione. Per tanto risulterebbe in suo danno se fosse in lui cosa alcuna libera da patimento"
Giacomo Leopardi - Dialogo della Natura e di un Islandese, Operette Morali.

La regista francese Julie Bertuccelli, figlia e vedova d'arte, dopo anni di gavetta come aiuto regista di nomi importanti quali Kieslowski, Tavernier, Iosseliani e altri ancora, lavora con successo come documentarista.
Nel 2003 debutta alla regia cinematografica con il suo primo lungometraggio: "Da quando Otar è partito", vincitore a Cannes della Semaine de la Critique, in cui affronta il tema del lutto. Con questo film vince anche il César come miglior opera prima. Ritorna al cinema nel 2010 con "L'Albero", nelle sale italiane dal luglio 2011, un film drammatico ambientato in Australia, che affronta ancora una volta la tematica del lutto famigliare e quindi della perdita e dell'abbandono. Il film è tratto dal romanzo "Padre nostro che sei nell'albero" di Judy Pascoe.

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mercoledì 27 luglio 2011

Recensione HARRY POTTER E I DONI DELLA MORTE - PARTE 2

Recensione harry potter e i doni della morte - parte 2




Regia di David Yates con Daniel Radcliffe, Emma Watson, Rupert Grint, Helena Bonham Carter, Gary Oldman, Alan Rickman, Ralph Fiennes, Tom Felton, Bonnie Wright, Bill Nighy, Jamie Campbell Bower, Michael Gambon, Jason Isaacs, Maggie Smith, John Hurt, Ciarán Hinds, Emma Thompson

Recensione a cura di Luke07 (voto: 7,5)

"Nella mia fine è il mio principio".
T.S.Eliot

Dopo essere stati costretti a vivere come raminghi ai margini del mondo magico, Harry, Ron ed Hermione preparano il loro ritorno ad Hogwarts. Restano da trovare gli ultimi Horcrux, i restanti frammenti dell'anima di Voldemort. La vita e la morte di molti dipende dal risultato di questa ricerca e gli indizi per trovare i restanti pezzi del mosaico portano alla scuola di magia dove tutto ebbe inizio e dove tutto avrà il suo epilogo.

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martedì 26 luglio 2011

Recensione BURLESQUE

Recensione burlesque




Regia di Steve Antin con Christina Aguilera, Cher, Cam Gigandet, Stanley Tucci, Kristen Bell

Recensione a cura di peucezia

Ali (Christina Aguilera per la prima volta sullo schermo come attrice) è una tipica ragazza di provincia, povera e con un American dream: raggiungere il successo grazie al suo talento, una portentosa black voice. Come da copione lascerà il paesello per la grande e vorticosa metropoli e troverà nell'ordine: una mentore (una Cher ormai faustiana, vista la sua tendenza a ringiovanire), lavoro, fama, amici, rivalità e forse l'amore.

Come per le regole della matematica, se si cambia l'ordine degli addendi la somma rimane la medesima. Anche in questo film la trama è un optional, poiché sin da quando Hollywood ha cominciato con l'avvento del sonoro a produrre film musicali, di giovani ragazze in cerca di fortuna ce ne sono state a bizzeffe.

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lunedì 25 luglio 2011

Recensione LANTERNE ROSSE

Recensione lanterne rosse




Regia di Zhang Yimou con He Caifei, Ma Jingwu, Gong Li

Recensione a cura di luisa75

Le condizioni di vita delle donne cinesi hanno cominciato a deteriorarsi con l'avvento del feudalesimo, quando, ridotte al rango subalterno, incominciarono a perdere tutte le prerogative di cui avevano goduto fino ad allora. Si ritrovarono così sottomesse a seconda del momento a tre autorità: quella del padre, del marito, del fratello maggiore in assenza del genitore, e anche del figlio in mancanza del marito.
Totalmente sottomesse all'uomo e private di tutti i diritti economici e sociali, non ricevevano nessun tipo di istruzione, dovendosi dedicare esclusivamente ai lavori domestici. A quindici anni dovevano tagliarsi i capelli e sposarsi a venti. Quando si sposavano, le donne andavano ad abitare dal marito e da quel momento era loro dovere dedicarsi alla cura dei suoceri, come prima dei genitori.

