lunedì 31 maggio 2004

Recensione PRIMO AMORE

Recensione primo amore




Regia di Matteo Garrone con Vitaliano Trevisan, Michela Cescon

Recensione a cura di Dulcinea

"Primo amore". Perché "Primo amore"? Chi ha una minima conoscenza dei fatti di cronaca che il film narra si sarà chiesto il motivo di questo titolo, da essi apparentemente tanto distante.
La distanza però non è tale se nel concetto celeste di amore si fanno entrare le debolezze umane, le ossessioni e il disequilibrio (de)generato dal possesso.

Sullo sfondo il Veneto del più grande amore letterario, che di shakespeariano ha però solo il connubio fra passione e tragedia. Nelle immagini due vittime. Sonia è una bella ragazza, serena e sorridente, martire manifesta di un sentimento gioioso che si scopre deviato. Vittorio è ombroso, concentrato su se stesso, malato, il persecutore impietoso che subisce un carnefice ancora più feroce: la sua mente.
Si incontrano, verosimilmente attraverso una specie di annuncio, e si poggiano l'uno sull'altro, divengono l'uno il progetto dell'altro. Lei creta nelle sue mani, lui tiranno da assecondare nella insana speranza di poter essere così fonte di guarigione.

[...]

Leggi la recensione completa del film PRIMO AMORE su filmscoop.it

venerdì 28 maggio 2004

Recensione SOTTO IL SOLE DELLA TOSCANA

Recensione sotto il sole della toscana




Regia di Audrey Wells con Diane Lane, Raoul Bova, Sandra Oh, Lindsay Duncan, Vincent Riotta, Roberto Nobile, Claudia Gerini, Valentine Pelka

Recensione a cura di peucezia

Il titolo potrebbe evocare atmosfere intimiste alla Bertolucci che hanno reso protagonista uno scorcio di Toscana nel suo celebre "Io ballo da sola" ma sin dalle prime sequenze il film smentisce la prima benevola impressione nei suoi confronti.

La protagonista assoluta del film in scena praticamente dalla prima all'ultima sequenza è una scrittrice trentacinquenne, Frances (il film è tratto tra l'altro dal romanzo omonimo di Frances Meyers). All'inizio appare bella, famosa e realizzata affiancata dall'amica di origine asiatica e gay (siamo a San Francisco) Patti, poi a causa improvviso divorzio, ha un crollo psicologico che rischia di annientarla. A questo punto Patti e la sua compagna (a che servono gli amici? Gli americani, anzi le americane sono molto solidali tra loro) regalano alla depressa Frances un viaggio in Toscana...
Già dall'arrivo in Italia sembra di essere tornati indietro all'epoca dei film della Hollywood sul Tevere, la Toscana è piena di suore, preti con la tonaca, ragazze in shorts anni 70 (a proposito in che anno siamo? C'è ancora la lira! O gli americani ignorano dell'adozione dell'euro?), caprette e pastorelli, i passanti sono a occhio nudo dei figuranti istruiti alla bisogna e la bella americana è subito circuita da un nugolo di bellimbusti accecati dalla straniera di turno.
Ma il tripudio dei luoghi comuni e degli stereotipi è ancora agli inizi. Gli inglesi che intendono acquistare la villa di "Bramasole" sono spocchiosi e non suscitano la simpatia dell'anziana proprietaria, i fenomeni atmosferici in Toscana sono sempre molto esagerati e anche chi dovrebbe lavorare seriamente (l'agente immobiliare interpretato da un ingessato Vincent Riotta o la direttrice della banca- "comparsata" o cameo per bontà dei suoi estimatori- di Claudia Gerini) lo fanno con lassismo, perché gli italiani amano godersi la vita come dice la sosia di Anita Ekberg, assurda caricatura di una dolce vita ormai putrefatta.
Fellini è citato anche in un paio di immagini femminili che vorrebbero richiamare la Gradisca di "Amarcord" ma che in realtà cadono nel patetico.

[...]

