mercoledì 7 gennaio 2015

Recensione QUINTET

Recensione quintet




Regia di Robert Altman con Bibi Andersson, Fernando Rey, Vittorio Gassman, Paul Newman

Recensione a cura di Giordano Biagio

In un mondo dominato dai ghiacci, dove non si conosce bene la posizione geografica occupata dalle ultime tracce di comunità umane, Essex (Paul Newman), un cacciatore di foche, arriva in una cittadina imprecisata organizzata in sezioni-dipartimenti, ai cui vertici si pratica il Quintet (Quintetto), torneo a cinque partecipanti, un comune gioco da tavolo che nasconde una posta in gioco terrificante, per cui il vincitore ha un indiscusso diritto di vita e di morte sui suoi compagni nonché il dovere di continuare a giocare.

L'ambientazione è molto sinistra ma suggestiva, la popolazione risulta sterile e crede di appartenere all'ultima generazione: quella che non avrà più un seguito di vita. Gli animali sono rari. L'aspetto estetico e di costume della città rifugio e della sua popolazione si avvale di riuscite raffigurazioni cinquecentesche e moderniste che conferiscono al film suggestioni di forte impatto emozionale tanto da risultare un altrove in cui la fantasia immedesimativa dello spettatore pare soffermarsi volentieri.

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