venerdì 28 settembre 2012

Recensione L'AMORE E IL SANGUE

Recensione l'amore e il sangue




Regia di Paul Verhoeven con Rutger Hauer, Jennifer Jason Leigh, Tom Burlinson

Recensione a cura di Fulvio Baldini aka peter-ray (voto: 7,5)

In un luogo non ben definito dell'Europa occidentale, nell'anno 1501, il nobile Arnolfini, cacciato dalla sua città, tenta di riconquistarla ingaggiando a supporto dell'esercito capitanato da Hawkwood un gruppo di mercenari a cui promette il saccheggio delle famiglie più ricche per 24 ore.
In questa prime sequenze vengono già introdotti e accennati alcuni dei principali personaggi della vicenda. Tra le file mercenarie vi sono Martin e la sua allegra compagnia di tirapiedi che comprende un farneticante cardinale, la sua compagna Celine, la prostituta Polly, gli amanti Miel e Orbec e i guerrieri Kars e Summer, inoltre viene introdotto un ulteriore protagonista che vestirà i panni del figlio di Arnolfini, l'aspirante scienziato Stephan.

Si avverte il lettore che la recensione di qui in avanti contiene spoiler; si suggerisce di interrompere la lettura qualora non si sia visto il film.

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giovedì 27 settembre 2012

Recensione WOODY

Recensione woody




Regia di Robert B. Weide con Woody Allen, Letty Aronson, Marshall Brickman, Josh Brolin, Dick Cavett, Penélope Cruz, Larry David, John Cusack

Recensione a cura di Terry Malloy

Per i grandi registi è spesso inevitabile che il cinema produca opere autoreferenziali e vagamente adulatorie che raccontino la loro storia, è un'operazione commerciale abbastanza frequente, che nella fattispecie dei documentari non costituisce un'aberrazione estetica, ma che tocca il fondo per esempio nelle (auto)biografie degli atleti.

Quest'anno spetta a Woody Allen il piedistallo di raccontare intimamente la sua storia ai milioni di cinefili e spettatori che hanno apprezzato e amato le sue opere. Il cliché del genere impone la presenza fissa di questi elementi:

  1. Overture ad effetto (il film si apre infatti con le tipiche sequenze fotografiche iniziali delle commedie alleniane. Alcuni scatti di New York, città natale del regista, replicando addirittura il font grafico dei titoli di testa che ormai, dopo circa 40 film, abbiamo cominciato a riconoscere come marchio di fabbrica di Woody Allen e della sua s.p.a.)
  2. Parti dei film di cui si è scelto di parlare: probabilmente le parti migliori, e questo è piuttosto triste. O perlomeno è normale.
  3. Parti di comparse pubbliche di Allen prima che cominciasse la sua attività di regista (fondamentali).
  4. Parti di passate interviste allo stesso (ininfluenti, ma comunque ci stanno).
  5. Comparse di Allen a vari festival accecanti (degne di nota per la battuta: "adesso andiamo là e gli tiriamo carne cruda").
  6. Interviste a vari personaggi, più o meno noti, in ordine di importanza:
    • Grandi registi: Martin Scorsese (palesemente non in grado di dire qualcosa di interessante sul suo collega)
    • Grandi attori: vedi dopo
    • Famigliari: che raccontano retroscena più o meno gradevoli sulla vita di un autore di cui conosciamo così tanto l'infanzia, grazie alle sue bellissime battute e a un film autobiografico come "Annie Hall", da chiederci che utilità effettiva abbiano nell'economia narrativa del documentario. Compaiono una madre e una sorella.
    • Woody Allen: ovvio.
    • Gli amici intimi/persone che hanno lavorato con Woody: in particolare i suoi storici produttori, Charles Joffe e Jack Rollins, che incensano la loro macchina da soldi, più o meno con l'affetto con cui un miliardario parlerebbe del motore della sua nuova Lamborghini. "He's an industry!" (e qui ci si augura che il protagonista non abbia visionato questo documentario e non lo faccia mai)
    • Altra gente misconosciuta ma comunque autorizzata a parlare: critici vari (che in realtà dicono le cose più significative di tutto il film, in particolare una sottospecie di sacerdote/cinefilo che pare anche l'unico interessato a dire cose un minimo ispiranti sull'argomento di cui si sta parlando), scrittori e drammaturghi ostentanti una stima esagerata verso un artista che in fin dei conti ha fregato loro, in modo anche abbastanza ingiustificato, quasi tutti i soldi e la notorietà della torta dello spettacolo, comici del passato di cui nessuno ormai si ricorda più, che però paradossalmente contribuiscono ad alzare il livello di questo documentario, raccontando aneddoti splendidi sull'attività pre-cinematografica di Allen, ossia di comico da palcoscenico e locali in penombra, oppure come gigante televisivo di salotti pre-Letterman, sicuramente le parti più interessanti del film, poiché appunto sconosciute ai più, soprattutto a noi spettatori europei.

