lunedì 3 novembre 2014

Recensione SUSPENSION OF DISBELIEF

Recensione suspension of disbelief




Regia di Mike Figgis con Sebastian Koch, Lotte Verbeek, Emilia Fox, Lachlan Nieboer, Rebecca Night

Recensione a cura di JackR

Uno sceneggiatore in crisi (Sebastian Koch) viene coinvolto nel misterioso omicidio di una ragazza (Lotte Verbeek), la cui gemella (Lotte Verbeek, ovviamente) si presenta alla sua porta in cerca di aiuto. Tra i due si instaura una relazione, ostacolata dal reciproco sospetto di verità nascoste e segreti pericolosi che piano piano riaffiorano dal passato...

Non basta la trama per raccontare "Suspension of Disbelief", anzi: la semplicità di una classica storia noir è in realtà il contenitore di un curioso esperimento cinematografico e un film che sfugge una definizione precisa. Personaggi ambigui, doppi, misteri irrisolti del passato, tormenti interiori, attrazioni torbide, atmosfere rarefatte e notturne, dialoghi minimali e musica ingombrante (l'incipit di "Everything in its right Place" dei Radiohead è assolutamente incisiva in tal senso nell'allestire l'atmosfera per tutto il film). Ma il noir è solo un espediente: già dal titolo, l'intento di Figgis è quello di mettere alla prova lo spettatore coinvolgendolo in un gioco meta cinematografico: raccontare una storia ed allo stesso tempo svelare i meccanismi del racconto, chiudendo tutto in una serie di scatole cinesi da cui non si riesce ad uscire mai del tutto (c'è un po' di Lynch, anche: il protagonista scrive una sceneggiatura durante il film, che è chiaramente quella del film stesso ).
L'esperimento è interessante: verificare cioè i limiti della sospensione dell'incredulità, il meccanismo per cui un film è in grado di apparire verosimile e suscitare emozioni reali, pur essendo una rappresentazione della realtà palesemente costruita secondo regole e tecniche studiate a tavolino. Gli espedienti utilizzati per far cadere la sospensione dell'incredulità dello spettatore, quasi a sfidarne il coinvolgimento nella storia spezzando l'incantesimo della tensione, sono diversi: dallo split screen (metà schermo mostra la scena di un film girato nel film e l'altra metà il set di tale film) alla sovrimpressione di titoli didascalici che scandiscono le varie parti della storia, al sospetto che tutta la storia sia in effetti un parto mentale di uno dei protagonisti, alle discussioni tra i personaggi riguardo la scrittura di una sceneggiatura. Il protagonista è anche insegnante di scrittura cinematografica e gli inserti in aula, durante la lezione, svelano i meccanismi drammatici mentre la storia si sviluppa.

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