giovedì 28 marzo 2013

Recensione IL VIAGGIO DELLA SPOSA

Recensione il viaggio della sposa




Regia di Sergio Rubini con Sergio Rubini, Giovanna Mezzogiorno, Carlo Mucari, Franco Javarone, Umberto Orsini

Recensione a cura di peucezia

Primo e unico film in costume diretto e interpretato da Sergio Rubini, "Il viaggio della sposa" (1997) è ambientato nell'Italia meridionale del Seicento sotto la dominazione aragonese.
La protagonista femminile, la nobile Porzia (primo ruolo importante per Giovanna Mezzogiorno) ha finora vissuto in un convento di suore che le hanno dato una cultura superiore rispetto a quella della maggior parte delle donne del tempo, anche di pari rango, perché il suo promesso sposo, il signore di Conversano, ama le belle lettere e gli studi scientifici.

La storia, che è girata prevalentemente in esterni privilegiando la Puglia (dalla città di Conversano alle campagne delle Murge) ma anche in Campania e in Abruzzo, ruota intorno al viaggio che la ragazza affronta per andare incontro al suo futuro marito, tra i mille pericoli che qualsiasi viandante era costretto ad affrontare a quel tempo ma, come tutte le storie "on the road" di ogni epoca, è anche una storia di formazione perché, nel percorso tra il convento e Conversano, la giovane Porzia ha modo di maturare e di confrontarsi con realtà differenti per scoprire che il male può travestirsi da bene e viceversa.

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mercoledì 27 marzo 2013

Recensione EXCISION

Recensione excision




Regia di Richard Bates Jr. con AnnaLynne McCord, Traci Lords, Ariel Winter, Roger Bart, Jeremy Sumpter, John Waters, Malcolm McDowell, Marlee Matlin

Recensione a cura di ilSimo81 (voto: 9,0)

Capelli arruffati incorniciano il viso tempestato dall'acne, la primavera del corpo soffocata in una goffa, neutra mascolinità. Un carattere scontroso ed introverso brucia in uno sguardo enigmatico e disturbante. Derisione ed emarginazione dai coetanei sono prosecuzione sociale del disprezzo e dell'indifferenza familiari.
Povera, Pauline. Meriterebbe compassione.
Pericolosa, Pauline. Dietro quegli occhi spiritati e dentro quelle parole aspre si nasconde un animo ribelle, intelligente e profondamente disturbato. Una mente vivace, morbosamente ossessionata da sesso, sangue e morte, che adulti scettici desistono dal salvare.
La dichiarata ambivalente ambizione di diventare chirurgo sposa uno struggente, inespresso o inconsapevole, sogno e bisogno di attenzione. La tragedia si profila all'orizzonte.

Questa è Pauline, la protagonista di "Excision", pellicola del 2012 del giovane Richard Bates Jr.
La partecipazione al Sundance Film Festival dello stesso anno, nella sezione dei Midnight movie, oltre ad essere determinante per la carriera di Bates (per sua stessa ammissione) è indice di raggiunta maturità da parte di una storia nata in embrione nel 2008. Le vicende di quest'adolescente disturbata infatti venivano già narrate in un'omonima dark comedy, con lievi richiami autobiografici ("ispirata al crescere in Virginia") e dalla breve durata (18 minuti). Girato con l'intento di impressionare gli spettatori, il corto partecipa a 50 festival e vince 24 riconoscimenti. Sono risultati notevoli che Bates, peraltro spronato da più parti, non può ignorare: "Excision" diventa così il suo obiettivo ed ossessione ("Mi ero ormai convinto che, se avessi dovuto fare un film nella mia vita, quello doveva essere Excision... Non potevo togliermelo di mente").
La pellicola viene infine alla luce, nutrendosi della convinzione di Bates che, pur di realizzarlo, finanzia il film di tasca sua e col contributo di una cerchia di amici, ponendo alcune delle location in un garage. Peculiarità di un prodotto underground, ma di qualità notevole.