Era abbastanza comune, specie nelle classi meno abbienti, che un padre per motivi puramente economici vendesse la propria figlia ad un uomo anziano e ricco, e avere così i soldi per prendersi cura del resto della famiglia. Non era raro il caso che, per fuggire dalla miseria, fosse la ragazza stessa ad offrirsi come concubina ad un uomo molto più anziano di lei, per ottenerne favori e protezione (situazione non molto dissimile, anche se sotto un altro nome, da quelle che quasi quotidianamente le cronache nostrane ci raccontano).

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giovedì 21 luglio 2011

Recensione LE DONNE DEL 6° PIANO

Recensione le donne del 6° piano




Regia di Philippe Le Guay con Fabrice Luchini, Sandrine Kiberlain, Natalia Verbeke, Carmen Maura, Lola Dueñas, Berta Ojea, Nuria Solé, Concha Galán, Muriel Solvay, Marie-Armelle Deguy, Annie Mercier, Michele Gleizer

Recensione a cura di peucezia

Parigi primi anni Sessanta.
In un palazzo bene si consuma la vita monotona e ordinata del mite Jean-Louis Joubert, sorridente e garbato, padre di due figli collegiali fintamente decorosi e marito fedele di Suzanne, tipica signora borghese snob e abitudinaria.
Nella misera soffitta del palazzo vivono delle domestiche spagnole chiassose e povere, ma felici di portare avanti una vita di lavoro e soddisfazioni. Quando la governante di famiglia si licenzia, nel tran-tran dei Joubert entra la bella e misteriosa Maria, appena arrivata dalla Spagna e immediatamente assunta perché passa l'esame della cottura dell'uovo à la coque, che ogni mattina Jean-Louis prende prima di recarsi in ufficio.
La ventata che Maria porta, risveglia Jean-Louis dal suo lungo letargo. L'uomo si sente affascinato dalla ragazza e di conseguenza entra nel mondo delle domestiche, comincia a interessarsi fattivamente ai loro problemi e lentamente rigetta il mondo finto perbene che lo circonda.

Nell'ultimo quindicennio il cinema in Francia ha prodotto diverse commedie minimaliste, che affrontano il mondo della borghesia analizzandone i vizi e le piccole virtù; una nazione che ha spazzato via la nobiltà da più di duecento anni con la rivoluzione del 1789 e ha generato una classe media economicamente stabile (i primi anni Sessanta dello scorso secolo erano ancora un periodo dorato per la Francia) ma troppo vittoriana sul piano morale. Jean-Louis e sua moglie sono prevedibili e abitudinari al limite del paradosso, lui ha speso l'intera esistenza senza allontanarsi molto dall'abitazione in cui è nato e senza grossi scossoni, sua moglie ci tiene molto all'eleganza formale e all'apparenza, i due figli parlano scimmiottando gli adulti senza effettivamente comprendere ciò che dichiarano con aria seriosa.
Le spagnole, affettuose, speranzose, rappresentano una novità, un innesto positivo di un'altra cultura in un mondo ancora chiuso e potenzialmente poco aperto all'arrivo del diverso.

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mercoledì 20 luglio 2011

Recensione IL BRIGANTE DI TACCA DEL LUPO

Recensione il brigante di tacca del lupo




Regia di Pietro Germi con Amedeo Nazzari, Cosetta Greco, Saro Urzì, Fausto Tozzi

Recensione a cura di peucezia

Film uscito nel 1952 in pieno neorealismo e diretto da Pietro Germi, uomo del Nord con il cuore oltre Eboli, "Il brigante di Tacca del Lupo" è tratto dall'omonimo romanzo di Riccardo Bacchelli, scrittore purtroppo ingiustamente dimenticato, autore di possenti saghe italiane da cui gli sceneggiatori della prima Rai attinsero a piene mani.

