lunedì 27 ottobre 2003

Recensione FAUST

Recensione faust




Regia di Brian Yuzna con Mark Frost, Isabel Brook

Recensione a cura di emans (voto: 2,0)

Trama: Jhon Jaspers (Mark Frost) è un giovane pittore che perde drammaticamente la sua fidanzata (uccisa da alcuni banditi che la ricattavano da tempo), disperato una sera incontra uno strano personaggio M (Jeffrey Combs) che gli promette vendetta in cambio della sua anima.
Contro la sua volonta Jhon si trova trasformato in un mostro armato di lame sugli avambracci che contengono un arcano potere. Ottiene vendetta ma quando si vuole liberare da questo potere M non glielo permette e viene costretto a vagare per sempre alla ricerca di sangue e violenza. Finche un giorno (ispiegabilmente) dopo aver commesso una strage si fa trovare immobile dalla polizia, viene ricoverato in un centro per malati di mente e li ci rimane fino a quando non interviene una psicologa che lo aiuta a ritrovare se stesso. Tornato in se cerchera la sua libertà eliminando M.

Considerazioni personali: questa è la trama come ve l'ho voluta raccontare io, sicuramente in modo piu ordinato da quel che si vede nel film che comincia con il protagonista gia al manicomio e con alcuni flash (orribili) che ricostruiscono i fatti... Un montaggio pessimo per non parlare della regia danno vita ad un film che ti lascia una rabbia alla fine che non ha eguali al mondo. Una trama stupidissima con dei protagonisti alquanto sconcertanti, in particolare il protagonista che non mi ricordo in altri film famosi ma non mi sorprende visto come ha mal interpretato questo ruolo.

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Recensione TERMINATOR 3 - LE MACCHINE RIBELLI

Recensione terminator 3 - le macchine ribelli




Regia di Jonathan Mostow con Arnold Schwarzenegger, Nick Stahl, Kristanna Loken, Claire Danes

Recensione a cura di stefano76 (voto: 6,0)

Terzo capitolo della saga action-fantascientifica creata da Cameron, esordio nel lontano 1984 con il primo Terminator, seguito nel 1991 da Terminator 2 - Il giorno del giudizio. Si tratta certamente di una saga di culto, entrata nell'immaginario cinematografico grazie ad una trama originale e alla potenza delle immagini di Cameron, ad effetti speciali sempre innovativi e naturalmente ad Arnold Schwarzenegger, che grazie al personaggio di Terminator è divenuto negli anni '80 una vera icona del cinema d'azione.
Il 2003, a distanza di dodici anni, ci riporta dunque nelle atmosfere apocalittiche della serie con questo Terminator 3 - Le macchine ribelli, pellicola attesissima e che ha destato la curiosità dei fans di Schwarzenegger, ritrovatosi sul set a 56 anni d'età a interpretare di nuovo il T-800.

La trama cerca di ricollegarsi al secondo film, e ci propone la situazione successiva a quegli eventi: John Connor (Nick Sthal), ormai adulto, dopo la morte di sua madre, vive nell'underground cittadina, ridotto a ladruncolo costretto a rubare per sfamarsi. Non ha un nome, non ha documenti, non è registrato da nessuna parte, il tutto per evitare che i suoi nemici del futuro possano localizzarlo. Ma al proprio destino non si sfugge: un altro terribile cyborg, il TX (Kristanna Loken) questa volta dalle sembianze femminili, viene di nuovo catapultato nel passato allo scopo di individuare e uccidere John Connor e i suoi futuri luogotenenti della Resistenza contro le macchine. Ma anche questa volta, un altro cyborg del vecchio modello T-800 (Arnold Schwarzenegger) viene inviato dalla Resistenza allo scopo di proteggere John Connor...

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Recensione PAURA.COM

Recensione paura.com




Regia di William Malone con Stephen Dorff, Natascha McElhone, Stephen Rea

Recensione a cura di Mr Black

Fra tutti i film di genere horror usciti in questi ultimi anni, quasi sicuramente Paura.com può essere considerato come uno dei più brutti in assoluto. Nel genere horror è difficile risultare originali o evitare di cadere nel ridicolo, e devo dire che gli sceneggiatori di questo film non hanno fatto davvero niente per evitare di cadere nella banalità più assoluta.