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martedì 26 marzo 2013

Recensione ATTACCO AL POTERE - OLYMPUS HAS FALLEN

Recensione attacco al potere - olympus has fallen




Regia di Antoine Fuqua con Gerard Butler, Aaron Eckhart, Melissa Leo, Radha Mitchell, Ashley Judd, Dylan McDermott, Cole Hauser, Angela Bassett, Han Soto, Robert Forster, Rick Yune, Arden Cho, Tory Kittles, Sean O'Bryan, Amber Dawn Landrum

Recensione a cura di Paola Gianderico

Certa filmografia USA contribuisce naturalmente ad instillare sentimenti di antiamericanismo. Dalla storica serie WWF ("Why we fight"), celebrazione promossa dal Roosveltiano Frank Capra in forma documentaristica sull'entrata degli Stati Uniti nella seconda guerra mondiale, passando per interi generi nati con il preciso intento di esaltare i valori della Nazione e contrapporli alla spietatezza del nemico, straniero e invasore. I brutti sporchi e cattivi nel western erano identificabili con i pellerossa e i peones messicani, mentre nella fantascienza sono stati gli alieni a incarnarsi metafora prima della minaccia comunista durante la guerra fredda e del terrorismo talebano dall'11/9 in poi.

Adesso, è di poche ore la notizia dell'armistizio stracciato dalla Corea del nord, l'America è già pronta a sfornare la risposta filmica al pericolo nucleare con gli occhi a mandorla: "Attacco al potere - Olympus has fallen", dove per Olympus s'intende il monte degli Dei, umanamente impossibile da espugnare. Titolo e slogan usato per pubblicizzare l'uscita del film, "Quando la libertà è in ostaggio non esiste negoziazione", sono la premessa più che sufficiente che funge da preparazione al pippone patriottico. Se ciò non bastasse, vi si aggiungono in locandina, sovrimpressi alla White House in fiamme, vigorosi mascelloni e American Dads sulla linea di partenza per il sacrificio (il Presidente Aaron Eckhart, l'agente dei servizi segreti Gerard Butler) spalleggiati in assoluta equità numerica da antagonisti di colore (il Portavoce della Casa Bianca Morgan Freeman e la Consigliera Angela Bassett). Una macchia che affannosamente non si perde occasione di lavare, e che recentemente si è mandata in centrifuga a 800 giri nell'opera monumentale "Lincoln".

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lunedì 25 marzo 2013

Recensione EDUCAZIONE SIBERIANA

Recensione educazione siberiana




Regia di Gabriele Salvatores con John Malkovich, Peter Stormare, Eleanor Tomlinson, Andrius Paulavicius, Giedrius Nagys, Arnas Fedaravicius, Kestutis Jakstas

Recensione a cura di Paolo Ferretti De Luca aka ferro84 (voto: 6,5)

L'etica criminale è elemento di fascinazione per cineasti e scrittori così come lo è la ricerca della ratio di questi comportamenti apparentemente antisociali ma che in realtà sono portatrici degli stessi valori che caratterizzano il "patto sociale": rispetto del prossimo, stimolo alla cooperazione, valore della famiglia,difesa della propria cultura e del proprio territorio.
Stiamo nell'URSS della seconda metà del Novecento, la grande potenza dell'Unione Sovietica inizia lentamente a sgretolarsi e nel territorio al confine tra Moldavia e Ucraina i clan criminali la fanno da padrone: stiamo precisamente nella Transnistria.
La Transnistria è un territorio conteso tra Russi e Moldavi, in realtà è una zona franca, forse l'unico vero stato criminale de facto, nel quale avvengono le peggiori aberrazioni e dove la crisi morale della Comunità degli Stati Indipendenti assume i livelli più drammatici.
In questo luogo di nessuno, dove il tempo si è fermato, il romanzo di Nicolai Lilin "Educazione Siberiana" è stato un documento prezioso per riuscire a comprendere le dinamiche di un luogo tanto remoto non solo geograficamente ma anche dal punto di vista politico e sociale. Un romanzo che si caratterizza più che per la sua storia, per le descrizioni quasi documentaristiche e brute degli avvenimenti del luogo.
In questo stato criminale esistono regole ben precise che disciplinano la vita dei cittadini come il divieto allo stupro o allo spaccio di stupefacenti, consentendo invece, il furto e la rapina se perpetrati da persone in stato di necessità.
Nicolai Lilin si interroga sul senso di tali regole apparentemente tanto lontane dalle nostre, ricostruendo la logica di quel mondo, la sua etica ma anche le sue aberrazioni.