Leggi la recensione completa del film SOTTO IL SOLE DELLA TOSCANA su filmscoop.it

giovedì 27 maggio 2004

Recensione TROY

Recensione troy




Regia di Wolfgang Petersen con Brad Pitt, Eric Bana, Orlando Bloom, Diane Kruger, Sean Bean, Brian Cox, Peter O'Toole, Brendan Gleeson, Saffron Burrows

Recensione a cura di MiaWallace

Di questo film si può dire di tutto, eccetto che non sia bello. Gli americani saranno degli spreconi, dei megalomani, dei consumisti e quant'altro, ma non si può dire che non sappiano fare i film.
Troy è ben diretto, ben recitato e con una scenografia e una qualità di costumi e ambientazione davvero spettacolare.
L'appagamento estetico che si prova durante le tre ore, scorrevoli e piacevoli, di durata della pellicola è innegabile. C'è oggi una tendenza a rispolverare tematiche della storia (o leggenda) classica e farne grandiosi kolossal, dai costi smisurati e dagli effetti speciali da brivido. L'abbiamo vista già con il successo de "Il gladiatore" di Ridley Scott, e presto uscirà un nuovo kolossal americano su Alessandro Magno.

L'unica grande pecca di questi film è il fatto che non siano didattici, attendibili, che non rispecchino la storia o i poemi epici ai quali sono ispirati. Ma questo già si sapeva, anche nel caso si Troy. Il regista Peterson aveva profusamente detto e ridetto che si trattava di un film liberamente ispirato alla guerra di Troia.
Tuttavia, com'era prevedibile, si è scatenato un putiferio di critiche e di indignazioni riguardo all'infedeltà storica e alle molte incongruenze che il film presenta rispetto all'Iliade di Omero e ai miti collegati agli eroi (ad esempio Agamennone non muore certo per mano di Briseide, ma in una congiura ordita dalla moglie Clitemnestra al suo ritorno dalla guerra). Si potrebbe andare avanti ad enumerare tutte le novità registiche, le invenzioni che non combaciano con quanto abbiamo letto sui libri, ma non è questa a mio avviso l'ottica con la quale va giudicato il film. Per altro si sono voluti concentrare in 3 ore 10 anni di guerra, e si è voluta mettere in scena una storia della città di Troia, che dunque non comprende soltanto l'Iliade, in quanto è risaputo che il poema termina con la resa del cadavere di Ettore a Priamo, e manca dunque tutta la parte della caduta di Troia (con l'episodio del cavallo) che verrà narrata da Ulisse ad Alcinoo, nell'Odissea.

[...]

Leggi la recensione completa del film TROY su filmscoop.it

Recensione LA PASSIONE DI CRISTO

Recensione la passione di cristo




Regia di Mel Gibson con James Caviezel, Maia Morgenstern, Monica Bellucci, Hristo Jivkov, Hristo Shopov, Rosalinda Celentano, Francesco Cabras, Claudia Gerini, Sergio Rubini, Romuald Andrzej Klos

Recensione a cura di fromlucca

Leggi anche la recensione di peucezia

Il film di Mel Gibson è decisamente un film per arrivare ai grandi numeri.
Oggi i linguaggi che colpiscono molto le masse sono improntati su immagini o di sesso o di violenza. Sul sesso già aveva detto Scorsese con la sua "Passione" (e forse "peucezia" con la sua recensione, magari ci dirà qualcosa sulle altre rappresentazioni filmiche del Gesù).

[...]

Leggi la recensione completa del film LA PASSIONE DI CRISTO su filmscoop.it

mercoledì 26 maggio 2004

Recensione SECRET WINDOW

Recensione secret window




Regia di David Koepp con Johnny Depp, John Turturro, Maria Bello, Timothy Hutton, Ving Rhames, Charles Dutton

