giovedì 31 maggio 2012

Recensione GRINDHOUSE - A PROVA DI MORTE

Recensione grindhouse - a prova di morte




Regia di Quentin Tarantino con Kurt Russell, Sydney Tamiia Poitier, Vanessa Ferlito, Jordan Ladd, Tracie Thoms, Rosario Dawson

Recensione a cura di Peter Lyman

Negli States, intorno agli anni '60, alcuni cinema iniziarono ad essere denominati "grindhouse"; tale epiteto stava ad indicare con tutta probabilità il modo in cui i film venivano proiettati, o meglio "macinati" uno dopo l'altro nei proiettori. Solitamente tali pellicole venivano raggruppate per sottogeneri (slasher, splatter, ecc.) e distribuite localmente quasi come se fosse un passaparola.
Le tematiche affrontate da tali film non erano propriamente usuali per le ridenti comunità di spettatori americani, infatti erano ricercate dallo spettatore di "periferia", da colui che abbisognava di qualcosa che sollecitasse i più reconditi impulsi primordiali: sangue, violenza e sesso.
Quentin Tarantino e l'amico e collaboratore Robert Rodriguez presentano nel 2007 i due film grindhouse, espliciti esempi dell'affettività dei due registi verso quel cinema che, ormai con l'evolversi giorno dopo giorno della tecnologia e delle reti di comunicazione mondiali, ha perso di genuinità e manca della spontaneità di un tempo.
Negli Stati Uniti, i due film corrono di pari passo, distribuiti come double feature, mentre a livello internazionale i due film escono separati poiché non c'è appunto quella cultura dedita ai grindhouse. Oltre a ciò, i due film sono molto diversi: Rodriguez è prevalentemente ispirato più agli horror-movie e seguendo le orme carpenteriane e influenzato in maggior parte dai film di G. Romero, rende il suo "Planet Terror" un film colmo di atmosfere noir che catapulta lo spettatore in una futuristica cittadina devastata da un'epidemia chimica.
"A prova di morte" è invece una corsa un po' pazza e quasi comica di un killer che si diverte a spedire all'altro mondo le sue vittime grazie alla sua macchina da stuntman.

Ad Austin, Texas, Jungle Julia, Shanna e Arlene passano la giornata tra un battibecco e l'altro, tra rivelazioni amorose e marijuana che bisogna assolutamente comprare, fermandosi prima a un pub nel tardo pomeriggio e per finire la serata in un altro. Da Guero's, Jungle Julia, che è una delle DJ radiofoniche locali, informa Arlene di uno scherzo fatto da lei alla radio: Julia annunciò che se qualche maschio temerario avesse accettato la sfida di offrire da bere ad Arlene e di recitarle una poesia di Robert Frost avrebbe vinto un giro di lap dance.
Arrivata la sera, le ragazze si spostano al Texas Chili Parlor, dove fanno conoscenza, oltre che di alcuni ragazzi in cerca di femmine facili, di Stuntman Mike. Arlene lo ha già visto nel pomeriggio fuori da Guero's e riconosce la sua minacciosa Chevrolet Nova per l'inquietante teschio dipinto sul cofano. Mike, che rimane quasi tutta la sera al bancone ad osservare le ragazze al tavolo, fa conoscenza di Pam, una giovane e bella ragazza forse un po' troppo su di giri ed ingenua per rendersi conto che accettare un passaggio da uno sconosciuto che ha un teschio dipinto sulla macchina da stuntman non è proprio all'ordine della sicurezza. Prima di ciò, "Icy-Hot" recita alla perfezione la poesia a "Butterfly", offrendole da bere... e dopo un po' riesce a convincerla a fare la lap dance.
Una volta che Julia e le altre se ne vanno, Pam commette l'errore di salire sulla macchina dello stuntman sconosciuto, il quale dopo pochi minuti le fa desiderare di non esserci mai salita. Una volta uccisa Pam, schiantata contro il cruscotto dell'auto, Stuntman Mike si prepara a colpire i suoi veri bersagli, ovvero Jungle Julia e le sue amiche. E così fa, cappottandosi contro la loro macchina ai 300 all'ora, uccidendole tutte sul colpo e riuscendo a sopravvivere nonostante gravi lesioni.
Quattordici mesi dopo, Mike esce dall'ospedale e si prepara a colpire di nuovo, questa volta a bordo di una Dodge Charger, l'obbiettivo questa volta sono quattro ragazze che lavorano per il cinema: un'addetta al trucco, Abernathy, un'attrice, Lee e infine due stuntwomen, Kim e Zoe. Mike inizia il suo gioco, toccando più volte il piede di Abernathy che sporge dalla macchina e fotografando le ragazze da lontano. Dopo altre esilaranti discussioni tra donne che durano per una buona metà del secondo atto, lo stuntman inizia a spargere di nuovo il terrore, ma sarà proprio quello il suo errore fatale, poiché questa volta le ragazze non sono delle sprovvedute...

