Recensione immortal (ad vitam)
Recensione a cura di Pietro Salvatori
Se il fumetto alla francese incontra la computer grafica (succede un mezzo pasticcio)
Prendete un ambientazione alla Blade Runner, inserite in quel mondo luci, colori ed elementi di Stargate, immaginate personaggi alla Stalker e un'eroina alla Quinto Elemento, sognate una società controllata in modo poco chiaro dalla scienza medica come nell'universo di Gattaca e visualizzate tutto con una computer grafica alla Final Fantasy. Shakerate il tutto e avrete, grossomodo, Immortal (ad vitam), ultimo film dell'estroverso Enki Bilal.
Completamente ambientato nell'universo creato e disegnato nei fumetti dello stesso Bilal, Immortal è un'operazione stranissima, che coinvolge computer grafica, disegno animato, ma anche attori in carne ed ossa.
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