Recensione lei mi odia
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Recensione a cura di GiorgioVillosio
Preceduto da una critica a lui favorevole, forse per l'alternatività dei modi espressivi e dei racconti, il regista di colore Spike Lee torna sulle scene con un film a dir poco sconcertante.
Che sia in effetti diverso e,a suo modo, originale, non c'è dubbio... ma bisognerebbe valutare tale "diversità" nel merito, formale e contenutistico.
"Lei mi odia" è a mio avviso un film profondamente razzista, malgrado i toni pretestuosi e fittizi di protesta. Propone figure emblematiche del capitalista cattivo e profittatore, a confronto del giovane professionista nero, ingenuo ed onesto, portatore di tutte le virtù; una forza vitale spontanea e genuina, destinata a riprodursi all'infinito con crescita esponenziale.
Se vogliamo, forse, una metafora terzomondista, fortemente sintonizzata con le istanze dell'integralismo islamico, contro l'american way of life.
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