Recensione a cura di Logan

Il film comincia con una scena che rappresenta tra le più classiche scoperte di tradimento: una stanza di motel; una moglie (Maria Bello nella parte di Amy) al proprio interno con l'amante (Timothy Hutton nei panni di Ted); il classico marito (Johnny Depp nei panni di Mort Rainey) con pistola in pugno. Nella scena successiva, trasorsi i classici sei mesi, si ritrova il tradito in casa da solo con un cane e addosso una vestaglia strappata della ormai ex moglie, trattasi di uno scrittore di discreta fama in preda al classico blocco, probabilmente causato dai problemi coniugali. In una di queste giornate poco proficue e passate a dormire e a mangiare patatine viene disturbato da un insolito visitatore, Shooter (Jonh Turturro), che lo accusa di avergli copiato un suo racconto, e che successivamente lo vuole obbligare a cambiare il finale della sua storia. Lo scrittore lo prende inizialmente per un pazzo, ma Shooter continua a tormentarlo con atti al di fuori della legalità. Mort dapprima chiede aiuto al vecchio sceriffo della cittadina che sembra però più interessato a finire il proprio mezzopunto piuttosto che indagare sullo straniero, dopodichè si rivolge a un amico investigatore di città che lo aveva già aiutato in passato. Una girandola di eventi porta al coinvolgimento anche della ex moglie e del proprio compagno.

Il film è tratto da un romanzo di Stephen King, "Finestra segreta, giardino segreto", e girato dallo stesso sceneggiatore David Koepp, purtroppo però questo non è servito a farne un buon film.
Nonostante il tutto si svolga in una casa di campagna persa tra i boschi di una cittadina anonima americana (molto Kinghiane tutte le scenografie), manca di tensione e di colpi di scena, che per un thriller sono indispensabile, persino il finale è per gran parte di esso intuibile, specialmente dalla prima apparizione di Shooter.

[...]

Leggi la recensione completa del film SECRET WINDOW su filmscoop.it

martedì 25 maggio 2004

Recensione JESUS OF MONTREAL

Recensione jesus of montreal


Regia di Denys Arcand con Lothaire Bluteau, Catherine Wilkening, Johanne-Marie Tremblay, Remy Girard, Robert Lepage, Gilles Pelletier, Yves Jacques, Denys Arcand

Recensione a cura di fromlucca

E' decisamente interessante questo film del 1988 di Denys Arcand, regista canadese premiato con l'Oscar 2004 a Hollywood.

In questo film si racconta del giovane attore Daniel Coulombe ("colomba" di pace, vuole suggerirci il regista?), da poco tornato in Canada, che è regista e attore di una sacra rappresentazione della Passione di Gesù, allestita nel parco di un santuario diretto da padre Leclerc. Gli attori da lui reclutati derivano dalle storie più variegate, se li rapportiamo poi al soggetto religioso che vogliono rappresentare.
Se pur possiamo definire questo film come drammatico, non mancano le pennellate di umorismo, ed è sicuramente memorabile l'ingaggio nella compagnia di Remi Girard (attore caro al regista, che ritroveremo in "Il declino dell'impero Americano", e ne "Le invasioni Brabariche"): egli sta facendo il doppiatore di film pornografici e in piano sequenza la cinepresa lo segue con panoramiche frenetiche da destra a sinistra e viceversa, per un risultato comico della messa in scena.

[...]

Leggi la recensione completa del film JESUS OF MONTREAL su filmscoop.it

lunedì 24 maggio 2004

Recensione L'IMBALSAMATORE

Recensione l'imbalsamatore




Regia di Matteo Garrone con Ernseto Mahieux, Elisabetta Rocchetti, Valerio Foglia Manzillo

Recensione a cura di Taxidriver

Il produttore Domenico Procacci (presente in tutti i film di Muccino ma anche in Radiofreccia, Velocità Massima, Respiro) ha dimostrato di avere grandissimo fiuto e può vantare un'altra grande scoperta: il regista Matteo Garrone. L'imbalsamatore è stato un film accolto molto bene dalla critica, ha raccolto molti premi, è stato presentato a Cannes e ha anche vinto un David di Donatello per la sceneggiatura nel 2003. E' un film particolare, recitato con impegno, lento, introspettivo, un viaggio interiore attraverso le spiagge campane via via verso la fitta nebbia cremonese.