Questo mondo sembra colpire l'interesse di Gabriele Salvatores e della Cattleya che decidono di portare in scena uno spaccato d'Europa, ma in realtà più che per spirito di denuncia sono mossi dal desiderio di creare un grande film internazionale.
E' curioso che proprio nell'anno di maggiore crisi del cinema in Italia e soprattutto per il cinema italiano, "Educazione Siberiana" sia l'ennesima produzione internazionale di casa nostra dopo Castellitto con "Venuto al mondo", Faenza con "Un giorno questo dolore ti sarà utile" e Tornatore de "La migliore offerta".
Con un budget di 9 milioni di euro Salvatores e la Cattleya hanno il grandissimo merito di portare sul grande schermo un film italiano che esce dai soliti schemi e dalle solite storie (alleluja!) e soprattutto di ampio respiro, fatto per essere venduto all'estero.
Chi scrive da anni lamenta l'eccessivo provincialismo del nostro cinema che pur di accaparrarsi i "malefici" finanziamenti pubblici, si è rinchiuso in se stesso perdendo totalmente in contatto con il pubblico. Questa premessa è necessaria nel momento in cui ci si avvicina a questo film che, seppur tutt'altro che perfetto, rappresenta un tentativo riuscito di sdoganamento della nostra cinematografia.

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mercoledì 20 marzo 2013

Recensione BENVENUTO PRESIDENTE!

Recensione benvenuto presidente!




Regia di Riccardo Milani con Claudio Bisio, Kasia Smutniak, Giuseppe Fiorello, Omero Antonutti, Remo Girone, Massimo Popolizio, Michele Alhaique, Cesare Bocci, Franco Ravera, Gianni Cavina, Stefania Sandrelli

Recensione a cura di peucezia

Il nuovo film di Riccardo Milani, regista noto per il suo impegno nel mondo delle fiction, sembra lo specchio reale della situazione politico-sociale attuale: "onorevoli" corrotti, paese allo sbando, "poteri forti" (interpretati in un simpatico cameo dei registi Pupi Avati e Lina Wertmuller) e servizi segreti deviati, mentre sullo sfondo la burocrazia e il protocollo annaspano.

Il canovaccio della storia, di per sé non è originalissimo: la tematica dell'uomo semplice che si ritrova al potere, dispensando pillole di saggezza e trovando soluzioni inaspettate quasi fossero una panacea, è abusata in letteratura e nel mondo del cinema. Un antesignano potrebbe essere il mitico Bertoldo, tratto dai racconti di Giulio Cesare Croce, ovvero un villano che si guadagna la stima del re dei longobardi Alboino, mentre nel mondo del cinema il goffo John Goodman si ritrova dai nightclub di Las Vegas a Buckingham Palace.

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martedì 19 marzo 2013

Recensione IL FIGLIO DELL'ALTRA

Recensione il figlio dell'altra




Regia di Mehdi Dehbi, Lorraine Levy con Jules Sitruk, Emmanuelle Devos, Areen Omari, Khalifa Natour, Pascal Elbé, Mahmud Shalaby, Marie Wisselmann

Recensione a cura di Mimmot

"Abbiamo già avvertito i tuoi genitori, stanno arrivando"
"Quali?"

In una parte del mondo non molto distante da noi, esiste un monumento alla vergogna: una lunga, invalicabile barriera di cemento che corre imponente, rendendo impossibile il passaggio dai Territori Occupati palestinesi a quelli israeliani, chiudendo dentro una gabbia a cielo aperto un popolo e la sua storia.

