Recensione zelig
Recensione a cura di Harpo (voto: 10,0)
Se nella cinematografia mondiale esistono realmente dei "geni", Woody Allen è indubbiamente fra questi.
Il "fenomeno Allen" inizia nel 1969 con "Prendi i soldi e scappa", brillante film comico di stampo documentaristico, che strizza l'occhio ai classici marxiani anni '30. La carriera di Allen prosegue nella prima metà degli anni '70 con una serie di eccellenti film, sempre sulla falsariga dei capolavori dei fratelli Marx.
Nella seconda metà degli anni '70 e, più precisamente nel '77, lo stile di Woody evolve, si aggiorna. Con "Annie Hall", Allen inaugura la commedia nevrotica. Gli influssi marxiani sono drasticamente diminuiti, anche se le uscite sarcastiche tipiche dell'umorismo yiddish permangono; ora Woody si rifà soprattutto a Bergman e a Fellini. Nel 1979, con "Manhattan", viene raggiunto uno dei punti più alti della filmografia alleniana: questo capolavoro, all'epoca dell'uscita, viene perfino definito da critici statunitensi come "l'unico grande film americano degli anni '70".
Si giunge così all'inizio degli anni '80. Dopo due pellicole alquanto notevoli ("Stardust memories", 1980, e "Broadway Danny Rose", 1982), Allen firma un nuovo capolavoro e forse il suo miglior film, insieme all'opposto "Manhattan": "Zelig".
[...]
Nessun commento:
Posta un commento