Peppino Profeta (Ernesto Mahieux, della scuola di Merola, ci regala una recitazione sopra le righe, riuscendo a dare ritmo, vitalità e intensità al personaggio) fa il tassidermista, si guadagna da vivere imbalsamando animali, realizzando qualche "lavoretto" per la camorra e vivendo una vita piatta e monotona. La sua strada si incrocia con quella del giovane Valerio (un esordiente Valerio Foglia Manzillo, ex-modello che con la sua interpretazione certo non lascia segni indelebili), amante degli animali e desideroso di imparare l'arte dell'imbalsamatore. Tra i due nascerà una profonda e sincera amicizia, un legame intensissimo che li porterà a condividere insieme ogni tipo di esperienza, a costruire un solido e viscerale rapporto di fiducia e di complicità. Lo spettatore vive insieme a loro, partecipa alle loro vite, cresce insieme alle loro emozioni ma percepisce anche qualcosa di oscuro, di misterioso, di contorto che aleggia tra di loro e che fa da filo conduttore per tutto il film. I due personaggi, proprio attraverso il contatto quotidiano con la morte riescono a percepire il vero significato della vita, fatto di spensieratezza e di sorrisi. L'uno diventa dipendente dall'altro, la loro stabilità trova certezza nella loro simbiosi viscerale ed emotiva. Questa unione però verrà inesorabilmente scissa da una donna, Deborah (Elisabetta Rocchetti, anche lei esordiente e non certo esaltante), la quale regalerà un figlio a Valerio portandolo via per sempre da Peppino. Il finale, inevitabile e scontato, arriva come un fiume in piena che, rotti gli argini, sradica tutto ciò che incontra davanti la sua strada.

[...]

Leggi la recensione completa del film L'IMBALSAMATORE su filmscoop.it

venerdì 21 maggio 2004

Recensione IL SIERO DELLA VANITA'

Recensione il siero della vanita'




Regia di Alex Infascelli con Margherita Buy, Francesca Neri, Barbara Bobulova, Valerio Mastandrea, Marco Giallini, Ninni Bruschetta, Maddalena Maggi

Recensione a cura di Pietro Salvatori

Leggo con interesse su questo stesso sito, nell'ambito dello speciale su Kill Bill, una lunga digressione sulla esaltazione tarantiniana del genere b-movie. E non posso fare a meno di citare l'opera seconda di Infascelli, che si incanala sulle orme del regista cult di Hollywood per seguire una strada tutta sua.
Il Sara Norton Show è uno spettacolo che rispecchia qualsiasi show televisivo nostrano. E personaggi che partecipano allo show iniziano a scomparire misteriosamente. Sta tutto qui il soggetto di un film che mette alla berlina la televisione italiana, non tanto, ma anche, nella storia, quanto nel modo in cui è girata, nei piccoli riferimenti nascosti.

Il regista vuole subito sbarazzarsi del pesante peso del suo precedente "Almost Blue", si vuole levare di dosso l'etichetta che quel film gli poteva aver cucito addosso, e lo fa in modo insolito e spettacolare fin dalle prime scene.
Vengono distrutti e smantellati i polizieschi all'italiana, la fiction, le telenovelas, lo show in diretta, i salotti televisivi, tutto è preso e buttato in un calderone dal quale, alla fine del film, uscirà un "mostro" televisivo.

[...]

Leggi la recensione completa del film IL SIERO DELLA VANITA' su filmscoop.it

martedì 18 maggio 2004

Recensione ALIENS - SCONTRO FINALE

Recensione aliens - scontro finale




Regia di James Cameron con Sigourney Weaver, Carrie Henn, Michael Biehn, Paul Reiser, Lance Henriksen, Bill Paxton

