Recensione tutti i nostri desideri
Recensione a cura di Mimmot
Che Philippe Loiret fosse un cineasta capace di cogliere, con sguardo lucido e critico, tutte le contraddizioni del modello di sviluppo occidentale ce ne eravamo accorti con il suo titolo precedente, il toccante e notevole "Welcom", film di denuncia sul dramma dell'immigrazione clandestina; che fosse anche in grado di parlare al cuore invece che alla testa e capace di affrontare temi urgenti, drammatici e di declinarli nella sfera del personale, lo scopriamo con il suo nuovo film, il pregevole "Tutti i nostri desideri".
Liberamente tratto dal bellissimo libro di Emmanuel Carrère, "Vite che non sono le mie", il film, presentato con successo alle Giornate degli Autori Venice Days, affronta una storia figlia della nostra contemporaneità.
Una storia d’inquietante attualità, che affonda le sue radici nel sofferto dramma dei debiti che schiacciano le vite fino al disastro. Quasi una profezia di questi difficili giorni, un chiaro riferimento agli eventi recenti che testimoniano quanto sia difficile relazionarsi con le banche e con le società incaricate di riscuotere tributi e debiti.
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