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mercoledì 30 maggio 2012

Recensione MOLTO FORTE, INCREDIBILMENTE VICINO

Recensione molto forte, incredibilmente vicino




Regia di Stephen Daldry con Tom Hanks, Sandra Bullock, Thomas Horn, Max von Sydow, Viola Davis,John Goodman, Jeffrey Wright

Recensione a cura di Carlo Baldacci Carli (voto: 7,5)

"Se il Sole esplodesse, per otto minuti il Mondo sarebbe ancora illuminato e sentiremmo ancora caldo"

Oskar Schell (Thomas Horn) ha perso il padre Thomas (Tom Hanks) durante l'attacco alle Twin Towers l'undici settembre 2001. Il bambino era legato al padre da un rapporto molto forte. In particolare Thomas aiutava il figlio a vincere le proprie paure e le proprie insicurezze organizzando per lui un gioco che chiamavano "Spedizione Esplorativa".
Durante queste missioni Thomas inventava un percorso di ricerca costellato di indizi che il figlio doveva seguire girando per la città e interagendo con estranei, scoprendo così realtà diverse dalla propria e superando la difficoltà di relazionarsi col prossimo. La loro ultima Spedizione Esplorativa era la ricerca di un fantomatico Sesto Distretto di New York misteriosamente scomparso. La spedizione non fu mai conclusa poiché Thomas fu ucciso. A causa di questo loro gioco, quando Oskar trova una misteriosa chiave nascosta in un vaso nell'armadio che ancora conserva i vestiti del padre, pensa che si tratti di un ultimo indizio, un'ultima ricerca lasciatagli da Thomas, che in una delle loro ultime conversazioni lo aveva esortato a "non smettere mai di cercare". Così, Oskar incomincia a raccogliere gli indizi che possano condurlo alla serratura che quella chiave misteriosa potrà aprire.

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martedì 29 maggio 2012

Recensione QUELLA CASA NEL BOSCO

Recensione quella casa nel bosco




Regia di Drew Goddard con Richard Jenkins, Bradley Whitford, Chris Hemsworth, Fran Kranz, Kristen Connolly, Anna Hutchinson, Jesse Williams, Brian J. White, Jodelle Ferland, Tom Lenk, Amy Acker, Patrick Gilmore, Sigourney Weaver

Recensione a cura di HollywoodUndead (voto: 7,0)

"Citare è un continuo conversare con il passato per dare un contesto al presente."

Così disse Alberto Manguel riferendosi alle citazioni, molto spesso usate e altrettanto spesso abusate. Non è forse il caso di "Quella casa nel bosco", horror targato 2011 e diretto da Drew Goddard, al suo debutto dietro la macchina da presa.

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lunedì 28 maggio 2012

Recensione SCOSSA

Recensione scossa




Regia di Francesco Maselli, Carlo Lizzani, Ugo Gregoretti, Nino Russo con Amanda Sandrelli, Massimo Ranieri, Paolo Briguglia, Lucia Sardo, Gianfranco Quero, Gioacchino Cappelli

Recensione a cura di peucezia

Pensato per commemorare il centenario del terremoto di Messina, il film è stato presentato a Venezia solo nel 2011 a causa di una serie di vicissitudini di varia natura.
Quattro grandi registi (originariamente erano in cinque, ma poi la scomparsa di Andrea Frezza ha modificato il progetto in corso d'opera) hanno dato una loro personale visione degli eventi del 1908 partendo dall'immediata vigilia e soffermandosi su quanto accaduto dopo la terribile scossa distruttrice.

