martedì 1 luglio 2008

Recensione ERIN BROCKOVICH

Recensione erin brockovich




Regia di Steven Soderbergh con Julia Roberts, Aaron Eckhart, Albert Finney, Marg Helgenberger, Cherry Jones, Peter Coyote, Scotty Leavenworth, Gemmenne De La Peña

Recensione a cura di GiorgioVillosio

La giovane segretaria di uno studio legale, madre di tre figli ed ex cameriera, scopre che un colosso americano della chimica inquina le falde acquifere di una regione, provocando il cancro nella popolazione. Con l'aiuto dell'avvocato presso il cui studio presta servizio, vincerà una difficile e pericolosa causa in favore dei malati.

Julia Roberts è donna dallo strano fascino; non particolarmente bella, appena graziosa con la sua bocca smisurata, ed un po' allampanata, ha comunque un potere seduttivo che la porta ad essere l'attrice più pagata del mondo. Successo che, poi, non è certo legato alla qualità dei suoi film, quanto forse alla soavità dei temi trattati, alla piacevolezza delle commediole leggere, che fanno sognare ed evadere il pubblico medio, sovente oberato da problemi reali; un po' alla Frank Capra, se è lecito il paragone.
E' stata dunque una sorpresa trovarla nel film di Soderbergh, in cui incarna un personaggio di donna provata da una vita difficile, in competizione col mondo, con tre figli a carico e senza lavoro; obbligata a lottare per un posto di lavoro al di sopra delle sue competenze non solo per sbarcare il lunario, ma almeno per ottenerne gratificazioni personali, autostima e riconoscimento pubblico (mancatole come cameriera, ma pure come moglie e madre).
Lottando con ostinazione e caparbietà per una causa morale superiore, riesce dunque ad affrancarsi dal suo retaggio, convincendo delle sue qualità prima il datore di lavoro, quindi tutti i colleghi, inizialmente ostili, ed infine il suo l'uomo, fino a un certo punto relegato nel ruolo di "mammo", a badare ad i figli di lei.

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