Ma veniamo al film: l?idea di utilizzare il web come fonte di orrore ma soprattutto di morte è, a mio parere, una delle più ridicole, tanto più che utilizzare uno spettro in cerca di vendetta che uccide tramite l?etere, mi sembra davvero il massimo della stupidità. A parte il fatto che l?idea è già stata utilizzata da film precedenti (tra cui The Ring), il film non fa altro che regalare immagini di orrori vari quali torture, squartamenti, luoghi sfocati presenti da qualche parte, determinanti per risolvere l?enigma finale (ancora un?idea di The Ring), spettri di bambine senza pace (idem come prima, aggiungendo anche i recenti The Eye e Dark Water), oltre a due attori relativamente famosi in una delle loro peggiori interpretazioni.
Ma non è finita qui: dimenticavo la presenza dell?ennesimo ed inafferrabile serial killer, il "solito" scienziato pazzo, che recapita i "soliti" biglietti al poliziotto che gli da la caccia e filma i suoi omicidi per mandarli su Internet (vedi My little eye). Ho citato solo film abbastanza recenti, figuriamoci se andassimo ad indagare su quelli del passato.

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Recensione FAST AND FURIOUS

Recensione fast and furious




Regia di Rob Cohen con Paul Walker, Vin Diesel, Michelle Rodriguez, Jordana Brewster, Rick Yune, Ted Levine

Recensione a cura di Mr Black

Da sempre l'accoppiata donne-motori è stata, soprattutto nel mondo del cinema, sinonimo di successo assicurato. Non fa eccezione Fast and furious, film adrenalinico basato sulle corse clandestine che ogni notte, in diverse città del globo, vedono bolidi preparati affrontarsi in corse mozzafiato per le vie delle metropoli o per le strade secondarie non trafficate dalle forze dell?ordine. Se da una parte questo tipo di corse clandestine possono risultare pericolose, se non mortali, d'altra parte non si può discutere che racchiudano in se un fascino indiscutibile, dato dalla bellezza e dalla potenza delle macchine preparate, dalla spettacolarità e dall'adrenalina che scorre.

Proprio questo aspetto è stato curato nella realizzazione di questo film: creare un prodotto facile da comprendere, ricco d'azione e di ribellione, interpretato da attori giovani ed affascinanti sulla cresta dell'onda. Un film con queste tematiche non può certo presentarsi come un capolavoro, ed è con questa chiave di lettura che deve essere esaminato all'occhio del critico.

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venerdì 17 ottobre 2003

Recensione HULK

Recensione hulk




Regia di Ang Lee con Eric Bana, Jennifer Connelly, Nick Nolte, Sam Elliott, Josh Lucas

Recensione a cura di stefano76 (voto: 7,5)

Hulk, il film del cinese Ang Lee, tratto da uno dei più celebri fumetti della Marvel, non si può negare che sia stato uno dei fenomeni più attesi di questa nuova stagione cinematografica. La sua produzione si inserisce in una sorta di progetto che le case cinematografiche stanno portano avanti ormai dai tempi del primo X-Men, e cioè quello di portare sul grande schermo tutti i fumetti e i personaggi di carta più celebri esistenti. Nel nostro caso si tratta dell'arrabbiatissimo "bestione verde", nato dalla matita di Jack Kirby e Stan Lee nel 1962.