Il primo episodio che vede come assoluta protagonista Lucia Sardo è stato girato da Carlo Lizzani.
Speranza, una donna rimasta vedova prematuramente, ha un'esistenza agiata ed è serena con i suoi figli ma rimasta tra le macerie della sua casa crollata aspetta solo che la morte la riunisca al suo compagno poiché nessuno riesce a raggiungerla tranne un infame sciacallo che, dopo aver rubato qualche suppellettile fugge via vigliaccamente.
Scenografia asciutta e quasi spettrale come il volto dell'anziana vicina, istupidita dal dolore, che cammina lungo le case ormai ridotte a misere macerie convinta di aver visto la fine del mondo.

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venerdì 25 maggio 2012

Recensione MARILYN

Recensione marilyn




Regia di Simon Curtis con Michelle Williams, Kenneth Branagh, Julia Ormond, Eddie Redmayne, Dougray Scott, Judi Dench, Pip Torrens, Emma Watson, Geraldine Somerville, Michael Kitchen, Miranda Raison, Toby Jones, Philip Jackson, Robert Portal, Jim Carter, Victor McGuire

Recensione a cura di JackR

"Even when you died, and the press still hounded you
all the people had to say was that Marylin was found in the nude"
(Elton John, Candle In The Wind)

1956: Marylin Monroe (Michelle Williams) viene scelta per il ruolo della protagonista da Sir Lawrence Olivier (Kenneth Branagh) per la trasposizione cinematografica di "The Sleeping Prince". Il giovane aiuto regista Colin Clarke (Eddie Redmayne), al suo primo incarico nel mondo del cinema, è l'unico che riesce a stabilire un contatto umano con Marylin, finendo inevitabilmente per innamorarsene. Mentre il comportamento poco professionale di Marylin mette a dura prova la pazienza del regista e del resto del cast, Colin e Marylin vivono un'intensa, inattesa settimana.

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giovedì 24 maggio 2012

Recensione LOVE & POP

Recensione love & pop




Regia di Hideaki Anno con Tadanobu Asano, Megumi Hayashibara, Akira Ishida

Recensione a cura di Tommaso Ghirlanda (voto: 8,5)

Anno Hideaki è senza dubbio una delle personalità più importanti della cultura giapponese, non fosse altro che per quel "Noen Genesis Evangelion" che ne ha rappresentato un vero spartiacque: la pop culture del Sol Levante prima, e dopo "Eva", hanno infatti valori e caratteristiche totalmente diversi, quasi antitetici. Naturalmente, l'anime di Anno ha avuto una tale influenza solamente perché è stato il primo che ha mostrato l'essenza della società giapponese post '95 che, con lo scoppio della bolla economica prima e l'attentato alla metropolitana di Tokyo poi, aveva ormai dovuto dire addio al japanese dream e fare i conti con una dura e fredda realtà. Persa l'illusione di avere dei valori solidi, e venuto meno il ruolo educativo della società, a Shinji non rimaneva altro che ritirarsi nel suo mondo interiore rifiutandosi di combattere, così come facevano (e fanno) i tantissimi hikikomori (coloro che si rifiutano di uscire di casa o addirittura dalla propria stanza) giapponesi.