La storia si ispira vagamente alle vicende del brigante lucano Carmine Crocco (la pellicola è di fatto ambientata e girata nell'entroterra di Melfi) ma il bandito che compare a inizio film con i suoi sodali in una serie di scene di notevole impatto è in realtà un pretesto, poiché il protagonista a tutto tondo è il capitano settentrionale dei bersaglieri Giordani (Amedeo Nazzari), imponente per altezza e dai modi spicci e ruvidi, a cui si contrappone il commissario Siceli (Saro Urzì, interprete d'elezione nei film di Germi), meridionale, ex funzionario borbonico, all'apparenza cinico e viscido, ma in realtà buon conoscitore della realtà locale. Sullo sfondo la storia della giovane Zita Maria, violentata dal brigante e dal marito che vuole vendicarne l'onore macchiato.

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martedì 19 luglio 2011

Recensione ZACK E MIRI AMORE A... PRIMO SESSO

Recensione zack e miri amore a... primo sesso




Regia di Kevin Smith con Seth Rogen, Elizabeth Banks, Jason Mewes, Jeff Anderson, Traci Lords, Craig Robinson, Katie Morgan, Ricky Mabe

Recensione a cura di foxycleo (voto: 7,0)

Kevin Patrick Smith, classe 1970, esordisce in maniera clamorosa nel 1994 con "Clerks" - Commessi, commedia low budget che consegue impensabile successo di pubblico e anche ottimi riscontri al Sundance Festival.
La carriera di Smith fino a oggi si rivela altalenante sia per i successi ottenuti al botteghino, sia per la qualità della propria filmografia; già il suo secondo lungometraggio "Generazione X" non è paragonabile al precedente, come poco convincente sarà nel 2004 "Jersey Girl".

Dopo quindici anni in cui i due nerd Dante e Randall (protagonisti di "Clerks"), sfidandosi a citazioni di "Guerre Stellari e parlando con frasi tratte direttamente da videogiochi o videoclip musicali, rimarcando così la propria cultura e i propri atteggiamenti da loosers, Smith ci ritrae i geek di oggi, Zack e Miri.

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lunedì 18 luglio 2011

Recensione LIBERA USCITA - UNA SETTIMANA SENZA REGOLE

Recensione libera uscita - una settimana senza regole




Regia di Bobby Farrelly, Peter Farrelly con Owen Wilson, Jason Sudeikis, Alexandra Daddario, Jenna Fischer, Alyssa Milano, Christina Applegate, Richard Jenkins, Vanessa Angel, Stephen Merchant, Carly Craig, Tyler Hoechlin, Nicky Whelan, Larry Joe Campbell, J.B. Smoove, Bruce Thomas, Zen Gesner

Recensione a cura di Giordano Biagio

Rick (Owen Wilson) e uno dei suoi migliori amici Fred (Jason Sudeikis) sono insoddisfatti dei loro rispettivi matrimoni, soprattutto sul piano sensuale-erotico. I due uomini sono acerbi e turbati dal sesso, desiderano l'eros in una forma nevrotica, adolescenziale, sulla scia di qualche propria traccia psichica di bullismo congenito, non del tutto scomparsa. Rick e Fred sciupano le loro esistenze tra faccende domestiche di stampo femminile e un gruppo di amici, anche loro immaturi, che separano in nome di radicati principi maschilisti il sesso dai sentimenti più estesi e corposi.

Quando Rick e Fred, spiati dalle rispettive mogli, cominciano a fantasticare in modo bizzarro, insieme agli altri amici, su possibili rapporti extraconiugali, le mogli pensano che è necessario un da farsi correttivo urgente. Le due donne sono esasperate da un atteggiamento dei mariti sempre più irrispettoso, ritenuto al limite del demenziale e del buongusto, aggravato dal fatto di essere esibito anche in pubblico. Le mogli a un certo punto decidono di intervenire drasticamente sulle più ferree regole del matrimonio e lo fanno con una mentalità aperta, che però ha tutto il sapore di una sfida.
Coraggiosamente le due donne concedono ai mariti una settimana di libertà, una sorta di periodo aureo di sospensione dal matrimonio, nel quale i mariti potranno fare tutto quello che desiderano senza dare spiegazioni di alcunché alle loro mogli e figli.

