Recensione alone in the dark
Recensione a cura di mirko nottoli
Ci voleva un videogame (di cui non so nulla essendo io rimasto a Double Dragon in fatto di videogiochi, quando non serviva una console ma bastavano un bar ed una moneta da duecento lire - e modestamente con duecento lire io Double Dragon lo finivo!) per far resuscitare Christian Slater dal limbo degli obliati.
Il nostro, canottiera nera e cappotto svolazzante (ci si chiede che razza di clima possa esserci in un posto in cui si va in giro abbigliati in quel modo), ci prova pure a calarsi nei panni del detective del paranormale, inquieto e fascinoso come troppi ne abbiamo visti, finendo però col collezionare solo una serie infinita di desueti cliché.
Non contenti dell'attore protagonista gli affiancano anche Stephen Dorff, il quale, in fatto di attori-bufale, non scherza per niente. Tra i due s'instaura un'evidente competizione maschia, silenziosa ma palpabile all'interno di ogni fotogramma, sul chi porta meglio la barba incolta. Dorff, capello biondo lungo e mesciato, è senza dubbio avvantaggiato e forse è proprio per questo che il finale è riservato tutto per lui, mentre il povero Slater, con la faccia di un Paolo Vallesi malinconico e triste, non può nulla contro il ben più aitante rivale.
La trama, tanto farraginosa e improbabile da poter essere ideata solo da qualcuno in preda a incubi notturni dovuti ad un pasto eccessivamente pesante, presenta al suo interno di tutto e di più: "Indiana Jones", "X-files", "Pitch Black", "Alien", creature della notte, zombi, antiche maledizioni, mondi paralleli, civiltà scomparse, orfanotrofi sinistri e tutta quell'inutile sbobba col mostro che si palesa nel finale. S'intuisce il tentativo di mantenere fede allo spirito del gioco ma se si decide di fare un film allora bisogna tenere presente che le logiche cui rispondere sono un tantino diverse rispetto a quelle di un videogioco; ad esempio se il secondo non necessita di una trama il primo purtroppo sì, ed inoltre lo sparare all'impazzata contro ogni genere di mostro non può definirsi "trama".
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