Se questo è un atteggiamento prevalentemente maschile come risposta alla crisi di valori postmoderna, quello invece che le ragazze giapponesi hanno mostrato è un iper-consumismo compulsivo; ponendo la merce e gli status symbol materiali alla cima della nuova scala di (non) valori. E per ottenere i soldi necessari a soddisfare le proprie pulsioni consumistiche, le liceali giapponesi non esitavano a darsi alla pratica degli enjo-kosai, appuntamenti a pagamento che sovente poco differiscono dalla normale prostituzione: Hikikomori e enjo-kosai sono termini che si diffondono proprio in questo periodo, indicando due problemi sociali che non sono altro che la risposta rispettivamente maschile e femminile alla caduta dei valori moderni e alla comparsa dei non valori post-moderni. Quello che fa Anno con "Love & Pop" è riesplorare il mondo adolescenziale della seconda metà degli anni '90 giapponesi, ma questa volta dal punto di vista femminile: la liceale dedita agli enjo-kosai Chisa non è altro che la versione femminile dell'otaku hikikomori Shinji.

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mercoledì 23 maggio 2012

Recensione IL RIFUGIO

Recensione il rifugio




Regia di François Ozon con Isabelle Carré, Louis-Ronan Choisy, Pierre Louis-Calixte, Melvil Poupaud, Claire Vernet, Jean-Pierre Andréani, Marie Rivière, Jérôme Kircher, Nicolas Moreau, Emile Berling, Maurice Antoni

Recensione a cura di Mimmot

Da molto tempo ormai il regista francese François Ozon ci ha abituati ad un cinema rivolto soprattutto all'analisi psicologica dei suoi personaggi e capace di mescolare ambiguità e trasgressione, sensibilità e passione, senza per questo snaturare in profondità la realtà del mondo che ci sta attorno.
Egli, infatti, invece di dare alle sue opere una sostanziale e facilmente riconoscibile compattezza di vedute, ama girare lo sguardo verso tematiche che spaziano da un genere all'altro, senza mai allontanarsi da quelle atmosfere di raffinata eleganza ai temi che preferisce trattare, nei quali si mescolano bisogni e sentimenti, convenzioni e anticonformismo, intimismo e materialità, eros e thanatos. Ecco dunque che il suo cinema è sfuggente, minimalistico, urticante a volte, scevro da ipoteche confessionali e ideologiche, mai chiuso in se stesso, in costante giustapposizione tra le istanze dei protagonisti, lo sguardo dello spettatore, e le necessità del racconto.
Pertanto, nella variegata filmografia del regista parigino, è possibile trovare tracce della sua costante necessità di esplorare con creatività la capacità della condizione umana di adattarsi alle brutalità delle cose. Le storie che mette in scena sono segnate da un'ambiguità che non subisce il fascino della dispersione di ciò che sta oltre ciò che siamo abituati a considerare nostro.

Ogni film del regista è anche una parabola sui labirinti della rappresentazione, in cui la finzione non si sostituisce alla realtà, ma la affianca per rafforzarla.
Ozon, insomma, non ha remore ad entrare diritto nel cuore delle storie, a scavare in profondità negli eventi perturbati dell'anima; i sui personaggi sono in balia di varie possibilità, prigionieri di un destino da cui non si può fuggire, che si diverte a combinare e scombinare le cose. Sono così Mousse, Louis e Paul, i personaggi de "Il rifugio", giovani alla deriva... occupati a sopravvivere.

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martedì 22 maggio 2012

Recensione WORKERS - PRONTI A TUTTO

Recensione workers - pronti a tutto




Regia di Lorenzo Vignolo con Dario Bandiera, Alessandro Bianchi, Paolo Briguglia, Nino Frassica, Nicole Grimaudo, Francesco Pannofino, Michelangelo Pulci, Alessandro Tiberi, Daniela Virgilio, Luis Molteni, Andrea Bruschi

Recensione a cura di marcoscafu (voto: 6,5)

Nell'Italia della crisi lavorativa l'agenzia interinale "Workers" di Sandro & Sandro tenta di sistemare alla meglio i disoccupati che si rivolgono loro.

Traite d'union tra le varie storie sono quindi i due soci, che si chiamano solo uno Sandro (Alessandro Bianchi) mentre l'altro è Filippo (Michelangelo Pulci), i quali si divertono, un po' sadicamente, a raccontare quelle più bislacche, a volte per intrattenere amici, altre per far colpo sulle ragazze.

