Recensione l'amico di famiglia
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Recensione a cura di Kater
Presentato a Cannes insieme a "Il Caimano" di Moretti e "Il Regista di matrimoni" di Bellocchio, "l'Amico di Famiglia" è l'ennesima conferma dello straordinario senso cinematografico di Sorrentino, un regista giovane e incredibilmente talentuoso, che supera in bravura molti suoi connazionali più celebri ma decisamente meno meritevoli.
L'amico di famiglia è Geremia de' Geremei, un nome surreale e macchiettistico come il suo personaggio, un sarto-usuraio brutto, sporco ma forse non così cattivo, almeno non più dell'umanità che lo circonda.
Vive in casa con la madre e forse cerca l'amore, purché sia a buon mercato. L'unica persona con la quale sembra ci sia una parvenza di amicizia è Gino, cowboy nostrano dedito alla cultura country. Geremia zompetta attraverso la propria vita fatta di incredibili tirchierie e prestiti a usura con tassi del 100% alle persone del quartiere che si rivolgono a lui per motivi che si rivelano spesso futili, e ama venir definito "cuore d'oro", convinto veramente di essere buono e socialmente utile.
Inaspettatamente però arriva l'amore ed è Rosalba, una ragazza bellissima per la quale il padre Saverio chiede un prestito per far fronte alle spese del matrimonio. L'amore sarà la rovina di Geremia, sempre così accorto e prudente, sempre restio a rischiare alcunché. L'amore lo porterà ad osare...e a fallire.
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