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mercoledì 26 settembre 2012

Recensione MAGIC MIKE

Recensione magic mike




Regia di Steven Soderbergh con Channing Tatum, Alex Pettyfer, Matthew McConaughey, Olivia Munn, Matt Bomer, Joe Manganiello, Wendi McLendon-Covey, Cody Horn, Danielle Riley Keough, Kevin Nash, Adam Rodriguez, Gabriel Iglesias

Recensione a cura di foxycleo

«Sei il marito che non hanno mai avuto. L'uomo dei sogni che non è mai arrivato»

«Ecco a voi i soli e unici eccita passere re di Tampa»

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martedì 25 settembre 2012

Recensione IL ROSSO E IL BLU

Recensione il rosso e il blu




Regia di Giuseppe Piccioni con Margherita Buy, Riccardo Scamarcio, Roberto Herlitzka

Recensione a cura di peucezia

A tre anni da "Giulia non esce di sera", Giuseppe Piccioni torna alla regia con una commedia ironica e graffiante ambientata nel mondo della scuola e tratta da un romanzo di Marco Lodoli.

In un liceo romano si incrociano le storie parallele di Fiorito (Roberto Herlitzka), docente di storia dell'arte alle soglie della pensione sfiduciato e privo di qualsiasi slancio verso la sua professione, un tempo svolta con passione; Preziosi (Riccardo Scamarcio), supplente di italiano al primo incarico, pieno di buona volontà e di idee innovative; Giuliana (Margherita Buy), dirigente scolastica austera e algida che nasconde dietro la sua fredda professionalità una personalità fragile e piena di insicurezze.
Accanto alle storie degli adulti si raccontano le vicende di Adam, il primo della classe IV F, rumeno, invaghito di una giovane viziata e sbandata che lo spinge a un atto estremo; Mordini, ragazza apparentemente frivola e disinteressata con un grande dramma familiare e Brugnoli, abbandonato misteriosamente da una madre bambina e preso in consegna dalla preside dell'istiuto suo malgrado.

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Recensione LEROY

Recensione leroy




Regia di Armin Völckers con Alain Morel, Anna Hausburg, Constantin von Jascheroff, Günther Kaufmann, Eva Mannschott

Recensione a cura di HollywoodUndead (voto: 8,5)

Attenzione, la recensione potrebbe contenere SPOILER, si consiglia la visione del film prima della lettura.

