Recensione dalla collina dei papaveri
Recensione a cura di JackR
Dopo una spettacolare dimostrazione di protesta da parte dei ragazzi dei club studenteschi, che non vogliono che lo storico edificio che ospita le sedi dei club sia demolito, in quanto memoria storica della scuola, Umi si avventura nel fatiscente edificio per fare la conoscenza di Shun, caporedattore del giornale scolastico. Per Umi, una semplice collaborazione al giornale scolastico si trasforma presto in adesione alla crociata anti demolizione, mentre l'amicizia con Shun diventa qualcosa di più forte. Uno sconvolgente segreto legato al loro passato emerge e mette in crisi il loro rapporto...
Il secondo lungometraggio di Goro Miyazaki (figlio del maestro Hayao, che ha partecipato alla sceneggiatura) segue "I racconti di terramare" ("Tales from Earthsea"), incerto esordio del 2006.
Se il precedente lungometraggio prediligeva un'ambientazione fantastica ma mancava di coesione e di ritmo, "From Up On Poppy Hill" è invece privo di qualsivoglia elemento fantastico o sovrannaturale, temi ricorrenti nella produzione dello Studio Ghibli ed in particolare delle opere di Hayao Miyazaki, ma trova il giusto equilibrio tra le varie parti della storia: pur non riuscendo mai a stupire, emoziona e diverte.
L'unico momento squisitamente miyazakiano è l'ingresso di Umi nella fatiscente casa dello studente. Un edificio quasi escheriano, che sembra più grande all'interno che da fuori e che conserva cimeli di generazioni di studenti oltre alle sedi di tutti i club studenteschi. La visuale che dall'ampio atrio sale a rivelare i piani superiori (realizzati con dei ballatoi che affacciano su uno spazio aperto al centro, quindi visibili dal piano terra) riporta alla fantastica entrata in scena del Castello Errante del Mago Howl che compare dalla nebbia.
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