mercoledì 28 marzo 2007

Recensione DIVORZIO ALL'ITALIANA

Recensione divorzio all'italiana




Regia di Pietro Germi con Marcello Mastroianni, Stefania Sandrelli, Daniela Rocca, Leopoldo Trieste

Recensione a cura di Marlon Brando (voto: 10,0)

La trama: il barone Ferdinando Cefalù, detto Fefè, si innamora della cugina diciottenne Angela. La ragazza, spigliata e moderna, ricambia l'amore del barone ed è pronta a sposarlo. Purtroppo Fefè è già sposato con Rosalia, donna brutta e gelosissima che non lascia mai un attimo il marito e lo sfinisce con le sue apprensioni. Ai due amanti viene in aiuto l'arrivo inaspettato di Carmelo Patanè, un pittore di poche speranze di cui Rosalia era stata profondamente innamorata in passato. Nonostante Rosalia sia una moglie fedele e integerrima Fefè tenta di riavvicinarla con diversi stratagemmi. Alla fine la macchinazione riesce e Ferdinando, colta in flagrante adulterio Rosalia con Carmelo, la uccide. Appoggiato dall'articolo 587 del codice penale che allora giustificava il cosiddetto delitto d'onore, Ferdinando è accusato e condannato a una pena molto breve. Uscito dal carcere, nella generale approvazione dei concittadini che lo vedono come un esempio da seguire, Fefè può finalmente sposare Angela. Peccato che di lì a poco la giovane e bella cugina inizi a essergli infedele.

La prima commedia di Pietro Germi doveva essere una storia drammatica, ispirata ad alcune vicende italiane di cronaca nera che raccontavano di delitti d'onore compiuti da mariti traditi e da donne disonorate.
"Stavo pensando da tempo a un film sul matrimonio in Italia", ricorderà il regista. "I soggetti non mancavano di certo, se ne trovavano a decine sui giornali ogni mattina, fatti di cronaca, qualche volta pittoreschi ma per lo più tragici. In Italia i matrimoni male assortiti vanno a finire spesso in tragedia, con maggior frequenza che in altre nazioni proprio perché qua da noi vigono ancora dei costumi medievali che sono troppo in contrasto con la realtà che stiamo vivendo. Pare che certi uomini non si rendano conto che il tempo passa e si illudano con quattro rivoltellate di poter inchiodare le sfere dell'orologio. Può esserci una cosa più assurda del delitto d'onore?"

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