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lunedì 24 settembre 2012

Recensione L'INTERVALLO

Recensione l'intervallo




Regia di Leonardo Di Costanzo con Alessio Gallo, Francesca Riso, Salvatore Ruocco, Carmine Paternoster

Recensione a cura di kowalsky (voto: 7,5)

"Un canto di sfida può essere confuso con un canto d'amore"
Questa frase, attribuita al personaggio maschile, Salvatore, è un po' facile chiamarla l'incantesimo che spezza la routine, però è altrettanto necessario soffermarsi sulle modalità del film, su quell'ingenuo richiamo ai nostri sogni che possono sembrare qualcosa di impossibile. Solo il bisogno di esprimerli dà voce al pensiero conglobato nella mente di ognuno di noi. I due protagonisti recitano a soggetto un'esperienza come una sorgente di vita. Ragazzi, non attori (Francesca Riso e Alessio Gallo), scelti dal regista tra 200 volti della periferia di Napoli, messi davanti a una rappresentazione temporale e quotidiana ambientata nell'ex-ospedale psichiatrico Leonardo Bianchi.

E' il racconto di due adolescenti, Salvatore e Veronica, con due ruoli diversi imposti, ma in fondo accostati da un destino comune. Sono entrambi chiusi per ore all'interno di un edificio abbandonato, con il compito di sorvegliarsi l'un l'altro.
In realtà lei è la prigioniera e lui un improvvisato carceriere, su commissione del capo clan della zona, il boss Bernardino. Lui gestisce con il padre un chiosco di bibite, che gli viene sequestrato affinché possa occuparsi esclusivamente di lei; lei ha avuto la colpa di essersi innamorata di un membro del clan rivale, e per questo dovrà pagare forse con la vita la sua offesa.

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Recensione AIR DOLL

Recensione air doll




Regia di Hirokazu Koreeda con Du-na Bae, Arata, Itsuji Itao

Recensione a cura di fabrizio dividi

"Air doll", cuore di plastica.
Chi dice che le fiabe sono passate di moda si goda la visione di "Air doll" del giapponese Koreeda, uno dei massimi rappresentanti del cinema del Sol Levante contemporaneo.

Tratto da un popolare manga, la storia è solo apparentemente banale e inverosimile: un uomo vive con una bambola gonfiabile, la quale si anima e inizia a vagare per una Tokyo algida e meravigliosa alla ricerca del senso della vita, ecco tutto.

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venerdì 21 settembre 2012

Recensione THE BOURNE LEGACY

Recensione the bourne legacy




Regia di Tony Gilroy con Jeremy Renner, Rachel Weisz, Edward Norton, Joan Allen, Albert Finney, Oscar Isaac, Scott Glenn, Stacy Keach, Corey Stoll

Recensione a cura di peucezia

2002: Tratto molto liberamente dal romanzo del 1980 di Robert Ludlum "L'uomo senza volto", esce sul grande schermo "The Bourne Identity", storia di un uomo misterioso che successivamente si scoprirà chiamarsi Jason Bourne ed essere un ex agente CIA (Matt Damon), senza memoria e braccato.
Il successo al botteghino è enorme e anche i sequel sono salutati da un uguale risultato anche se via via meno avvincenti del primo episodio.

2012: Matt Damon esce di scena e anche il regista Paul Greengrass, che aveva diretto i due sequel dopo Doug Liman lascia per cedere il posto allo storico sceneggiatore della trilogia, Tony Gilroy.
Nuovo protagonista è Jeremy Renner, affiancato da Edward Norton e da Rachel Weisz che, dopo aver interpretato il ruolo della scienziata e filosofa Ippazia in "Agorà" torna a un ruolo da "intellettuale" impersonando una ricercatrice.
Il nuovo personaggio si chiama Aaron Cross, non soffre di amnesia e, trovandosi in una impervia zona montana, è stato fortunosamente risparmiato da una poco ortodossa "chiusura di programma" che prevede l'eliminazione fisica dei suoi partecipanti. Assume medicinali per migliorare le prestazioni fisiche e, per non dipendere dalla volontà di chi lo ha assunto, vorrebbe rifarsi una nuova vita dimenticando un passato scomodo e doloroso; ma anche lui è costretto a sfuggire a chi gli dà la caccia, rappresentato dal "villain" Edward Norton e dagli altri ai vertici.