David Banner è uno scienziato che sta conducendo alcuni esperimenti sulla rigenerazione cellulare per conto dell'esercito. Dopo aver saputo che i militari intendono bloccare i fondi per il progetto, Banner decide, in un momento d'ira, di proseguire per conto suo la sperimentazione, iniettandosi in corpo la sostanza frutto delle sue ricerche. Poco tempo dopo scopre che sua moglie è incinta e in seguito alla nascita del bambino nota in lui qualcosa di strano... Anni dopo, Eric Banner è anch'egli uno scienziato e, in seguito ad un incidente con i raggi gamma da cui viene investito, una mutazione genetica ereditata dal padre e che era rimasta fino a quel momento dormiente, si scatena, trasformandolo in un gigante verde ogni volta che perde il controllo di se. Ma la cosa sembra interessare i militari, ex-nemici di suo padre, che nel frattempo ritorna nella vita del figlio, allo scopo di sfruttarne le potenzialità...

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mercoledì 15 ottobre 2003

Recensione KEN PARK

Recensione ken park




Regia di Larry Clark, Edward Lachman con Tiffany Limos, James Bullard, Shanie Calahan, James Ransone, Stephen Jasso

Recensione a cura di Mr Black

Un giovane skater arriva in uno skatepark, accende la sua videocamera, prende una pistola e si fa saltare la testa.

Inizia così la girandola di violenza e sesso di un gruppo di teenager come tanti altri: Shawn, Claude, Tate e Peaches, autori di scene davvero crude e, se ancora esiste questo termine, scioccanti. Materiale da scandalo in questo film ce n?è davvero tanto, da far impallidire il precedente Kids, di cui hanno in comune lo stesso sceneggiatore.
Vediamo: sesso a tre, un ragazzo che si masturba soffocandosi con una cintura mentre in tv ascolta i mugolii di due tenniste, un padre violento ed alcolizzato che tenta di abusare del figlio, sessi maschili in primo piano con tanto di eiaculazione in diretta, una madre che ha una tresca con il fidanzatino della figlia, due omicidi compiuti da un ragazzo completamente nudo, un padre religioso che tenta di redimere la figlia vestendola come la madre defunta.
Questi sono tutti gli elementi necessari su cui ruota il film. Certo, da un altro lato, possiamo vederlo come un modo in cui descrivere il malessere dei teenager americani, vittime della società senza valori, con famiglie disastrate e grottesche incapaci di educarli. Ma la verità è che il film appare piuttosto "forzato" nei suoi contenuti, come se tutto fosse stato girato proprio allo scopo di fare scandalo.

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sabato 11 ottobre 2003

Recensione IL SIGNORE DEGLI ANELLI: LA COMPAGNIA DELL'ANELLO

Recensione il signore degli anelli: la compagnia dell'anello




Regia di Peter Jackson con Elijah Wood, Ian McKellen, Viggo Mortensen, Sean Astin, Liv Tyler, Ian Holm, Cate Blanchett, Hugo Weaving, Orlando Bloom, John Rhys-Davies, Sean Bean, Cristopher Lee, Billy Boyd, Dominic Monaghan

Recensione a cura di elfavy

"Tre anelli ai Re degli Elfi sotto il cielo che risplende, Sette ai Principi dei Nani nelle loro rocche di pietra, Nove agli Uomini Mortali che la triste morte attende, Uno per l'Oscuro Sire chiuso nella reggia tetra. Nella terra di Mordor, dove l'Ombra cupa scende. Un Anello per domarli, un Anello per trovarli, un Anello per ghermirli e nell'oscurità incatenarli, nella Terra di Mordor, dove l'Ombra cupa scende."

Il 20 gennaio 2002 esce nelle sale d'Italia il primo dei tre film tratti dalla trilogia di J.R.R. Tolkien "Il Signore degli Anelli" pubblicato negli anni 50! Per più di mezzo secolo il libro ha affascinato migliaia di lettori incoronando Tolkien come il padre del genere fantasy! Nel ventunesimo secolo è il regista Peter Jackson a regalarci nuove emozioni dando vita a quei personaggi che fino ad oggi sono vissuti solo nella nostra fantasia! Il concetto di questa grande storia è la metafora esatta della vita perché in realtà la guerra principale che i personaggi combattono è quella con se stessi, cercare di andare avanti anche quando si incontrano le peggiori difficoltà ed evitare quindi la disfatta spirituale!
La trattativa con la Miramax per mettere in scena questo capolavoro è complicatissima e dura 18 mesi, alla fine dei quali vara il progetto per 2 film; ma quando i costi cominciano a salire, decide di concentrare tutta la storia in un unico film. Jackson non si arrende e grazie ad un suo amico che andava a caccia di nuovi progetti, riesce ad incontrare il proprietario della New Line che oltre ad approvare il progetto gli fa un'unica obiezione, ovvero che i film devono essere 3 dato che si tratta di una trilogia! Un invito a nozze per il regista Peter Jackson che riapre immediatamente i set in Nuova Zelanda! E dopo più di un anno di riprese, ora potremo goderci la storia della Terra di Mezzo sul grande schermo, non ci rimane altro che sederci in poltrona e spalancare gli occhi!