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giovedì 14 luglio 2011

Recensione IL GRANDE ATTACCO

Recensione il grande attacco



Regia di Umberto Lenzi con Henry Fonda, Helmut Berger, Giuliano Gemma, Edwige Fenech, Venantino Venantini, Ray Lovelock, John Huston, Samantha Eggar, Attilio Dottesio, Mirko Ellis, Marco Guglielmi, Andrea Bosic, Andrea Fantasia, Rosario Borelli, Ida Galli, Giovanni Cianfriglia

Recensione a cura di Giordano Biagio

Durante i Giochi olimpici del 1936 alcuni delegati tedeschi, americani, irlandesi e una famosa attrice del mondo teatrale si incontrano amichevolmente in Germania per una cena dall'aspetto diplomatico. La preoccupazione di una guerra di invasione tedesca nel resto dell'Europa è nell'aria, i segni premonitori non mancano, il tipo di propaganda del partito nazista fa paura, Hitler eletto cancelliere vuol diffondere la sua ideologia nel mondo e combattere la diversità razziale senza mezzi termini, la sua paranoia fa ormai corpo con le masse, ma le delegazioni sembrano avvertire solo il clima di festa di un'Olimpiade straordinaria che per mezzi impiegati e invenzioni scenografiche non avrà in seguito eguali.

A tavola si parla del clamoroso rifiuto di Hitler di riconoscere le vittorie ottenute dal nero americano Jesse Owens, trionfatore nell'atletica con quattro medaglie d'oro, un atto chiaramente razzista anche se quel rifiuto poi sarà considerato come privo di fondamento dallo stesso Owens. Ma la notizia scandalo ha già fatto il giro del mondo, essa viene minimizzata a cena dall'ufficiale tedesco il quale non crede al pericolo di un conflitto armato in Europa e sostiene che Hitler vuole solo combattere le minoranze etniche nella propria Germania.
La vita di questi personaggi in buona parte famosi, amanti dei rapporti diplomatici, per ironia della sorte sarà in seguito scossa e in alcuni casi sconvolta dalla Seconda guerra mondiale, da quell'immane conflitto armato che in quella famosa cena del '36 essi ritenevano fosse praticamente impossibile.
I diversi luoghi degli episodi narrativi saranno: Berlino, Los Angeles, Plymouth, Creta, West Point, Le Havre.

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mercoledì 13 luglio 2011

Recensione IN VIAGGIO CON UNA ROCK STAR

Recensione in viaggio con una rock star




Regia di Nicholas Stoller con Jonah Hill, Russell Brand, Rose Byrne, Katy Perry, Christina Aguilera

Recensione a cura di pompiere (voto: 2,0)

Aldous Snow (Russell Brand) canta "African child". Palandrana mistica bianca e pantalone dorato attillato, passeggia in una zona di guerriglia scavalcando cadaveri e partorendo bambini di colore. Istrionica e provocatoria rock star internazionale, è un ragazzo (poco) cresciuto, inconsapevole e ignorante. Non sa dove si trovino il Ruanda o lo Zimbabwe. E nemmeno la fidanzata, Jackie Q, sembra un fulmine di guerra: una cretina sciroccata che segue il cantante per mettere in mostra il suo fisico, ambedue sboccati, tutti droga, sesso e rockettino. L'ultimo album di Aldous è massacrato dalla critica, vende pochissime copie e costringe il "fenomeno" a tre anni di oscuramento. Aaron Green (Jonah Hill) è il giovanottone che gli salverà in qualche modo la vita.

Gli artisti sono le persone più false e sfuggenti sulla faccia della terra. Le battute di "In viaggio con una rock star" non sono da meno: a loro scappano spesso riferimenti ipocritamente avanguardisti sugli atti sessuali, sui genitali, viscidi sessocentrismi sparsi a piene mani, cazzi duri o mosci a seconda delle necessità. "Ti sto fottendo il cervello", "Spero col preservativo, perché ho la mente malata", è uno degli apici dello scritto.

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martedì 12 luglio 2011

Recensione TERRORE DALLO SPAZIO PROFONDO

Recensione terrore dallo spazio profondo




Regia di Philip Kaufman con Leonard Nimoy, Jeff Goldblum, Veronica Cartwright, Brooke Adams, Donald Sutherland

Recensione a cura di Giordano Biagio

Matthew Bennell (Donald Sutherland) è un funzionario del Ministero della salute: controlla nelle cucine dei ristoranti che le salse o i piatti che si stanno per servire non siano adulterati, un lavoro difficile perché quando scopre irregolarità ed è costretto a prendere provvedimenti disciplinari, i gestori di nascosto gli danneggiano i vetri della sua automobile.