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Recensione INDIAN - LA GRANDE SFIDA

Recensione indian - la grande sfida




Regia di Roger Donaldson con Anthony Hopkins, Lana Antonova, Juliana Bellinger, Chris Bruno, Martha Carter, Jessica Cauffiel, Jessica Cauffiel, Campbell Cooley

Recensione a cura di pompiere (voto: 6,0)

Burt Munro (Anthony Hopkins) è un anziano neozelandese un po' eccentrico. Vive a Invercargill (da scrivere con una sola "elle" se non si ha abbastanza inchiostro), città vera che racconta di una storia vera avente inizio da uno dei punti più a sud del mondo. Oltre a conservare gelosamente una serie invidiabile di pistoni, da lui direttamente prodotti e lavorati, Burt si ingegna per costruire qualcosa di importante intorno a una moto che tiene gelosamente custodita.

Mentre è tutto preso nelle sue frenetiche e incessanti attività di ricomposizione, Burt prepara il thè con l'acqua dove mette a raffreddare i pezzi meccanici, fa pipì sulla pianta di limone causa prostata indebolita, si taglia le unghie usando un flessibile e gestisce i suoi rapporti con la comunità in modo allegro e spensierato. Intanto accumula i risparmi della pensione per destinarli a un viaggio da fare insieme alla fedele Indian Scout del 1920, gloriosa moto a pedali dell'esercito. Il proposito di Munro è quello di battere il record di velocità di categoria con cilindrata inferiore a mille centimetri cubici. Ma la vecchiaia incombe e il percorso verso gli Stati Uniti del 1963 è lungo.

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giovedì 20 settembre 2012

Recensione RIBELLE - THE BRAVE

Recensione ribelle - the brave




Regia di Mark Andrews, Brenda Chapman con -

Recensione a cura di Luke07 (voto: 7,0)

"Il destino mescola le carte, ma è l'uomo a giocare la partita"
Victor Hugo

Figlia di re Fergus e della regina Elinor, Merida è una principessa atipica che non sogna il principe azzurro, bensì di vivere straordinarie avventure nelle selvagge Highlands scozzesi. Il futuro disegnato per lei da sua madre è però ben diverso, la attende un matrimonio combinato e il rispetto delle tradizioni o altrimenti il regno cadrà nel caos. Disperata, decide di rivolgersi ai sortilegi di una vecchia strega per cambiare il suo destino, ma quello che era cominciato come un semplice capriccio si trasforma in una maledizione che la cambierà per sempre.

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Recensione MAGNIFICA OSSESSIONE

Recensione magnifica ossessione




Regia di Douglas Sirk con Jane Wyman, Rock Hudson, Barbara Rush, Otto Kruger, Agnes Moorehead

Recensione a cura di amterme63 (voto: 8,0)

Se Alfred Hitchcock è il maestro della suspense, Douglas Sirk lo è del sentimento. Entrambi ci hanno lasciato delle opere cinematografiche che sono dei modelli indiscussi di perfezione stilistica. Il loro segreto è di quello di avere raggiunto una perfetta sintesi fra i vari elementi dell'opera d'arte, di averli esposti con misura e chiarezza, nonché con potenza ed efficacia. Si tratta insomma del tipico stile artistico che in genere viene designato come "classico".
Il meglio dell'opera di Sirk consiste in alcuni film usciti alla fine degli anni '50, ancora oggi ammirati per la grande potenza espressiva melodrammatica, anche se possono apparire sorpassati dal punto di vista dell'intreccio (con largo uso di coincidenze e semplificazioni) e del messaggio ideale (così sicuro e convincente allora, ingenuo ed illusorio visto con gli occhi di oggi).

