venerdì 14 gennaio 2005

Recensione CONFIDENZE TROPPO INTIME

Recensione confidenze troppo intime




Regia di Patrice Leconte con Fabrice Luchini, Sandrine Bonnaire, Michel Duchaussoy, Anne Brochet, Gilbert Melki

Recensione a cura di peucezia

Ritorna Patrice Leconte già regista di successo con "Il marito della parrucchiera", "Tandem" e "L'uomo del treno" ma questa volta non sceglie più come suo attore principale il grande Jean Rochefort.

Raccontare la trama di un film di Leconte è impresa ardua e facile al tempo stesso, la base è quasi sempre la stessa: un incontro tra due persone assai diverse che si sviluppa in modo tale da far cambiare le esistenze dei due soprattutto spiritualmente.
Stessa cosa avviene in "Confidenze troppo intime": qui l'incontro è tra una giovane donna (Sandrine Bonnaire) e un fiscalista (Fabrice Luchini, ineffabile maschera purtroppo poco conosciuto da noi in Italia). Lei è Anna che, diretta ad un appuntamento con uno psicanalista, per errore entra nello studio di William, il fiscalista, lui, dapprima per gioco poi attratto dalla vita misteriosa e intrigante di lei, finisce con l'ascoltare le intime confidenze della donna.

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