lunedì 25 maggio 2015

Recensione ADALINE - L'ETERNA GIOVINEZZA

Recensione adaline - l'eterna giovinezza




Regia di Lee Toland Krieger con Blake Lively, Ellen Burstyn, Harrison Ford, Amanda Crew, Richard Harmon, Michiel Huisman

Recensione a cura di JackR

Nata nel 1908, Adaline (Blake Lively) smette di invecchiare all'età di ventinove anni, dopo esser stata colpita da un fulmine. Impossibilitata a nascondere a lungo l'incredibile segreto, Adaline decide infine di nascondersi, per proteggere la propria incolumità e quella di sua figlia, rinnovando periodicamente la sua identità e fuggendo qualunque legame sentimentale. Ai giorni nostri, la comparsa del giovane e affascinante Ellis (Michiel Huisman) sconvolge tutti i piani di Adaline, che sembra cedere finalmente all'amore, ma c'è ben altro ad ostacolare il lieto fine...

Nonostante l'intrigante premessa, "Adaline" di Lee Toland Krieger non convince pienamente. La versione rosa di "Highlander" riduce l'elemento fantastico dell'eterna giovinezza (pur spiegato con dovizia di dettagli scientifici nel film da un'onnisciente narratore à là Amelie) al mero "ostacolo" che separa i due amanti nei film di questo genere, e non si riesce neppure a fuggire l'abusato inseguimento finale, prodromo di ogni happy ending da commedia romantica. Una regia priva di idee mortifica delle interpretazioni convincenti: Blake Lively è credibile e sufficientemente sicura di sé nell'interpretazione di un'ultracentenaria nel corpo perfetto di una modella, Harrison Ford in versione stralunato professore di astronomia è un'aggiunta interessante al mix e Ellen Burstyn è garanzia di gravitas e qualità.

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lunedì 18 maggio 2015

Recensione THE STRANGER INSIDE - L'INGANNO

Recensione the stranger inside - l'inganno




Regia di Adam Neutzsky-Wulff con William Baldwin, Estella Warren, Sarah Butler, Katia Winter, Kim Bodnia, Jeffrey Pierce, Claire Ross-Brown, Ole Dupont, Vivienne McKee, Roohullah Rohein Hasani

Recensione a cura di Giordano Biagio

"The stranger within - L'inganno", è un thriller psichiatrico di rilievo, ricco di effetti drammatici ben modulati che sorgono inaspettati da situazioni di intensa familiarità in grado di accenderne a dismisura i toni. Un film con intrecci di notevole plausibilità letteraria che ne innalzano l'interesse.
Questi esiti estetici sono sfumati da alcune forme recitative teatrali che ne accentuano la spettacolarità verbale e l'emotività suscitata dagli sguardi enfatici molto ricercati dei protagonisti, lungo una dimensione inter culturale-onirica delle scene di pregevole fattura analitica visiva.
Questi risultati filmici provengono anche da una sceneggiatura ben imbastita, frutto di una paziente ricerca clinico-psicanalitica, le cui trascrizioni logiche per la narrazione visiva appaiono subito efficacemente trovate, sintetizzate nella forma visiva specifica più idonea al cinema.

"The stranger within" è un ottimo film supportato qua e là, nelle scene chiave, da una interpretazione psichiatrica del disagio, con filosofia annessa, di una certa profondità e coerenza.
Splendide le location del film, girato in Spagna, New York, Copenhagen, da cui scaturiscono immagini preziose per inquadrature e contenuti, selezionate con cura, di grande effetto, simili alla forma nota del meraviglioso, immagini che si assimilano felicemente con la storia creando un contrasto vita-morte che affascina e coinvolgendo le profondità più recondite della psiche dello spettatore là dove accennano a diventare sogno-incubo.

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