Recensione mulholland drive
Recensione a cura di stefano76 (voto: 9,0)
Recuperando come un abile prestigiatore il pilota di un film per la televisione che gli era stato rifiutato dalla ABC in quanto incomprensibile, David Lynch torna sul grande schermo con la sua ultima opera, Mulholland Drive. Richiamati gli attori principali a distanza di circa un anno e mezzo, Lynch ha dovuto riprendere quell'episodio pilota di una serie televisiva che non si sarebbe più fatta e che stolti individui avevano giudicato poco idoneo al grande pubblico, cercando di scomporlo e di trovare altri tasselli da aggiungervi, in modo da creare un'opera completa e finita e che non sembrasse, appunto, la puntata zero di una serie.
Il risultato è qualcosa che è andato sicuramente oltre ogni più rosea aspettativa dell'autore stesso che ha confessato di aver faticato non poco nel trovare il bandolo della matassa per ricucire il tutto e trasformarlo in un film. Lynch è riuscito a sfornare uno dei film più solidi e maturi di tutta la carriera, che racchiude i temi principali che contraddistinguono il suo lavoro e che risulta essere così una vera e propria summa del suo cinema.
La trama: una giovane donna sta per essere uccisa da due sicari nella macchina su cui sta viaggiando, ma un provvidenziale incidente la salva. Scampata alla sciagura scopre di non avere più memoria e si rifiugia nella casa di un'aspirante attrice che la prende in amicizia e con cui inizia a indagare sul suo passato. Tra registi frustrati a cui vengono imposte le attrici, nani seduti su poltrone e teatri in cui si consumano spettacoli fumosi e onirici, la trama è destinata a ribaltarsi e ad aggrovigliarsi senza mai tuttavia perdere la sua intrinseca logicità e diventando infine una stupenda storia di amore, di morte e di pazzia.
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