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Recensione FULL METAL JACKET

Recensione full metal jacket




Regia di Stanley Kubrick con Matthew Modine, Adam Baldwin, Vincent D'Onofrio, R. Lee Ermey, Dorian Harewood, Arliss Howard

Recensione a cura di Mr Black

Non è affatto semplice recensire un film di cui tutti hanno già scritto, nientemeno poi che un?opera di Stanley Kubrick, considerato da molti (se non da tutti) il più grande regista di tutti i tempi.

Full metal jacket potrebbe sembrare l?ennesimo film sul Vietnam, visto che molti registi si erano già cimentati in passato nel descrivere una pagina così triste della storia dell?umanità, ovviamente con alterni risultati. Anche Kubrick quindi prende la cinepresa in mano e, da un libro di Gustav Hasford, ci mostra il "suo" Vietnam, dividendo il film in due parti: l?addestramento e la guerra. Ed è subito violenza: nelle parole, nei gesti, nella guerra, nel pensiero. Una violenza non gratuita come in molti film, ma una violenza dell?anima, che va ad indagare sulle paure e debolezze della razza umana, sulla sua dualità e sulla ricerca di risposte ai suoi continui dubbi esistenziali. Vita e morte si alternano sui due campi di battaglia: quello di addestramento e quello vero e proprio, così lontani ma allo stesso tempo così comuni. La storia scorre attraverso gli occhi del soldato Jocker, un Matthew Modine al meglio, e ci mostra tutti i suoi errori e i suoi difetti, facendolo sembrare solo una minuscola particella persa in un inferno esistenziale: il Vietnam come inferno dell?anima. Insieme a lui si alternano tutta una serie di personaggi, tra cui un sergente crudo e autoritario, Hartman, e Palla di Lardo, soldato inadatto al ruolo e vittima di qualcosa di più grande di se stesso. Ognuno affronta la vita a modo suo, con cinismo, humor nero, oscenità. Da culto poi la scena del cecchino e del suo spiazzante epilogo, oltre naturalmente alle frasi oscene ma divertenti del sergente Hartman ed il finale in cui si inneggia Mickey Mouse, e forse anche la vita stessa.

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Recensione 1997 FUGA DA NEW YORK

Recensione 1997 fuga da new york




Regia di John Carpenter con Kurt Russell, Lee Van Cleef, Ernest Borgnine, Donald Pleasence, Isaac Hayes, Season Hubley

Recensione a cura di Mr Black

Non molti a mio parere riconoscono l'importanza che questo film ha avuto per il mondo del cinema e soprattutto per il genere science fiction! Non molti danno a "1997" il posto che si meriterebbe nell'olimpo dei film immortali; nell'olimpo in cui vengono messi tutti i film di Kubrick o i grandi giganti del passato. Ma 1997, nella sua semplicità, è entrato silenziosamente nel cuore di molti e ne ha lasciato il segno.

