venerdì 31 agosto 2012

Recensione DREAM HOUSE

Recensione dream house




Regia di Jim Sheridan con Naomi Watts, Daniel Craig, Rachel Weisz, Joe Pingue, Mark Wilson

Recensione a cura di Giordano Biagio

Siamo in inverno, New York giace silenziosa su un soffice prato di neve, nell'ufficio di uno dei numerosi e suggestivi grattacieli di Manhattan, Will Atenton (Daniel Craig), editor di grande fama, firma le dimissioni dal proprio lavoro; ai colleghi increduli dichiara di voler occupare il suo tempo per scrivere un nuovo romanzo ed essere più vicino alla famiglia.
Will, la moglie Libby (Rachel Weisz) e le loro due bambine vanno ad abitare in una bella casa di legno a due piani, comprata in una cittadina del New England. L'abitazione, un po' troppo isolata dalla città, nasconde però un tragico fatto: cinque anni prima una madre è stata uccisa insieme alle due figliolette. Il padre delle bambine e marito della donna, di nome Peter, all'arrivo della polizia, subito dopo i fatti di sangue, era fuori di sé, giaceva ferito sul pavimento, con le mani strette sulla testa sanguinante per un colpo di striscio di arma da fuoco e venne ricoverato in un istituto psichiatrico carcerario addetto alla cura dei detenuti con problemi mentali.
Peter fu immediatamente sospettato del triplice omicidio, ma non fu mai riconosciuto colpevole, sia per mancanza di prove che di moventi. L'uomo dopo una trafila burocratica lunga cinque anni, intervallati da cure psichiatriche, ottenne la libertà.

L'editor Will preso possesso della nuova casa fa poi conoscenza con la vicina Ann (Naomi Watts), che è in lite con il marito separato Jack (Marton Csokas), il contrasto verte sull'affidamento della figlia. La donna conversando con Will getta un po' di luce sui tragici avvenimenti che hanno interessato la casa appena acquistata, vicende su cui Will, inaspettatamente, mostra un interesse quasi morboso senza sapere lui stesso perché. Più in là Ann darà prova di essere al corrente di diverse vicende di Will, cosa che lascerà l'uomo stupito, è un po' come se in passato la donna lo avesse in qualche modo già conosciuto e frequentato.

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