venerdì 17 agosto 2007

Recensione CANE DI PAGLIA

Recensione cane di paglia




Regia di Sam Peckinpah con David Warner, Dustin Hoffman, Susan George, T.P. McKenna

Recensione a cura di kowalsky

1971, ovvero: quando Dustin Hoffman era (già) il miglior attore americano del mondo, e Sam Peckinpah il più grande autore americano del suo tempo.

A due anni dal capolavoro "Il Mucchio Selvaggio" e dopo lo spartiacque tra gli anni Sessanta e Settanta inaugurato con il bellissimo "La ballata di Cable Hogue", il regista si apprestava a riprendere i suoi temi più cari in un contesto decisamente diverso dai western.
"Cane di Paglia" ("Straw Dogs") è tratto da una novella di Gordon M. Williams, "The Siege of Trencher's Farm", ed è tuttora considerato uno dei più controversi e brutali film sulla violenza umana di sempre.
Anche in questo caso, Peckinpah rielabora la storia facendone una Rappresentazione di un Malessere Sociale che trae origine dagli istinti bestiali della Razza Umana.
Acclamato come un film fortemente innovativo, e al tempo stesso aspramente criticato per il suo spirito apparentemente "reazionario", il film parte come una metafora e finisce per diventare un'aspra requisitoria contro una Modernità che faticosamente desiste ai suoi istinti Primordiali, rappresentando una parabola ben diversa da quella di un Burgess per "L'arancia a orologeria" e dal libero addattamento cinematografico di Kubrick.
Il "branco" che rappresenta il cinema di Peckinpah è inquietante, in quanto irrazionale nel suo dualismo, fortemente repressivo e violento ma altrettanto "debole" nella sua iconoclasta forma di violenza e follia.
Ciò che ancora colpisce del film, filtrato attraverso i parametri tipici di tanti sottogeneri del cinema Americano, è verificare quanto ogni azione porti con sè il "mezzo", sia esso l'uso indistinto delle armi sia il bisogno di stordirsi con degli alcolici, come in una sequenza emblematica e un pò paradossale girata nel bar locale.
Altrettanto paradossalmente, l'azione non si svolge negli Usa, ma in un'Inghilterra sperduta e ostile, al suono delle cornamuse scozzesi.
"Cane di Paglia" è un film che parte da una concezione classica, ma stilisticamente va ben oltre ogni collocazione "di genere": il villaggio della Campagna Inglese sembra per diversi aspetti un nuovo Far West, dove a un solo uomo è affidato il compìto di far rispettare le leggi, come la figura di uno sceriffo texano. Ma per certi versi rilegge la Fantascienza, con quella figura di Straniero (l'Americano) approdato in una comunità ostile dove le sue idee "democratiche" vengono viste come una sorta di Alienante rifugio di un Mondo che non conosce Regole (in questo caso, il professore interpretato da Hoffman si rivela il vero Alieno della vicenda).

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