Recensione the imitation game - l'enigma di un genio
Recensione a cura di JackR
Il professor Alan Turing, genio matematico esperto di crittografia, è arruolato dall'esercito britannico per far parte di una task force che deve trovare la chiave del funzionamento di Enigma, il codice crittografico impiegato dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Il codice cambia tutti i giorni e l'elevato numero di combinazioni rende praticamente impossibile decifrarlo prima che esso cambi e invalidi tutto il lavoro fatto. L'approccio di Turing è radicale: per battere una macchina occorre una macchina, che sia programmabile e in grado di scorrere le combinazioni a velocità impossibile per il cervello umano. Il progetto visionario di Turing incontra resistenze enormi, e la sua difficoltà a interagire con le altre persone e con i superiori complica ulteriormente la vita al geniale matematico, che nasconde un drammatico segreto.
Seguendo pedissequamente il format del biopic all'americana, la vita e le opere di Alan Turing vengono rielaborate, condensate e stravolte a fini drammatici al punto che della verità storica (per tacer di quella biografica) resta davvero poco. L'artificio del cinema in fondo è questo: trasmettere autenticità attraverso la costruzione di una finzione, ma in "The Imitation Game" si va oltre, arrivando a distorcere persino i fatti elencati (sempre come si conviene) in sovrimpressione a fine film, quando si afferma che il lavoro di Turing accorciò la durata del conflitto mondiale di circa due anni, con buona pace del contributo di tutte le altre centinaia di persone che lavoravano sulla crittografia in quel periodo.
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