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lunedì 18 marzo 2013

Recensione SINISTER

Recensione sinister




Regia di Scott Derrickson con Ethan Hawke, Juliet Rylance, Fred Dalton Thompson, James Ransone, Michael Hall D'Addario, Clare Foley, Rob Riley, Tavis Smiley, Janet Zappala, Victoria Leigh

Recensione a cura di Carlo Baldacci Carli (voto: 7,0)

Ellison Oswalt (Ethan Hawke) è uno scrittore in crisi economica e intellettuale. I suoi libri sono ricostruzioni di reali fatti di cronaca rimasti irrisolti. Il suo primo libro "Kentucky Blood", in cui egli scoprì elementi e indizi che erano sfuggiti agli inquirenti e che permisero una corretta ricostruzione del delitto, fu un successo, ma i libri successivi non ne hanno seguito la scia e l'ultimo ha in qualche modo depistato le indagini permettendo all'autore degli omicidi di farla franca. Sperando di emulare il successo di "Kentucky Blood", Oswalt si trasferisce insieme con sua moglie e i loro due figli in una casa che è stata teatro di un efferato delitto irrisolto. Tutti i membri della famiglia, che abitava in quella casa, sono stati impiccati a un albero del giardino ad eccezione della figlia più piccola, che è scomparsa.
Oswalt, che ha taciuto alla propria famiglia il dramma che si è consumato nella loro nuova abitazione, spera di riuscire a ricostruire correttamente gli accadimenti e di risolvere il caso individuando l'autore del delitto.
Nella soffitta della casa scopre una cassa con dentro un proiettore e alcuni film amatoriali Super8. Ciascuno di essi è la ripresa in diretta di efferati delitti familiari, incluso quello su cui Oswalt sta indagando, avvenuti in un arco temporale di circa cinquant'anni.
Oswalt decide di non consegnare il materiale alla polizia e di utilizzarlo per la propria indagine. Così facendo scopre che i delitti non solo hanno molti elementi in comune ma addirittura c'è un fil rouge che li lega. Questo lo costringe a pensare che la mano dell'assassino sia sempre la stessa.

"Sinister" è un film a basso costo che nasce da una sceneggiatura originale scritta a quattro mani da C. Robert Cargill e Scott Derrickson, che ne firma anche la regia.
L'idea di base è semplice e non particolarmente innovativa, ma sicuramente efficace. La sua struttura elementare prevede una singola location che sia teatro dell'intera vicenda e un singolo attore protagonista intorno al quale ruotano gli altri personaggi.
Lo schema narrativo è quello del Thriller psicologico che, lentamente scivola nel paranormale. L'evoluzione della storia è pilotata dagli sceneggiatori spingendo lo spettatore sul percorso che essi hanno deciso di intraprendere. L'onestà narrativa conferisce alla storia anche una sana prevedibilità, che però non è frutto di una ricostruzione logica, ma dell'uso costante di cliché narrativi già collaudati nella cinematografia di genere.
Nonostante tutto ciò, "Sinister" è un film solido e che funziona molto bene.

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venerdì 15 marzo 2013

Recensione THE COLLECTION

Recensione the collection




Regia di Marcus Dunstan con Josh Stewart, Christopher McDonald, Daniel Sharman, Lee Tergesen, Navi Rawat, Johanna E. Braddy, Andre Royo, Erin Way, Brandon Molale, Justin Mortelliti

Recensione a cura di marcoscafu

Fantasia nei titoli dei sequel.

Nel 2009 esce "The collector", buon horror-splatter diretto da Marcus Dunstan (sceneggiatore di "Saw IV", V, VI e VII, "Feast" I, II e III, e "Piranha 3D") e 3 anni dopo ne esce il seguito, come chiamarlo? Facile: "The collection". Più che giusto: un collezionista ha una collezione, se no che cavolo di collezionista è?

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mercoledì 13 marzo 2013

Recensione DEAD MAN DOWN - IL SAPORE DELLA VENDETTA

Recensione dead man down - il sapore della vendetta




Regia di Niels Arden Oplev con Noomi Rapace, Colin Farrell, Dominic Cooper, Terrence Howard, Armand Assante, Isabelle Huppert, Raw Leiba, James Biberi, Jennifer Butler, Michael McKiddy, Robert Bizik, John Cenatiempo

Recensione a cura di Paola Gianderico

"La vita è ciò che ti capita mentre sei impegnato in altri progetti."