Il film presenta una trama semplice ma non banale, degli scenari indimenticabili, un futuro (perché no?) probabile, una fotografia azzeccata (soprattutto nelle scene più buie), una colonna sonora claustrofobia ed allo stesso tempo epica, una regia eccezionale ed un grande, inimitabile, Kurt Russel.
Forse il nostro attore non brilla di bravura come De Niro o Pacino, non azzecca tutti i ruoli ed i film della sua ormai lunga carriera cinematografica, ma... riuscireste ad immaginarvi un altro attore con la benda sopra l'occhio? Sicuramente no! Prima di Rambo e Terminator c'era lui, il grande Jena Plissken ("Snake" nell'originale), cinico, monosillabico, sporco, anarchico, ghignante, uno dei primi esempi di antieroe, non certo da imitare ma affascinante come gli antichi paladini senza macchia e senza paura. E se Jena si limita a dire poche parole, queste sono entrate certamente nella storia del cinema (chi non si ricorda il suo "Chiamami Jena!").

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mercoledì 8 ottobre 2003

Recensione U TURN - INVERSIONE DI MARCIA

Recensione u turn - inversione di marcia




Regia di Oliver Stone con Sean Penn, Nick Nolte, Jennifer Lopez, Powers Boothe, Claire Danes, Joaquin Phoenix, Liv Tyler

Recensione a cura di Holden

Il film di Stone mette a nudo l'impossibilità e la vacuità di ogni progetto e fine umano, tramite un'opera primastica ricca allo stesso tempo di colori frastornanti e di tinte fosche.

I Protagonisti del film sono tutti uniti dalla insaziabile voglia di dominare la propria vita e il mondo circostante, ma rimanogono sempre derubati dalle loro aspettative a e dai loro sogni dalla sorte. Elemento onnipresente nel film è il deserto, ambientazione resa evocativa dalla fotografia e dal montaggio, e vuol la metafora della vittoria della natura su ogni sforzo umano.

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martedì 7 ottobre 2003

Recensione LA MALEDIZIONE DELLA PRIMA LUNA

Recensione la maledizione della prima luna




Regia di Gore Verbinski con Johnny Depp, Orlando Bloom, Ben Wilson, Geoffrey Rush, Keira Knightley, Jonathan Pryce, Lee Arenberg

Recensione a cura di Mr Black

Sinceramente non avrei mai scommesso un euro sulla buona riuscita del film! Infatti se andiamo ad analizzare i presupposti che tengono in piedi questo film, probabilmente giungeremo alla conclusione di trovarci sicuramente davanti ad un pop corn movie adatto per attirare qualsiasi tipo di spettatore medio, noioso e stupido come molti film di questo genere. Ci troviamo davanti ad una storia ispirata ad un parco di divertimenti disneyano (già questo potrebbe sembrare la cosa più incredibile da digerire), un attore (Bloom) in ascesa venerato dalle adolescenti, un?attrice (la Knightley) più bella che mai, un grande attore (Rush), un attore indipendente e molte volte controcorrente (Depp), effetti speciali decorosi, oltre naturalmente ad una trama semplicissima. Oltretutto, come hanno scritto diverse riviste del settore, i film sui pirati non sono certo molto amati dagli spettatori, visto i recenti flop realizzati anche da registi ben noti al grande pubblico.

Ora traiamo subito una conclusione: il film funziona bene ed è molto divertente. Come è possibile? Veniamo subito alle conclusioni ripartendo da dove ho iniziato: Bloom è bravo nei panni dell?eroe senza macchia e senza paura, innamorato della sua bella rapita dal malvagio di turno; Rush è semplicemente grande e può permettersi di gigioneggiare come non mai, visto il suo ruolo; la Knightley è bella da togliere il fiato, anche se si trova in un ruolo che non può mettere sicuramente in risalto la sua bravura. E Depp? Beh, lui è il motore di tutto il film! Il suo Capitan Jack Sparrow è forse uno dei personaggi più incredibili ed originali mai realizzati negli ultimi anni, complice il suo look, il trucco esagerato, le sue movenze da serpente, il sorriso da canaglia. Ma è tutto l?insieme che rende Depp davvero irresistibile. E comunque se il film presenta delle pecche, come ad esempio la lunghezza un po? esagerata, il nostro filibustiere un po? matto riesce a farci stare seduti nella poltrona senza neanche farcene accorgere.

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