Recensione womb
Recensione a cura di pompiere (voto: 4,0)
Rebecca (Eva Green) e Tommy (Matt Smith) sono due dodicenni molto intimi: amici che condividono il fugace gesto di un frutto mangiato sotto il temporale, i giochi sul bagnasciuga, la spartizione del letto a casa del ragazzo. Lei vive col nonno e, alle novelle della sera, preferisce fantasticare da sola mentre si accarezza il grembo (il "womb" del titolo), come fosse già consapevole di un senso della maternità tutto speciale. Poi il destino incombe: Rebecca sta per partire per Tokyo, dove c'è la madre ad attenderla, e quindi dovrà dire addio al suo amore infantile...
Dramma acquitrinoso diretto dall'ungherese Benedek Fliegauf, il film sfiora in modo personale ed epidermico il tema scottante della clonazione.
Provvisto di dialoghi che hanno la pretesa di essere risolutivi, l'accadimento si fa carico di risvolti surreali che forse non gli si addicono fino in fondo. L'aria di ineluttabilità in stile "insieme per sempre" che circonda i corteggiamenti fra Tommy e Rebecca è troppo solitaria ed esclusiva, dato che allo spettatore non viene dato il tempo di entrare in empatia con i personaggi. La "cacciata" di quasi tutti gli altri soggetti coi quali interagiscono (che fine ha fatto l'autista dell'incidente? Perché i protagonisti si muovono catatonici infischiandosene della presenza altrui?) provoca irritazione e noia.
E poi, come mai Eva Green ha sempre la solita espressione indolente? Quale motivazione ha spinto il regista a tenere troppo fuori scena la bravissima Lesley Manville (nel film madre di Thomas) già vista in "Another Year" di Mike Leigh? La Green ha il gravoso compito di ricoprire un ruolo difficile e non riesce a simulare con lo sguardo quelle verità nascoste che sarebbero dovute rimanere tali per spettatori e attori, nonché quei sentimenti equivoci che la parte avrebbe richiesto, magari con addosso un po' di trucco in più.
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