Con queste parole che fanno da eco ad un John Lennon previo accoppamento, si apre l'incipit di "Dead Man Down - Il sapore della vendetta", nuova prova del regista danese Niels Arden Oplev.
In stand-by dalla trasposizione del best-seller "Uomini che odiano le donne", disponendo di un budget di tutt'altro livello, alla chiamata di Hollywood Oplev risponde con un thriller dolceamaro, che dagli iniziali toni cupi via via si schiarisce nella luce del riscatto e della redenzione personale.

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martedì 12 marzo 2013

Recensione BUONGIORNO PAPA'

Recensione buongiorno papa'




Regia di Edoardo Leo con Raoul Bova, Marco Giallini, Edoardo Leo, Nicole Grimaudo, Rosabell Laurenti Sellers, Paola Tiziana Cruciani, Mattia Sbragia, Ninni Bruschetta

Recensione a cura di peucezia

Raoul Bova torna alla commedia, genere che riesce a metterlo a suo agio, nelle vesti di un quasi quarantenne con il complesso di Peter Pan che passa da una vita piena di storie di una notte e un lavoro di successo, gestito piuttosto cinicamente, alla condizione di genitore di un'adolescente problematica e forse più matura di lui.

Diretta da Edoardo Leo, alla sua seconda regia e coprotagonista nei panni dell'amico più brutto e sfigato, la storia alterna momenti di pura commedia ad altri di vena drammatica, il tutto ben gestito da tutti gli interpreti.
In un ruolo più apertamente comico Marco Giallini coadiuva perfettamente mentre i caratteristi Tiziana Cruciani e Mattia Sbragia, nei ruoli dei genitori del protagonista Andrea, rappresentano la classica coppia di mezz'età in piena crisi.

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lunedì 11 marzo 2013

Recensione IL GRANDE E POTENTE OZ

Recensione il grande e potente oz




Regia di Sam Raimi con Mila Kunis, James Franco, Rachel Weisz, Michelle Williams, Abigail Spencer, Joey King, Zach Braff, Martin Klebba, Ted Raimi, Bill Cobbs, Tony Cox, Tim Holmes, Toni Wynne, Dennis Kleinsmith, Ron Causey, Steve Forbes, Wayne Brinston, Phillip Huber

Recensione a cura di JackR

Oscar Diggs (James Franco), illusionista di un circo ambulante, sogna di lasciare il grigiore del Kansas e diventare un grande uomo, ma si accontenta di adescare giovani donne ingenue e allestire spettacoli di magia. Costretto a scappare dalle ire del forzuto del circo, Oscar viene trascinato da un ciclone ad Oz, dove la strega Theodora (Mila Kunis) lo accoglie come il Mago che, secondo la profezia, sarebbe arrivato da lontano per reclamare il trono del regno. Oscar, affascinato dalla bella strega e dalla promessa del tesoro reale, decide di stare al gioco, seduce Theodora e le promette di farla regina.
Giunto alla città di Smeraldo, Oscar incontra Evanora, reggente al trono di Oz e sorella di Theodora, che lo informa che esiste una prova da superare: rubare e distruggere la bacchetta della Strega Cattiva, bandita dalla Città di Smeraldo per aver ucciso il vecchio re. Pur riluttante, Oscar acconsente e - giunto in presenza della strega - scopre che Evanora non ha detto tutta la verità e che le cose ad Oz non sono come sembrano. Nel frattempo Theodora, accecata dal dolore per l'inganno di Oscar prende una terribile decisione…