Recensione a cura di anyskywalker

La pellicola diretta da James Cameron inizia come diretto continuo dell'episodio precedente, con il tenente Ellen Ripley alla deriva nello spazio da 57 anni. Il suo viaggio termina quando viene ritrovata da una squadra di salvataggio che la ospita per alcuni giorni in pieno riposo e tranquillità. Ma gli incubi del tenete Ripley continuano in quanto ogni notte si sveglia completamente bagnata a causa di sogni ricorrenti che riguardano lo strano "caso" avvenuto sulla Nostromo decenni prima. Ripley cerca invano di di spiegare il tutto alla compagnia per cui ha lavorato e decide di cambiare itinerario lavorando in un box di carico. Il caso vuole che sul pianeta Acheron o LV426 come dir si voglia vivano alcune famiglie, che lavorano a dei depuratori per rendere l'aria respirabile, ma d'improvviso tutti i collegamenti con questi ultimi vengono persi dalla compagnia per cui il tenete Ripley lavorava. Da qui a poco saranno inviati su LV426 una squadra di Marines guidata da un agente della compagnia Burke, il quale dopo grandi sforzi riuscirà a convicere il tenente Ripley a tornare su LV426 per divenire cosulente per la missione.
Una volta arrivati sul pianeta i Marines in un primo momento non trovano nulla, ma poi con una ricerca più approfondita vengono ritrovati i corpi dei coloni chiusi in dei bozzoli, con gli embrioni di xenomorfo impiantati nel petto. Tra di loro c'è anche una piccola superstite, Newt, che il tenete Ripley porterà con sè. Ma scappare via da quel pianeta non è cosa facile, neanche per dei Marines, che loro malgrado scoprono che la zona è infestata da xenomorfi che hanno distrutto (se pur involontariamente) la loro navetta per andare via. Solo l'androide che di norma fa parte dell'equipaggio può sincronizzarsi con la base per far inviare una navetta di salvataggio, ma il tempo richiesto per effettuare quest'operazione richiede circa 4 ore. Troppe per soprvavvivere su un pianeta come LV426. Comincia cosi una decimazione dei già pochi Marines che ne vedrà superstite solo uno, il maggiore Hics, insieme al tenete Ripley, la piccola Newt e l'androide Bishop che nel frattempo sta sincronizzando la navetta di salvataggio. Arrivata la navetta la via per arrivare al punto per imbarcarsi non è facile, e durante questo tragitto la piccola Newt vine "rapita" dagli xenomorfi, che la consegnano alla loro regina. Ripley avrà il coraggio di affrontare la regina da sola e di scappare con Newt sulla navetta insieme ad Hics (ferito in uno scontro faccia a faccia con un alieno) e a Bishop. Arrivati alla base, mentre Ripley ringrazia Bishop quest'ultimo viene aggredito e fatto a pezzi dalla regina che si era nascosta sulla navetta di salvataggio, e che dopo Bishop è decisa ad uccidere Newt che scappa sotto una piccola grata del pavimento. Ripley nel frattempo prende un robot elevatore e comincia uno scontro faccia a faccia con la regina che culminerà con la sconfitta di quest'ultima.

Ci sono bei giochi di parole nel film, ad esempio Bishop (che in inglese vuol dire alfiere) viene ucciso dalla regina, quindi ricorda un po' gli scacchi. Lo scontro finale sembra ricordare 2 mamme che combattono per la vita dei propri figli.

[...]

Leggi la recensione completa del film ALIENS - SCONTRO FINALE su filmscoop.it

lunedì 17 maggio 2004

Recensione TERRA DI CONFINE

Recensione terra di confine




Regia di Kevin Costner con Kevin Costner, Robert Duvall, Annette Bening, Michael Gambon, Abraham Benrubi, Diego Luna, James Russo