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lunedì 21 maggio 2012

Recensione 007 - IL MONDO NON BASTA

Recensione 007 - il mondo non basta




Regia di Michael Apted con Pierce Brosnan, Sophie Marceau, Robert Carlyle, Denise Richards, Robbie Coltrane, Judi Dench, Desmond Llewelyn, Maria Grazia Cucinotta

Recensione a cura di elio91 (voto: 5,5)

"Il mondo non basta" è il diciannovesimo film della saga dell'agente segreto più famoso del mondo. Esce nel 1999 e pur avendo in sé alcune dinamiche "storiche" per la storia della serie, in realtà non si segnala come il miglior film di 007 e anzi si può dire in tutta onestà che pur essendo godibilissimo dall'inizio alla fine è il peggiore con Brosnan.

Oro nero

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venerdì 18 maggio 2012

Recensione TUTTI I NOSTRI DESIDERI

Recensione tutti i nostri desideri




Regia di Philippe Lioret con Marie Gillain, Vincent Lindon, Pascale Arbillot, Isabelle Renauld, Yannick Renier, Amandine Dewasmes, Laure Duthilleul, Christophe Dimitri Réveille

Recensione a cura di Mimmot

Che Philippe Loiret fosse un cineasta capace di cogliere, con sguardo lucido e critico, tutte le contraddizioni del modello di sviluppo occidentale ce ne eravamo accorti con il suo titolo precedente, il toccante e notevole "Welcom", film di denuncia sul dramma dell'immigrazione clandestina; che fosse anche in grado di parlare al cuore invece che alla testa e capace di affrontare temi urgenti, drammatici e di declinarli nella sfera del personale, lo scopriamo con il suo nuovo film, il pregevole "Tutti i nostri desideri".

Liberamente tratto dal bellissimo libro di Emmanuel Carrère, "Vite che non sono le mie", il film, presentato con successo alle Giornate degli Autori Venice Days, affronta una storia figlia della nostra contemporaneità.
Una storia d’inquietante attualità, che affonda le sue radici nel sofferto dramma dei debiti che schiacciano le vite fino al disastro. Quasi una profezia di questi difficili giorni, un chiaro riferimento agli eventi recenti che testimoniano quanto sia difficile relazionarsi con le banche e con le società incaricate di riscuotere tributi e debiti.

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giovedì 17 maggio 2012

Recensione POLISSE

Recensione polisse




Regia di Maiwenn Le Besco con Maiwenn Le Besco, Joey Starr, Karin Viard, Marina Foïs, Nicolas Duvauchelle, Karole Rocher, Emmanuelle Bercot, Frédéric Pierrot, Arnaud Henriet, Naidra Ayadi, Riccardo Scamarcio

Recensione a cura di peucezia

Inizia con una musica dolce e accattivante accompagnata da un coro infantile ma è un film duro e implacabile questo "Polisse" scritto, diretto e anche interpretato da Maïwenn Le Besco.

Protagonisti della storia i poliziotti del reparto Unità di Protezione dell'Infanzia di Parigi troppo spesso alle prese con casi limite di violenza, abuso e tanto dolore.
Concepito come un docufiction con pochissimo spazio per la colonna sonora e molto dialogo alla maniera dei primi film di Kechiche e secondo gli antichi dettami della cinematografia di Von Trier, il film parte dall'idea di una fotografa reporter (la stessa Le Besco nascosta sotto un paio di grandi occhiali e abbigliata come una "nerd") di montare un servizio giornalistico sul lavoro di questa squadra speciale.

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mercoledì 16 maggio 2012

Recensione ORIZZONTI DI GLORIA

Recensione orizzonti di gloria




Regia di Stanley Kubrick con Kirk Douglas, Adolphe Menjou, Ralph Meeker, George Macready, Joseph Turkel

