mercoledì 26 novembre 2014

Recensione OGNI MALEDETTO NATALE

Recensione ogni maledetto natale




Regia di Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre, Luca Vendruscolo con Alessandro Cattelan, Corrado Guzzanti, Valerio Mastandrea, Marco Giallini, Francesco Pannofino

Recensione a cura di marcoscafu

Il Natale, si sa, è il periodo più terribile dell'anno. Almeno secondo Massimo (Alessandro Cattelan), rampollo dei Marinelli Lops, miliardari residenti in uno stupendo palazzo nel centro di Roma. Ben di diverso avviso è Giulia (Alessandra Mastronardi, "To Rome with love" e "La bestia nel cuore"), giovane architetto di estrazione popolare, la cui famiglia, i Colardo, è insediata in un immaginario paese della Tuscia. In seguito ad un incidente con un finto Babbo Natale i due si conoscono ed è subito colpo di fulmine.
Dopo una decina di giorni di frequentazione arriva per la coppia il test più probante: il cenone e il pranzo di Natale.
Giulia convince Massimo a passare quel giorno che lui tanto malsopporta in compagnia dei suoi. Ma i Colardo si rivelano subito non essere esattamente quel che i tradizionali canoni comportamentali definirebbero "una famiglia normale". Tra riffe improbabili e assurde cacce al cinghiale, si consuma una nottata terribile per il giovane, che si trova oltretutto davanti ad un muro di ignoranza abissale nel quale non riesce nemmeno a spiegare in cosa consiste il suo lavoro di microeconomia, venendone anzi costantemente deriso.
Provato nella pazienza Massimo esplode e snocciola con veemenza le sue origini, cosa questa che urta la sensibilità di Giulia.
Inevitabile il confronto tra i due che porterà il ragazzo ad andare dai suoi per il pranzo. Ma la maledizione del Natale sembra non esaurirsi. Infatti il prossimo atto si gioca proprio nella reggia dei Marinelli Lops, dove non solo si assiste ad un tremendo imprevisto, ma si consuma anche quella che sembra la fine del rapporto tra i due giovani. È stavolta lei, infatti, che raggiunge lui provando a sistemare la storia. La famiglia di Massimo ha purtroppo tutti i difetti dei ricchi: insensibilità, ingordigia, e così invece di riappacificarsi arrivano ad una nuova separazione.
Ma proprio da uno dei personaggi che maggiormente sembra incarnare i peggiori difetti di quella classe sociale, arriva forse il suggerimento migliore per dare una svolta positiva ad un Natale assolutamente disastroso.

Alzi la mano chi non ha visto la serie tv "Boris". Chi non lo ha fatto, è pregato di procedere e colmare questa lacuna, perché siamo di fronte alla massima espressione della comicità italiana degli anni 2000, l'unica che potrebbe giocarsela coi mostri del nostro glorioso passato.
Detto questo, c'è ovviamente tutta la differenza del mondo tra un girato di ventidue, massimo trenta minuti, ed un film di un'ora e mezza. In quella differenza è racchiuso il confine tra un prodotto di qualità indiscutibile ed un altro che... sì, bello... sì, fa ridere... sì, però...
Però...
Però è d'uopo una spiegazione. Gli autori di "Boris" sono tali Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo, già sceneggiatori anche del film omonimo. In questo "Ogni maledetto Natale" ricompongono il cast ormai storico e aggiungono la bellissima Alessandra Mastronardi dei "Cesaroni" (sui quali stendiamo un velo pietoso, ma lei oltre che incantevole è anche discretamente brava) e il conduttore di programmi televisivi e radiofonici (di cui non si farà il nome per decenza intellettuale) Alessandro Cattelan. Che, come coppia, funzionano (in realtà lei funzionerebbe anche con Topo Gigio o col pupazzo Rockefeller ma questo è un altro discorso).
Ovviamente nulla da dire su gente del calibro di Francesco Pannofino ("I fatti della banda della Magliana"), di un sempre più bravo Marco Giallini ("ACAB - All Cops Are Bastards"), di Valerio Mastrandrea ("Romanzo di una strage"), e ovviamente del mostruoso Corrado Guzzanti (che non ha bisogno di nessun richiamo). Funziona in modo molto divertente lo sdoppiamento di tutti gli attori principali nel duplice ruolo: in casa Colardo prima e Marinelli Lops poi, creando quel contrasto tra classi sociali, ognuna coi suoi difetti, ognuna coi suoi "mostri".
Il problema è: si può tralasciare la storia in un film? La sceneggiatura sembra davvero uscita dai tre autori de "Gli occhi del cuore 2", con qualche F4 di troppo. Se l'intento era solo far ridere allora bene, tutto funziona, anche senza i famosi "tormentoni" recitati a memoria dagli appassionati per ricordare i film negli anni a venire. Parolacce usate il giusto, e in questo sta diventando un degno successore della scuola romana Giallini, che le rende sempre leggere, con quella sua pronuncia decisa ma impostata come se stesse recitando Shakespeare in teatro.
Con un cast del genere, anche senza una storia credibile sotto, vengono perdonate, e anzi sono molto puntuali, le battute ormai scontate sul Natale quando si vuole giocare con l'amarezza provata per una festa che, come recita Pannofino, "di religioso non ha assolutamente nulla". Mentre risulta anche divertente il cinismo di fronte alla morte del cameriere filippino, archiviata da un Giallini in splendida forma che così sentenzia: "un minuto di silenzio per il morto, poi chi se la sente comincia con gli antipasti".

