Regia di
Joel Coen con Jeff Bridges, John Goodman, Julianne Moore, Steve Buscemi, David Huddleston, Philip Seymour Hoffman, Sam Elliott
Recensione a cura di Blutarski
Scritto e diretto da Joel ed Ethan Coen, autori di altri capolavori del calibro di "Fratello dove sei?" e del recente "Prima ti sposo, poi ti rovino", "Il Grande Lebowsky" è il prodotto di una comicità cinica e sagace, capace non solo di divertire ma anche di mettere seriamente in dubbio i più solidi principi della società americana, con una raffica di situazioni ridicole e battute pungenti che consacrano al mondo del cinema indipendente il lavoro di due menti davvero brillanti.
Ed in fondo per i fratelli Coen, il protagonista di questa commedia, "Drugo" (nell'originale "the Dude") o meglio Jeffrey Lebowsky, non è che una faccia della medaglia, quella che vede nel bowling la medicina per tutti i problemi e per le difficoltà della vita; egli è il simbolo di quegli americani che vivono ancora negli anni '60, che si rifiutano di crescere e soprattutto di farsi fagocitare e corrompere dai moralismi di una società fasulla e venale - quella degli anni '90 -. Drugo, Donny e Walter - gli amici del Bowling - sono i figli disgraziati del Vietnam, conseguenze scomode e indesiderate di una guerra che in realtà nei cuori dei reduci non è mai realmente finita. Se Drugo è una delle due facce della medaglia, il sig. Jeffrey "The Big" Lebowsky è sicuramente l'altra: ricco e scorbutico uomo d'affari costretto su una sedia a rotelle, anch'egli è una vittima di un conflitto, quello in Corea, che ha intrapreso una strada diversa da quella di Drugo. E l'omonimia su cui è incentrata questa storia "piena di input e di output" é voluta non a caso per sottolineare come i due personaggi siano simili nella loro diversità: sono entrambi ancora visibilmente segnati dalla guerra ma hanno reagito diversamente, quindi lo scontro tra i due è inevitabile; mentre Drugo ha preferito la via degli "sbandati" e combattuto la sua rivoluzione sociale, il sig. Lebowsky ha preferito scalare la società, convinto che questo avrebbe legittimato il suo sforzo impiegato durante la guerra. Ma andiamo con ordine...
A causa di questa famigerata omonimia, Drugo si ritrova il tappeto urinato dagli scagnozzi di un creditore, tale Jackie Treehorn produttore di lungometraggi porno "dalla trama alquanto scadente", venuti a riscuotere il denaro per conto del capo. Su consiglio/costrizione dell'agguerrito e bellicoso Walter, decide di recriminare la vicenda al vero sig. Lebowsky. Drugo vuole solo riavere indietro quel suo tappeto, non perché avesse un inestimabile valore, ma tanto perché "dava un tono all'ambiente" di casa. Ma la vita è come una lunga strada da percorrere e come in tutte le lunghe strade capita di prendere delle buche, così basta un niente, un "piccolo" imprevisto, che una giornata ti va storta e ti cambia tutto: la tranquilla esistenza di Drugo, fatta di irrinunciabili partite di Bowling con gli amici, flebo di Whithe Russian, spinelli e qualche trip di acidi occasionale, sarebbe stata di lì a poco stravolta, catapultandolo tra improbabili inseguimenti in macchina, falsi rapimenti, sparatorie con bande di criminali nichilisti senza scrupoli, intriganti incontri amorosi, ma anche spiacevoli perdite, tutto questo condito da originalissimi e colorati intermezzi onirici - per non dire trip mentali -, delle vere e proprie clip musicali che intonano straordinariamente con l'atmosfera del film.
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