Recensione a cura di requiem

"Open Range" è il nuovo film di Kevin Costner. Da sempre amante del genere, Costner ancora una volta, si dedica al western, sbattendosene altamente delle mode hollywoodiane di oggi, e cercando a tutti i costi di riportare in vita un genere morto da anni. In effetti se guardiamo all'ultimo periodo, i western girati sono pochissimi, e quelli recenti non si rifanno certo ai classici di Hawks, Ford o Mann (Anthony), ma sempre si ispirano al sottogenere che possiamo chiamare crepuscolare, che nacque da "Il mucchio selvaggio" e si sviluppò negli anni '70, e in quelli successivi, fino al grande "Gli spietati" di Clint Eastwood, vero capolavoro, che sembrava aver un po' chiuso definitivamente il discorso sul western.
Dopo il film di Eastwood, pellicole dello stesso genere sono davvero pochissime, e forse l'unica decente è quella di John Badham "The jackbull" (che comunque è un film per la televisione), realizzato pochissimi anni fa. Poi più niente.
D'altra parte considerando che il pubblico vuole vedere sempre più effetti speciali, tanta azione e pochi sentimenti, girare un film western oggi risulta sempre abbastanza rischioso per i produttori.
Eppure Costner è da sempre innamorato del genere. Già quando era ragazzo aveva partecipato a "Silverado", di Larry Kasdan, che è forse uno degli ultimissimi di ispirazione classica, e con risultati anche abbastanza buoni. Poi nel '90 diresse e interpretò "Balla coi lupi", film epico-avventuroso sugli indiani d'America, con risposte molto positive sia da parte della critica che del botteghino. Il film fu un'enorme successo e vinse anche un sacco di premi Oscar.
Successivamente l'attore regista incominciò ad avere un bel po' di problemi con le produzioni e con gli incassi. Anche altre delle sue pellicole successive comunque, seppur con risultati alterni, assomigliano in maniera più o meno velata a western. Infine l'anno scorso ha diretto "Terra di Confine".

La storia è abbastanza classica, e non presenta particolari originalità: ci sono un gruppo di 4 mandriani che si trovano a passare sulla terra di un ricco e dispotico proprietario terriero, il quale, con il suo esercito di killer, incomincia a dare grossi problemi ai protagonisti. Uno viene assassinato brutalmente e un altro ferito in maniera grave. Gli altri due, Boss, con una certa età sulle spalle (Robert Duvall), e Charley (Kevin Costner), ex-pistolero, dal passato misterioso, decidono quindi di regolare i conti.
Nel film c'è anche una bella donna (Annette Bening), che li aiuta e di cui Charley si innamorerà. La storia, come possiamo vedere, è abbastanza classica.

[...]

Leggi la recensione completa del film TERRA DI CONFINE su filmscoop.it

lunedì 10 maggio 2004

Recensione MI PIACE LAVORARE - MOBBING

Recensione mi piace lavorare - mobbing




Regia di Francesca Comencini con Nicoletta Braschi, Camille Dugay Comencini

Recensione a cura di peucezia

Francesca Comencini continua la strada intrapresa con Carlo Giuliani ragazzo e cioè quella del film-documentario. Infatti nonostante la partecipazione di un'attrice professionista, la brava Nicoletta Braschi, il film è interpretato da attori dilettanti che vivono ogni giorno la realtà descritta dalla pellicola, quella delle aziende.
Ce ne accorgiamo dallo smaccato accento romanesco di molti interpreti, dal loro modo un po' rigido di stare davanti alla telecamera.
Il film inoltre vuole avere un tono documentaristico anche per i colori tenui e per le riprese volutamente semi amatoriali ma soprattutto per lo stile asciutto di narrazione.

L'odissea della protagonista viene narrata puntualmente in un crescendo alla Hitchcock e ci si sorprende alla fine del film a tirare un respiro di sollievo per la fine delle tribolazioni di Anna. La regista sceglie di proposito di porre la sua protagonista ai margini sin dall'inizio, Anna ha una figlia a carico e un padre ammalato, è una donna debole che parla con tono sommesso e sembra quasi non esistere, ed infatti durante la festa aziendale che celebra la fusione dell'azienda con una multinazionale la donna viene elusa dai dirigenti, elusa perché si comprende da subito che è una perdente con cui lo spettatore quindi non vuole identificarsi.
Per tutto il perdurare delle angherie subite Anna non sceglie di ribellarsi ma di subire passivamente mantenendo il filo di voce che abbiamo sentito nelle prime sequenze, preferendo tornata a casa buttare una giacca oggetto di canzonatura in ufficio piuttosto che usarla altrove.
Il suo annichilimento crea un senso di rabbia nello spettatore anche se nell'intento della regista l'atteggiamento di Anna è quello tipico della vittima del mobbing.

[...]