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venerdì 21 novembre 2014

Recensione INTERSTELLAR

Recensione interstellar




Regia di Christopher Nolan con Matthew McConaughey, Anne Hathaway, Jessica Chastain, Wes Bentley, Casey Affleck, Michael Caine, Matt Damon, Topher Grace, Mackenzie Foy, John Lithgow, Ellen Burstyn, David Oyelowo, Bill Irwin, Elyes Gabel

Recensione a cura di JackR

In un futuro non molto lontano, la Terra sta lentamente morendo, tra tempeste di sabbia e virus che distruggono, una dopo l'altra, tutte le sementi. La società civile è al limite, gli eserciti non esistono più, la scienza e il progresso sono percepite ormai con diffidenza: lo scopo delle scuole è allevare futuri agricoltori, salvare il salvabile, finché dura. Cooper (Matthew McConaughey), ex pilota militare, vive del proprio raccolto insieme ai figli e al suocero, frustrato per non aver potuto sfruttare il suo talento e impotente di fronte al lento declino della razza umana. Grazie agli indizi ricavati dall'interpretazione di strani fenomeni gravitazionali nella stanza della piccola Murph (Mackenzie Foy), Cooper scopre un sito segreto della NASA, in cui il professor Brand e sua figlia (Micheal Caine e Anne Hathaway) stanno lavorando ad un progetto che potrebbe dare un futuro all'umanità. Un wormhole localizzato nei pressi di Saturno è una porta verso un sistema in cui sono stati localizzati pianeti che potrebbero ospitare l'umanità. Cooper decide di far parte della missione, attraversare il wormhole e verificare i dati inviati dalle sonde, anche se questo significa abbandonare i suoi figli sulla Terra, nella migliore delle ipotesi, per moltissimi anni e nella speranza che nel frattempo Brand trovi il modo di trasportare le persone dalla Terra trovando il modo di manipolare la gravità. Una missione con pochissime possibilità di successo e ancor meno di ritorno a casa, ma anche l'ultima sfida dell'uomo ai propri limiti...

Per capire Interstellar non c'è bisogno di essere Kip Thorne, anche lo sport del momento sembra essere capire (e sbugiardare, se possibile) la scienza alla base del film. L'approccio di Nolan certamente incuriosisce, sembra quasi sfidarci (come sempre) sul piano intellettivo, ma stavolta c'è dell'altro e concentrarsi sull'aspetto scientifico è quantomeno riduttivo, se non del tutto errato.

