Recensione comizi d'amore
Recensione a cura di foxycleo (voto: 8,0)
Il film-inchiesta di Pierpaolo Pasolini, girato tra marzo e novembre 1963, venne presentato al festival di Locarno e all'epoca vietato ai minori di 18 anni.
Questo progetto avrebbe dovuto inizialmente intitolarsi "Cento paia di buoi", poi "Don Giovanni" infine come titolo si scelse "Comizi d'amore". Le sezioni che si succedono nel film sono quattro, ognuna dal titolo sicuramente originale ed efficace:
1 -"Fritto misto all'italiana": dove si tratta dell'educazione dei figli, del sesso, dei sentimenti e in cui si impone un contrasto forte tra il Nord industrializzato ed un Sud intatto nei suoi arcaici pregiudizi.
2-"Schifo o pietà": la cui questione principale è "l'anormalità sessuale".
3-"La vera Italia?": in cui pongono questioni riguardanti il divorzio e la libertà giudicata uguale o diversa per uomini e donne.
4-"Dal basso e dal profondo": ultima parte dell'inchiesta che riguarda lo scottante tema della prostituzione.
Durante il suo viaggio lungo l'Italia Pierpaolo Pasolini si sofferma a commentare le interviste da lui registrate con due noti intellettuali quali Alberto Moravia ed il fondatore della psicoanalisi italiana Cesare Musatti. Moravia si dimostra convinto dell'utilità di una tale inchiesta, in quanto in Italia sarebbe uno dei primi esempi di cinema-verità. Musatti, di contro, appare scettico poiché timoroso delle menzogne che gli intervistati avrebbero potuto sostenere.
Inoltre nel corso sue peregrinazioni Pasolini avrà l'occasione di scambi di opinioni con un poeta del calibro di Giuseppe Ungaretti; ancora con Oriana Fallaci, Adele Cambria, Camilla Cederna. Ed un imbarazzato Peppino di Capri.
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