giovedì 12 settembre 2013

Recensione TOUCHY FEELY

Recensione touchy feely




Regia di Lynn Shelton con Ellen Page, Rosemarie DeWitt, Josh Pais, Scoot McNairy, Ron Livingston, Allison Janney

Recensione a cura di HollywoodUndead (voto: 6,0)

Lynn Shelton (regista di "Humpday - Un mercoledì da sballo") si cimenta con questa comedy-drama dal basso profilo e dai contenuti un po' troppo scarni.
Ci viene narrata la storia di Abby (Rosemarie DeWitt), massaggiatrice hippy dallo spirito libero e dalla voglia di "connettersi" con le persone. Felice e spensierata, Abby divide le sue giornate tra un centro massaggi (dove lavora) e il suo fidanzato (Scoot McNairy). Un giorno però capita l'inaspettato: Abby perde il suo tocco "magico" a causa di un malore psichico che non riesce a spiegare. Contemporaneamente suo fratello Paul (Josh Pais), che fino a poco prima era alle prese con il fallimento del suo studio dentistico, si ritrova inspiegabilmente con uno strano "dono" nelle mani. Infatti, grazie al suo tocco riesce ad alleviare il dolore ai suoi pazienti. La voce si sparge, anche grazie alla complicità di sua figlia (Ellen Page), che è peraltro la sua assistente, e la fama da guaritore di Paul si spande a macchia d'olio. Tutto questo però porterà i personaggi a confrontarsi tra di loro ed a riaprire vecchie ferite che il tempo evidentemente non ha mai rimarginato.

Dalla trama decisamente interessante, "Touchy Feely" si perde moltissimo in una narrazione piatta e in una sceneggiatura troppo complessa per questo tipo di pellicola. Per finire, persino la regia di Lynn Shelton risulta poco scorrevole e con inquadrature fine a loro stesse. Il film ha un impianto narrativo tipico delle pellicole indipendenti e l'intento lo si potrebbe anche apprezzare, ma l'ossessione di voler fare un qualcosa di complesso e "d'autore" porta "Touchy Feely" ad una sorta di harakiri artistico.
Ciò che non funziona sono proprio i personaggi dal profilo psicologico complicato, ma appena appena accennato, senza alcun approfondimento. Abby e Paul sono due figure che avrebbero meritato un'analisi più approfondita, soprattutto il secondo, che da tipo schematico cerca in tutti i modi di avere un contatto informale con le persone. Oppure la figura di Jenny, la figlia di Paul, ragazza che trascorre i suoi anni post-adolescenziali ad aiutare il padre al lavoro, in un certo senso sente il peso delle responsabilità sulle sue spalle e cerca disperatamente di nascondere quell'animo fanciullesco che non le è mai stato permesso di esibire.
La stessa Abby è un personaggio importante, ma toccato solo superficialmente, non c'è dato sapere quali traumi o quali incertezze si nascondano dentro di lei. Inoltre, gli sviluppi narrativi non danno la minima emozione e a lungo andare (causa un ritmo decisamente fiacco) potrebbero causare una certa apatia nello spettatore.

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