Elizabeth Driscoll (Brooke Adams), una sua collega addetta all'analisi batteriologica degli alimenti, ha scoperto in un giardino pubblico, mentre rientrava dal lavoro, un bulbo con un fiore sbocciato, un bocciolo raro, che cresce in fretta, rassomigliante a quelli della tipologia grex: frutto di una impollinazione tra due specie diverse da cui ne scaturisce una terza, unica, denominata epilobica (tradotto dal greco: sopra il baccello), di solito non sono fiori ma erbe infestanti, pericolose particolarmente nei giardini per la rapidità con cui diffondono le loro radici. Quest'ultime sono note per essere cresciute anche nei terreni delle grandi città devastate dalla guerra.

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lunedì 11 luglio 2011

Recensione VAI E VIVRAI

Recensione vai e vivrai




Regia di Radu Mihaileanu con Moshe Abeba, Roschdy Zem, Yael Abecassis, Sirak M. Sabahat, Moshe Agazai, Roni Hadar, Raymonde Abecassis, Rami Danon, Meskie Shibru-Sivan

Recensione a cura di Mimmot

Nel 2005 il regista Radu Mihaileanu, dopo il successo di "Train de vie" (98) e prima dell'interessante "Il concerto" (08), gira il suo quarto film, il primo della storia dedicato alla migrazione degli ebrei-etiopi in Israele, una vicenda altrettanto tragica, ma non ugualmente conosciuta, di quella dell'Olocausto, adottando una formula narrativa che suscita emozioni negli spettatori in sala, coinvolgendoli nel profondo della loro sensibilità.

Gli avvenimenti di cui parla il regista rumeno di origini ebraiche partono dal 1984, quando centinaia di migliaia di africani di diverse nazionalità, spinti dalla fame e dalle carestie, lasciano i loro paesi d'origine per emigrare a nord, nei campi profughi del Sudan.
Tra loro ci sono 8000 Falasha (etiopi di colore, di cultura e di religione ebraica, mitici discendenti di Re Salomone e della Regina di Saba) in fuga dall'indigenza e dalle guerre civili che flagellano il paese del dittatore Menghistu, i quali, appena giunti in Sudan, si trovano a dover fare i conti con l'ostilità delle autorità mussulmane e integraliste del luogo.

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venerdì 8 luglio 2011

Recensione IL MISTERO VON BULOW

Recensione il mistero von bulow




Regia di Barbet Schroeder con Annabella Sciorra, Ron Silver, Glenn Close, Jeremy Irons

Recensione a cura di pompiere (voto: 8,0)

Tappi nelle orecchie, mascherine sugli occhi per proteggersi dalla luce, e fisico pieno di un mix composto da sigarette, alcolici e farmaci. I ricchi di Newport, Rhode Island (a due passi da Boston), si annoiano così, abitando ville grandissime e lussuose, anonimi tra la sfilza di tenute che si affacciano sul mare.
Ispirate a una storia vera, le vicende della pellicola vengono introdotte da una voce off, quella di Sunny von Bulow (Glenn Close), che giace in coma irreversibile in un letto di ospedale dal Natale del 1980 (l'ereditiera è morta nel dicembre del 2008, nda).

Com'è finita lì? Qual è stata la vera causa che ha determinato la perdita di coscienza? Omicidio o suicidio? Sospetti e apprensioni aleggiano tra la cameriera della signora, i figli, e il marito Claus von Bulow (Jeremy Irons). Quest'ultimo venne accusato di aver tentato di uccidere la consorte con un'iniezione di insulina e nell'82 fu riconosciuto colpevole. Claus cercò di sovvertire il giudizio della giuria con l'aiuto di uno spiantato avvocato, il quale iniziò una ricerca che lo portò ad avere sempre maggiori dubbi sulla colpevolezza del suo cliente e lo convinse a presentarsi in appello.

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