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martedì 11 novembre 2014

Recensione GUARDIANI DELLA GALASSIA

Recensione guardiani della galassia




Regia di James Gunn con Chris Pratt, Zoe Saldana, Bradley Cooper, Vin Diesel, Lee Pace, Dave Bautista, Benicio Del Toro, John C. Reilly, Djimon Hounsou, Glenn Close, Michael Rooker, Ophelia Lovibond, Peter Serafinowicz, Gregg Henry, Ralph Ineson, Sean Gunn, Lloyd Kaufman

Recensione a cura di JackR

Pochi istanti dopo la morte della madre, il piccolo Peter Quill viene rapito da un'astronave aliena. Cresciuto da una banda di contrabbandieri spaziali, con un walkman come unico ricordo dei suoi anni terrestri e la musica di un'unica, preziosa compilation come legame indissolubile con la propria umanità, Peter, o Star-Lord come preferisce farsi chiamare, entra in possesso del misterioso Orb durante una delle sue avventure. Sulle tracce dell'Orb ci sono Ronan l'Accusatore e Thanos il Titano Pazzo, che minacciano la pace appena siglata tra gli Xandariani e i Kree.
Insieme a quattro improbabili e altrettanto riluttanti compagni d'avventura (Rocket, Groot, Drax e Gamora) Star-Lord dovrà fare appello a tutto il suo coraggio per sventare i piani di Ronan...

Awesome Mix - volume 1

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lunedì 3 novembre 2014

Recensione SUSPENSION OF DISBELIEF

Recensione suspension of disbelief




Regia di Mike Figgis con Sebastian Koch, Lotte Verbeek, Emilia Fox, Lachlan Nieboer, Rebecca Night

Recensione a cura di JackR

Uno sceneggiatore in crisi (Sebastian Koch) viene coinvolto nel misterioso omicidio di una ragazza (Lotte Verbeek), la cui gemella (Lotte Verbeek, ovviamente) si presenta alla sua porta in cerca di aiuto. Tra i due si instaura una relazione, ostacolata dal reciproco sospetto di verità nascoste e segreti pericolosi che piano piano riaffiorano dal passato...

Non basta la trama per raccontare "Suspension of Disbelief", anzi: la semplicità di una classica storia noir è in realtà il contenitore di un curioso esperimento cinematografico e un film che sfugge una definizione precisa. Personaggi ambigui, doppi, misteri irrisolti del passato, tormenti interiori, attrazioni torbide, atmosfere rarefatte e notturne, dialoghi minimali e musica ingombrante (l'incipit di "Everything in its right Place" dei Radiohead è assolutamente incisiva in tal senso nell'allestire l'atmosfera per tutto il film). Ma il noir è solo un espediente: già dal titolo, l'intento di Figgis è quello di mettere alla prova lo spettatore coinvolgendolo in un gioco meta cinematografico: raccontare una storia ed allo stesso tempo svelare i meccanismi del racconto, chiudendo tutto in una serie di scatole cinesi da cui non si riesce ad uscire mai del tutto (c'è un po' di Lynch, anche: il protagonista scrive una sceneggiatura durante il film, che è chiaramente quella del film stesso ).
L'esperimento è interessante: verificare cioè i limiti della sospensione dell'incredulità, il meccanismo per cui un film è in grado di apparire verosimile e suscitare emozioni reali, pur essendo una rappresentazione della realtà palesemente costruita secondo regole e tecniche studiate a tavolino. Gli espedienti utilizzati per far cadere la sospensione dell'incredulità dello spettatore, quasi a sfidarne il coinvolgimento nella storia spezzando l'incantesimo della tensione, sono diversi: dallo split screen (metà schermo mostra la scena di un film girato nel film e l'altra metà il set di tale film) alla sovrimpressione di titoli didascalici che scandiscono le varie parti della storia, al sospetto che tutta la storia sia in effetti un parto mentale di uno dei protagonisti, alle discussioni tra i personaggi riguardo la scrittura di una sceneggiatura. Il protagonista è anche insegnante di scrittura cinematografica e gli inserti in aula, durante la lezione, svelano i meccanismi drammatici mentre la storia si sviluppa.

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