Leggi la recensione completa del film MI PIACE LAVORARE - MOBBING su filmscoop.it

mercoledì 5 maggio 2004

Recensione LUTHER

Recensione luther




Regia di Eric Till con Joseph Fiennes, Sir Peter Ustinov, Alfred Molina, Bruno Ganz, Claire Cox, Jonathan Firth

Recensione a cura di fromlucca

Il film ambientato nel 1500, narra il travagliato cammino del monaco tedesco Martin Lutero interpretato da Joseph Fiennes, certo meno in forma che in "Shakespare in love".
Si narra come Lutero condusse il popolo, con le sue 95 tesi, ad opporsi alle leggi della Chiesa romana, dei papi e dei concili: una Chiesa che assicurava posti in paradiso dietro pagamento di indulgenze, una Chiesa più arroccata al diritto canonico e ai giochi di potere, che a seguire le Sacre Scritture.
Filmicamente non siamo di fronte ad un capolavoro. Il film si lascia vedere molto bene nella prima parte, fino a quando Lutero è chiamato a pronunciare una revoca delle sue tesi davanti ai rappresentanti di Papa Leone X.

Il dialogo da spunti di riflessione, che lo spettatore è libero di agganciare anche alla storia contemporanea, perché sicuramente la Chiesa di Roma è fatta di uomini, ed in quanto tali sbagliano e rientrano spesso nei giochi di potere anche adesso.
Film quindi interessante per approfondire, specialmente per noi Italiani. Per aprire un po' gli occhi oltre la nostra cultura cattolica, che ci insegna i comandamenti della Bibbia aggiornandoli a suo modo rispetto al libro Esodo. Nel film proprio Lutero cita il secondo comandamento , quel "Non farsi immagini" (secondo comandamento dalla Bibbia) che è stato cancellato dalla catechesi cattolica: le chiese infatti ne sono piene di immagini, e sono state approvate ed autorizzate, dopo molte discussioni, dal Concilio ecumenico di Nicea del 787.
Approfondire, dicevo: scoprire come sono stati introdotti precetti come "non commettere atti impuri", che invece non compaiono negli originali 10 comandamenti, se non sotto forma di "Non commettere adulterio". Forse due cose diverse, credo io, pur sapendo poco di teologia.

[...]

Leggi la recensione completa del film LUTHER su filmscoop.it

martedì 4 maggio 2004

Recensione MONSTER

Recensione monster




Regia di Patty Jenkins con Charlize Theron, Christina Ricci, Bruce Dern, Scott Wilson, Lee Tergesen, Pruitt Taylor Vince

Recensione a cura di Logan

Monster è il nomignolo dato a una ruota panoramica dai residenti della cittadina in cui è cresciuta Aileen Wuornos (Charlize Theron), la prima serial killer donna, accusata di aver ucciso 7 uomini e condannata a morte.

La Wuornos prostituta e alcolizzata con un passato difficile, trova finalmente un motivo per continuare la propria esistenza, infatti proprio il giorno in cui decide di farla finita incontra in un bar gay la giovane Selby Wall (Christina Ricci), anch'ella in un periodo difficile della propria vita. Decisa a trovare i soldi per una camera in un motel per il giorno successivo, Aileen si prostituisce tutto il giorno, ma si imbatte nell'ultimo cliente che la tramortisce e la violenta, liberatasi impugna la pistola e lo uccide. Nasconde l'accaduto alla giovane compagna per paura di perderla, tenta in tutti i modi di cambiar vita, smette di prostituirsi ma trova solo porte chiuse davanti a se. Arrivate alla fame Aileen riprende il suo vecchio lavoro, ma stavolta tranne qualche sporadica occasione continua ad uccidere i propri clienti rubandogli soldi e auto, mentre la giovane opportunista compagna passa le giornate nei bar a ubriacarsi e a farsi nuove amicizie. Costretta a dirle la verità la coppia decide di commettere un ultimo "colpo" e con la macchina della vittima, scappare il più lontano possibile e rifarsi una vita. Purtroppo le autorità sono già sulle loro tracce, Aileen mette la giovane compagna su un bus diretto a casa e si ubriaca in un bar in attesa del suo destino.

[...]

Leggi la recensione completa del film MONSTER su filmscoop.it