Recensione mia madre
Recensione a cura di JackR
Le riprese del nuovo film di Margherita (Margherita Buy) sono complicate dalle bizze dell'attore americano scritturato per il ruolo centrale (John Turturro) e da vicende personali: una storia d'amore che finisce, un rapporto difficile con la figlia adolescente (Beatrice Mancini) e su tutto la malattia della madre (Giulia Lazzarini), che si aggrava improvvisamente e la porta inevitabilmente a riflettere su se stessa.
Nanni Moretti è sempre stato in grado di bilanciare una spiccata vocazione per la commedia con un registro intellettuale molto personale (non a caso non ha fatto scuola, né ha seguito esplicitamente alcun maestro ), confezionando opere sempre ricche di contenuti e spunti, spesso esponendosi in prima persona. Come accaduto per Il "Caimano" (nel quale, pur scegliendo un ruolo marginale, chiudeva il suo "rapporto artistico" con Berlusconi iniziato in "Aprile", con l'immedesimazione della profetica sequenza finale) e per "Habemus Papam", anche in "Mia Madre" decide invece di farsi da parte e lasciare a Margherita Buy un personaggio stavolta evidentemente ispirato a se stesso, il regista importante in crisi lavorativa e personale. "Rompi almeno uno schema", suggerisce Moretti stesso, nei panni del fratello Giovanni, a Margherita, cioè a se stesso.
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