Il primo film della serie (che comprende capolavori come "Secondo amore" e "Lo specchio della vita") è "Magnifica Ossessione", uscito nel 1954.
Si racconta di un miliardario (Bob Merrick, interpretato da un sensuale Rock Hudson) viziato e scapestrato che viene salvato da uno spericolato incidente sportivo grazie ad un respiratore, proprio mentre il suo proprietario (il Dottor Phillips, mai mostrato durante il film) veniva colpito da un attacco cardiaco. Sentendosi in colpa per la morte del dottore, Bob cerca di instaurare un rapporto con la vedova Helen (una bravissima Jane Wyman). Il rapporto presto diventerà amoroso, ma dovrà attraversare notevoli prove e traversie (tra cui la cecità di Helen) per poter infine trovare una propria (forse) felice realizzazione.
Nel frattempo in Bob Merrick avviene una profonda maturazione spirituale, stimolata dalla conoscenza del carattere filantropo e umanitario (nonché assolutamente riservato) del Dottor Phillips. Stimolato dai dialoghi e dalla protezione di un personaggio-angelo custode (il pittore Randolph) ne adotta la filosofia, facendone una specie di ragione di vita, un modo per attingere alla "sorgente dell'energia infinita" (come viene chiamata nel film). Questa "fede" diventa così una specie di missione che trova l'unico scopo e ragione nel solo fatto di compiersi, diventando in pratica una "magnifica ossessione".

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mercoledì 19 settembre 2012

Recensione MONSIEUR LAZHAR

Recensione monsieur lazhar




Regia di Philippe Falardeau con Mohamed Fellag, Sophie Nélisse, Émilien Néron, Danielle Proulx, Evelyne de la Chenelière

Recensione a cura di pompiere (voto: 8,0)

Esterno giorno. Cortile innevato di una scuola di Montréal. Simon (Émilien Néron) va a prendere la scorta quotidiana di latte per portarla in classe. Il giovedì è il suo turno. Si reca di corsa alla dispensa, ne mette un po' in una cassetta di plastica, e si dirige verso la porta dell'aula che stranamente è chiusa a chiave. Il dodicenne sbircia dalla fessura in vetro, indietreggia spaventato, poi corre a perdifiato a cercare aiuto mentre il suono della campanella annuncia l'ora di inizio delle lezioni. Purtroppo Martine, la professoressa di Simon, non potrà insegnare mai più: il suo corpo penzola dal soffitto della classe. La donna si è suicidata stringendosi un cappio intorno al collo.

I disegni affissi nei corridoi che rappresentano cuoricini raggianti, soli radiosi e alberi placidi, per un momento non hanno più senso. Il contrasto col dramma appena consumatosi è troppo forte.
Si prova a cancellare le tracce della tragedia, cambiando il colore delle mura, chiamando una psicologa che possa valutare lo shock subito dai ragazzi. Ma a perdere la testa sembra siano soprattutto gli adulti: i genitori fanno domande fuori luogo e mostrano estrema apprensione; la preside pretende che una supplente angosciata possa mantenere la calma fra gli alunni in attesa che un sostituto si faccia vivo quanto prima. Poi un giorno si presenta il signor Bachir Lazhar (Fellag), un uomo dall'aspetto qualunque, il quale afferma di aver letto l'annuncio sul giornale e di aver svolto per 19 anni l'attività di insegnante presso una scuola di Algeri...

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Recensione MARION BRIDGE

Recensione marion bridge




Regia di Wiebke von Carolsfeld con Molly Parker, Rebecca Jenkins, Stacey Smith, Ellen Page

Recensione a cura di HollywoodUndead (voto: 6,5)

Un budget degno di un'americanata per il canadese "Marion Bridge", film del 2002 che ci racconta l'avventura di Agnes, ritornata a Marion Bridge, nella Nuova Scozia, per accudire la madre moribonda insieme alle altre due sorelle, Theresa e Louise.
Appena ritornata a casa, Agnes scopre che la vita della piccola cittadina e delle sue sorelle non è per niente facile e noiosa come credeva.

"Marion Bridge" è una pellicola con un potenziale elevatissimo, ma a causa di una sceneggiatura non all'altezza (confezionata da Daniel MacIvor, regista del bellissimo "Wilby Wonderful"), non riesce mai a decollare come si deve, risultando un film maledettamente incompleto.

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