venerdì 11 maggio 2012

Recensione ISOLE

Recensione isole




Regia di Stefano Chiantini con Asia Argento, Ivan Franek, Anna Ferruzzo, Paolo Briguglia, Giorgio Colangeli, Alessandro Tiberi

Recensione a cura di marcoscafu (voto: 6,5)

Nella splendida cornice delle isole Tremiti, si intrecciano i destini di Ivan (Ivan Franek, "Notturno bus" e "Provincia meccanica"), un immigrato clandestino, e Martina (Asia Argento, "Trauma" e "Perdiamoci di vista"), considerata la matta del villaggio perché decisa a non parlare più con nessuno.
Il primo, venuto nelle isole per lavorare, invece di essere pagato viene malmenato dai ragazzi del posto che poco sopportano la sua attitudine alla fatica, e così si ritrova senza soldi, oltre che senza documenti, per fare ritorno a terra. Lo soccorre Martina, che lo porta a casa del suo tutore, l'anziano e bisognoso di cure don Enzo (Giorgio Colangeli, "Pasolini: un delitto italiano" e "Romanzo di una strage"), che mal sopporta invece le attenzioni della sorella Wilma (Anna Ferruzzo, "Anche libero va bene"), perché "interessate", secondo lui, al suo pezzo di terra. In quella terra dove la sua adorata Martina si dedica alle api e al loro miele.
Ben presto i due ragazzi iniziano a stringere una complice amicizia, trovando forza l'uno nell'altra, ed escono allo scoperto durante la festa del paese ballando insieme in modo molto "intimo". Ovviamente la scena non fa piacere alla sorella di don Enzo e nemmeno ai ragazzi del luogo, additandone subito il comportamento come disdicevole.
La mattina dopo ecco presentarsi il conto di quel "ballo": un carabiniere informa i protagonisti della denuncia di Wilma per mancanza di regolari documenti del clandestino, don Enzo riesce a trovare per lui la possibilità di fuga con una nave che, impietosamente, separerà per sempre le vite di Martina e Ivan.

Nel primo film come regista di Stefano Chiantini la vera protagonista è sicuramente la splendida ambientazione delle isole Tremiti, più precisamente San Nicola per gli interni e Capraia per i paesaggi. Oltre alla geografia, però, ecco che isolati appaiono anche i protagonisti: Ivan in quanto straniero, Martina perché considerata "strana", ma anche don Enzo, che difficilmente apre il suo cuore a qualcuno, e così si potrebbe dire anche di Wilma, che non si sente amata, oltre che dal fratello, nemmeno dal fidanzato, ed è su questa continua metafora che si poggia la storia.
Una storia sussurrata, che chiede "permesso" per entrare nella testa di chi guarda, che certamente offre buonissimi spunti di riflessione ma anche lascia tanti interrogativi. Perché don Enzo ha questo odio atavico nei confronti di Wilma, che in fin dei conti le tenta tutte per aiutarlo, rifiutandole perentoriamente un confronto? Da cosa nasce il "mutismo volontario" di Martina? Ivan non la rivedrà più o cercherà di tornare da lei? Va bene, l'ultimo è un interrogativo da telenovela, ed anche un po' infantile, però affezionarsi ai protagonisti e non saperne la fine a volte è difficile da accettare.
Risulta inoltre complicato spiegare cosa succede dopo la notte del ballo. Tornando a casa, Wilma tratta in modo scostante il fidanzato Rocco, tanto da far pensare che forse, vedendoli così uniti, si sia decisa ad avere un occhio benevolo verso i due giovani. Invece la mattina dopo ecco la denuncia. Allora, forse, la sua era solo gelosia nei confronti di un amore che lei sente non potrà mai avere come suo. Ma questa è una spiegazione che solo la sensibilità di una donna può arrivare a comprendere, mentre per tutti gli altri spettatori rimane piuttosto misteriosa come sequenza.

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