Recensione la peccatrice
Recensione a cura di peucezia
Uscito nel 1940 e diretto da Amleto Palermi, onesto artigiano della macchina da presa che dopo aver diretto molte pellicole termina la sua carriera proprio con "La peccatrice".
Il film interpretato da Paola Barbara, una diva del regime, ha un apparato scenico di tutto rispetto grazie anche ai comprimari, solidi attori di tradizione (tra essi spiccano Fosco Giacchetti, un Gino Cervi alle prime armi e un altrettanto giovane Vittorio De Sica).
L'azione inizia in media res: la protagonista assiste in una casa chiusa una giovane in fin di vita (impianto melodrammatico che anticipa i film strappalacrime in auge una decina di anni più tardi) e ripensa alle tristi vicende che l'hanno portata a essere prigioniera di questo luogo perduto nelle mani di un losco individuo. Il suo atteggiamento acquiescente di giovane ingenua che si lascia sedurre da uno studente d'apparenza dabbene, rimanendo incinta, è proprio di quella vena ammonitrice che fa capo a quella scuola didattica che vede lo spettatore da educare con storie edificanti ed esemplificativi di comportamenti morali.
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