martedì 8 maggio 2012

Recensione ACT OF VALOR

Recensione act of valor




Regia di Mike McCoy, Scott Waugh con Alex Veadov, Roselyn Sanchez, Nestor Serrano, Alexander Asefa, Timothy Gibbs, Carla Jimenez

Recensione a cura di Giordano Biagio

"Act of valor" mostra nella prima parte del racconto gli eventi drammatici che portano attualmente i Seals a nuove missioni d'emergenza. Il comando operativo del corpo speciale americano apprende di un attentato dei narcos avvenuto in una scuola internazionale di Manila, nelle Filippine, frequentata anche da famiglie di diplomatici occidentali. Lo scoppio si propaga da un chiosco mobile di gelati che ha all'interno, addetta alla distribuire dei coni, una kamikaze filippina imbottita di esplosivo. La deflagrazione uccide sia l'ambasciatore americano che un numero impressionante di bambini. Il film poi mostra il rapimento in Costa Rica, da parte dei narcotrafficanti, di una spia americana della Cia di sesso femminile, che viene anche torturata per ricavare informazioni intorno alla sua sospetta presenza nell'isola. Il capo dei narcotrafficanti è un certo Cristo, benvoluto nell'isola per le sue opere di bene. L'uomo ha a che fare, seppur indirettamente, anche con l'attentato terroristico avvenuto nella scuola di Manila. Cristo è un individuo molto potente, uno dei più capaci capi della rete del traffico di droga internazionale ed è anche interessato, per motivi ideologici, ad una collaborazione con il terrorismo antiamericano, cosa che lo porta grazie ai suoi finanziamenti ad acquisire un notevole potere di influenza sulla Jiha (l'organizzazione musulmana della "guerra santa").

Tra un successo e l'altro e grazie a un cellulare dei rapinatori che dà preziose informazioni, rinvenuto dai Seals nella stanza dove l'agente femminile della Cia subiva torture, si arriva alla cattura di Cristo. Dopo un lungo gioco di ricatti verbali tra il funzionario Cia e il narcotrafficante, quest'ultimo confessa che negli Stati Uniti stanno per attraversare la frontiera messicana 16 jihadisti di cui otto filippini, imbottiti di esplosivi, confezionati in palline di ceramica in grado di sfuggire ai maggiori controlli elettronici.
Questi jihadisti sono veri e propri kamikaze, più che mai decisi a farsi esplodere nelle maggiori città americane, da San Diego a San Francisco, da New York a Washington. A questo punto il lavoro degli eroi Seals diventa proibitivo, gli obiettivi si restringono a uno solo: salvare la vita dei cittadini americani minacciati dai kamikaze, una meta che si può raggiungere solo sacrificando nella lotta numerosi componenti del proprio glorioso corpo militare.

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