Regia di
Frédéric Fonteyne con Zacharie Chasseriaud, François Damiens, Jan Hammenecker, Corentin Lobet, Sergi López, Anne Paulicevich
Recensione a cura di Mimmot
La celebre frase di Enrique Santos Discepolo - paroliere di Carlos Gardel, il più amato tra i cantori del tango argentino - "Il tango è un pensiero triste che si balla", da sempre identifica e rappresenta il famoso ballo argentino, ma non ne esaurisce la ricchezza di significati; perché per molti il tango oltre che un pensiero triste è una filosofia di vita, un modo di vivere, una malattia, il lamento di un uomo che rimpiange una donna.
Il tango, però, è anche emozione, energia, palpitazione del cuore, respiro e abbraccio; si alimenta di disillusione e di inquietudine e la sua musicalità un tempo traduceva la disperazione di coloro che ne cantavano le canzoni.
Un'emozione dalle tante facce, il tango ha ispirato libri, cinema e spettacoli e si offre, effimero e fugace come un orgasmo erotico, a celebrare la consapevolezza del fatto che anche tra le braccia di un altro spesso si finisce per essere soli.
Il tango fu empito spontaneo, uno sfogo, un momentaneo senso di piacere e di felicità, la trasposizione gestuale della frustrazione, della tristezza e dell'infinita malinconia della patria lontana di milioni di emigranti; tutti fattori che prepararono l'avvento di quell'originale e drammatico fenomeno legato al rivelarsi di quel ballo che dava, per un istante, l'illusione di poter dimenticare la drammaticità della vita che stavano vivendo.
Nato alla fine dell'ottocento, il tango originariamente veniva ballato tra soli uomini - la cui sensualità e l'erotismo, uniti alla capacità di ballarlo bene, lo fece ben presto identificare con la mascolinità e il machismo - per passare poi nei bassifondi e nei bordelli di Buenos Aires e Montevideo, tra malavitosi e prostitute, dove furoreggiava "a dieci centesimi il giro, compresa la dama", come dice il grande scrittore argentino Luis Borges, il quale esprimeva questo concetto: "Nessuno può dire con precisione dove è nato il tango, se Buenos Aires, Rosario o Montevideo, ma tutti sanno in quale via è nato, la via della prostituzione".
Appassionato del tango è Jean-Christophe detto JC (François Damiens), un secondino timido ed enigmatico, un tipo solitario e riservato nella vita e anche con i colleghi, ligio al dovere sia come guardia carceraria che come cittadino; conduce una vita grama e priva di sorprese, dividendosi tra il lavoro e la sua casa dove vive in compagnia di un pesciolino rosso che nuota solitario e triste in un acquario che campeggia nel salotto del suo appartamento dalla tappezzeria un po' troppo vistosa e colorata.
Il tango è la sua unica, grande passione e l'unica trasgressione della sua vita che si concede. Per questo una volta la settimana si reca presso una scuola di ballo dove si insegna a ballare il famoso tango argentino.
Ci sono poi due uomini, due amici di lunga data dal passato non propriamente esemplare: uno di origine spagnola, Fernand (Sergi Lopez) e l'altro belga, Dominic (Jan Hammenecker), entrambi in prigione per una rapina andata a male, conclusasi con l'omicidio di un poliziotto.
C'e poi una donna di circa trent'anni: Alice (Anne Paulicevich), sexy e conturbante anche senza essere particolarmente bella, fa l'infermiera in un ospedale, ed è moglie di Fernand e amante di Dominic, nonostante il primo sia violentemente geloso e il secondo refrattario a qualsiasi forma di compromesso; nonché madre di un quindicenne, Antonio (Zacharie Chasseriaud), perennemente immusonito e refrattario all'autorità della madre, in balìa della singolarità della sua famiglia e della sua genitura non definita, ma che scopriremo alla fine.
La sua passione per il tango la spinge un giorno a frequentare la stessa scuola di Jean Christophe e nel corso della prima lezione si ritrova a ballare proprio con lui. Il giorno seguente il secondino, con sua grande sorpresa, rivede la donna nel parlatorio della prigione, dove si è recata per visitare i due uomini, prima Fernand e poi Dominic.
A questo punto il surreale ménage a troi si complica ulteriormente perché JC folgorato dalla sua sensualità e preso da subitaneo incantamento, si ritrova innamorato di Alice, ben sapendo che le norme carcerarie vietano ai secondini di familiarizzare con i parenti dei detenuti.
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