Nel 1939 la Warner Bros. adatta il libro di L. Frank Baum "The Wonderful Wizard of Oz" in un musical destinato a diventare leggendario: "The Wizard of Oz", con Judy Garland, è uno dei capolavori immortali del cinema e in America, dove è divenuto parte integrante della cultura popolare, al pari di Elvis Presley e "Star Wars", la sua eredità si manifesta in continui revival - su tutti, il musical "Wicked" - una produzione sconfinata di gadget a tema, citazioni e omaggi in diverse altre opere (l'ultima, in "", quando Capitan America afferma di aver colto la citazione sulle Scimmie Volanti).
L'adattamento della Warner presenta sostanziali modifiche alla storia e ai personaggi e l'iconografia del film è diventata, nella cultura popolare, quella definitiva, sostituendo quella originale di Baum come accaduto forse solo nel caso di "Biancaneve" di Walt Disney.

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giovedì 7 marzo 2013

Recensione LA FRODE

Recensione la frode




Regia di Nicholas Jarecki con Richard Gere, Susan Sarandon, Tim Roth, Brit Marling, Monica Raymund, William Friedkin, Laetitia Casta, Josh Pais, Bruce Altman, Chris Eigeman, Nate Parker, Stuart Margolin, Jennifer Butler, Larry Pine

Recensione a cura di JackR

Film come "La frode" ("Arbitrage", in originale) ricordano istintivamente la programmazione estiva di certe reti televisive, che raccolgono arbitrariamente film di scarso richiamo in non meglio definiti cicli settimanali che servono solo a vendere spazi commerciali a basso costo. La sensazione di deja-vu aumenta, se non è proprio causata, dalla presenza di Richard Gere, ormai abbonato a questi ruoli monotoni e ambigui, che gli consentono di sfruttare al contempo l'incredibile fascino che esercita sul suo pubblico di riferimento e una mimica facciale pressoché inesistente che torna buona per un personaggio più o meno imperscrutabile e distaccato.

L'immagine pubblica di Robert Miller (Richard Gere) è quella di un potente uomo d'affari, carismatico, famoso, devoto alla famiglia, dedito al lavoro. Le sue opinioni contano per i media, per i collaboratori, per i familiari, in particolare per la brillante figlia Brooke (Brit Marling) che lavora nella società di famiglia. Miller nasconde però parecchi scheletri nell'armadio: la vendita della società a un gruppo rivale e la conseguente fusione sono il tentativo disperato di nascondere un buco di centinaia di milioni dovuti ad un investimento fallimentare, mentre la giovane gallerista francese (Laetitia Casta) di cui Robert è mecenate è (ovviamente) anche la sua amante. Superare la revisione dei conti si rivela più difficile del previsto e Brooke si accorge che qualcosa non torna nei bilanci societari. Un terribile e mortale incidente in auto costringe Robert a sfidare la legge ancora più pericolosamente, per evitare di perdere la faccia, gli affetti e la libertà...

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mercoledì 6 marzo 2013

Recensione TOUCH & GO

Recensione touch & go




Regia di Scott Simpson con Jeffrey Douglas, Patricia Zentilli, Ellen Page

Recensione a cura di HollywoodUndead (voto: 6,5)

Darcy (Jeff Douglas), una ragazzo 28enne carino ma affetto dalla sindrome di Peter Pan, si ritrova a vivere una condizione di forte stress, a causa del suo continuo rifiuto ad accettare il "mondo degli adulti".
Senza un lavoro vero (a tempo perso fa la guida turistica nei bus) e senza una particolare ambizione (se non quella di diventare un grande skater), Darcy si ritrova a dover subire le critiche della ex fidanzata Laurel e a dover sentire gli sghignazzamenti dei suoi ex compagni del liceo (che al contrario di lui hanno un lavoro). Il protagonista, sentendosi sempre di più solo e incompreso, trova conforto e consigli dalla sua mentore Trish (Ellen Page), una tredicenne skater.

Il film di Scott Simpson, pur avendo buone intenzioni ed una realizzazione ottima, a causa della cattiva distribuzione, si ritrova ad essere presentato come il classico prodottino per la tv o per i cestoni degli autogrill. In fondo è anche vero, "Touch & Go" non è certo un film degno di una distribuzione su larga scala o cinematografica, ma ha comunque dei pregi innegabili.

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