Recensione allacciate le cinture
Recensione a cura di amterme63 (voto: 7,5)
Presenza ormai costante nelle stagioni cinematografiche italiane (sforna un film al ritmo di un anno sì e un anno no), Ferzan Ozpetek ritorna sugli schermi nel 2014, riproponendo ancora una volta (repetita juvant?) una storia in cui l'amore, la solidarietà e il dolore sono gli incontrastati protagonisti.
Ci troviamo nell'ambiente della media borghesia leccese nell'anno 2000. Due amiche, Elena e Silvia, lavorano presso un bar del centro insieme a Fabio, un ragazzo dichiaratamente omosessuale (presenza quasi costante nei film di Ozpetek). La vita di Elena viene sconvolta dall'arrivo di Antonio, il nuovo ragazzo di Silvia. Rozzo, ignorante ed omofobo rappresenta proprio l'opposto dell'ideale di uomo a cui aspirerebbe. Aspirerebbe, appunto; perché il fascino molto maschile di Antonio, la sua insistenza, il gusto per l'avventura hanno la meglio su Elena, che si lascia andare, nonostante che Antonio sia il ragazzo della sua migliore amica.
Un'abile dissolvenza incrociata ci fa fare in un secondo un salto di 13 anni. Nel 2013 Elena e Fabio gestiscono un bar tutto loro, con tanto di successo anche finanziario. Elena è adesso sposata con Antonio e ha due bei bambini. I rapporti fra i due non vanno però bene: le incomprensioni, i litigi, i tradimenti (da parte di lui) sono all'ordine del giorno. Evidentemente Elena ed Antonio non erano fatti l'una per l'altro. Ci pensa di nuovo però il destino a mescolare le carte. Elena scopre di avere un carcinoma alla mammella. I rapporti interpersonali, la vita stessa delle persone viene ad assumere così un nuovo valore, un nuovo significato. Elena oscilla fra voglia di vivere e rassegnazione alla morte. Non sappiamo come andrà a finire, ma sappiamo cosa pensa e soprattutto cosa sogna Elena, duramente provata dalle cure chemioterapiche.
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