Recensione a cura di Giordano Biagio

1916, un battaglione francese dislocato lungo una lunga linea di trincea al fronte, nel Nord della Francia, già stressato da numerosi scontri, viene costretto da un generale ambizioso e senza scrupoli, di nome Mireau, a tentare un assalto al Formicaio, un agglomerato di case sparse situato in cima ad una collina e posseduto dai tedeschi. Il colonnello del battaglione, Dax (Kirk Douglas), idealista, molto preoccupato per le difficoltà che potrebbe avere quell'attacco, contesta al generale Mireau due cose, primo, il cinismo della sua decisione, che non tiene conto delle perdite di uomini previste dal comando per centrare l'obiettivo: oltre il 50 % circa del reparto; secondo, le condizioni molto elevate di stanchezza fisica e morale dei soldati che andrebbero sostituiti con forze fresche.
Il generale Mireau ascolta il colonnello Dax ma non appare propenso a recedere dalle sue posizioni, e conferma quindi per il mattino successivo l'attacco. Le prime truppe d'assalto, comandate dallo stesso colonnello Dax, che non si risparmia rimanendo sempre a capo della prima linea al ritmo drammatico della corsa a baionetta, vengono dai tedeschi falcidiate spaventosamente, il secondo gruppo anziché uscire rimane in trincea perché il fuoco nemico nel frattempo è triplicato impedendo ogni sortita. Il colonnello Dax torna nella linea trincerata per stimolare l'uscita degli altri soldati, ma si rende conto che il fuoco nemico è troppo fitto per poter condurre gli uomini all'attacco.
Il generale Mireau, constatato il fallimento dell'impresa, attribuisce tutto il peso dell'insuccesso alla codardia del battaglione, cosa che in seguito non riuscirà a certificare, e afferrato da una rabbia furiosa tenta di far bombardare tutta la zona in cui si trovano i pochi soldati francesi scampati al primo assalto. Il generale vuol punire i suoi uomini per l'oltraggio al suo onore patito con l'insuccesso. Ricevuto dal capitano responsabile delle armi pesanti un deciso rifiuto a cannoneggiare i soldati di stessa appartenenza, il generale Mireau convoca per il giorno dopo la Corte marziale per giudicare i codardi e tutti i disubbidienti agli ordini; il colonnello Dax già ottimo avvocato nella vita civile si propone di difendere i suoi uomini, quelli più gravemente accusati.

"Orizzonti di gloria" è un capolavoro antimilitarista del 1957, ambientato nella prima parte al fronte, durante la guerra mondiale del 14-18. L'invasione tedesca, nel primo periodo della guerra, era giunta alle porte di Parigi a 30 chilometri circa dalla capitale, ma nel settembre del 1916 i francesi avevano già recuperato molte posizioni e trasformato il territorio, dalla Manica al confine svizzero, in un interminabile zigzag di trincee.
Il film si svolge nel 1916 e vede in gioco la conquista di un nuovo obiettivo strategico che è in mano ai tedeschi: il Formicaio, un punto chiave per la tenuta di alcuni battaglioni germanici, che tramite esso controllavano dall'alto un nodo di trincee francesi molto importante. La seconda parte del film invece è ambientata in uno sfarzoso palazzo, sede a Parigi degli alti ufficiali della divisione che operava in quel Nord Est della Francia dove si svolgevano le scene di guerra.

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martedì 15 maggio 2012

Recensione SMART PEOPLE

Recensione smart people




Regia di Noam Murro con Dennis Quaid, Sarah Jessica Parker, Thomas Haden Church, Ellen Page, Ashton Holmes

Recensione a cura di HollywoodUndead (voto: 8,0)

Delizioso!
Naturalmente qui non si parla di cibo, ma per descrivere la pellicola di Noam Murro non c'è aggettivo migliore che questo: delizioso.

Per riuscire a capire meglio la magnificenza di tale pellicola è opportuno analizzare i singoli personaggi. Parlare di ritmo e di regia è alquanto riduttivo, anche perché non offre spunti interessanti, ma i personaggi sono l'aspetto positivo del film. Anzi, possiamo affermare con certezza che i personaggi SONO il film.
"Smart People" significa "persone intelligenti", ed è proprio di questo che parla il film, di persone dall'elevata intelligenza che, nonostante la loro cultura, hanno una visione così distorta della vita da rendere difficile ogni tipo di rapporto con persone "esterne".
Iniziamo:

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