martedì 23 aprile 2013

Recensione EFFETTI COLLATERALI

Recensione effetti collaterali




Regia di Steven Soderbergh con Rooney Mara, Jude Law, Catherine Zeta-Jones, Channing Tatum, Vinessa Shaw, David Costabile, James Martinez, Polly Draper, Ashlie Atkinson, Andrea Bogart

Recensione a cura di JackR

Martin (Channing Tatum) ha appena terminato di scontare la condanna per insider trading che ha bruscamente interrotto la sua carriera. La moglie Emily (Rooney Mara) lo attende a casa, ma trovare un equilibrio non è semplice: lo spettro della depressione si affaccia nella vita della ragazza, che dopo un incidente si affida alle cure del dottor Banks (Jude Law). Gli psicofarmaci prescritti ad Emily non hanno l'effetto voluto e il dottor Banks decide di passare all'Ablixa, un farmaco appena immesso sul mercato, su suggerimento della dottoressa Siebert (Catherine Zeta-Jones), che aveva già avuto Emily in cura al tempo dell'arresto di Martin. Gli effetti collaterali dell'Ablixa sono devastanti per Emily e Martin, e quando anche la reputazione del dottor Banks viene messa in discussione, questi decide di vederci chiaro ed indagare a fondo nella faccenda.

Un film ogni anno (almeno): come Woody Allen. L'infaticabile Steven Soderbergh ritorna dopo il successo di "Magic Mike" (e si porta dietro Channing Tatum) con "Effetti collaterali" ("Side Effects" in originale). Rooney Mara, Catherine Zeta-Jones e Jude Law completano il cast dei protagonisti di un film insolito e riuscito del regista di "Traffic" e "Ocean's Eleven".
Uno degli elementi più interessanti di "Effetti collaterali" è la sua lenta metamorfosi: nel corso del film si intrecciano diversi generi, almeno due storie e diverse tematiche. E' quasi consigliabile sospendere la lettura qui, se non si è visto il film. Come sempre con Soderbergh, una certa distanza emotiva dai personaggi consente di godere della visione del film quanto della sua forma. L'equilibrio raggiunto tra questi due aspetti da "Effetti collaterali" rende un pregio questo caratteristico modo di girare (non sempre, infatti, tale "freddezza" ha giovato in passato). E' proprio la raffinatezza con cui Soderbergh costruisce e decostruisce la sua opera a destare maggior sorpresa e per questo proseguire la lettura potrebbe rovinare in parte la visione del film.

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