Recensione le luci della sera
Recensione a cura di matteoscarface (voto: 9,5)
L'estremizzazione della passività. Ecco come definire l'ultimo capolavoro di Aki Kaurismaki. Il regista finlandese firma un'opera dallo stile personale, dal sapore prettamente europeo e ancor di più del nord Europa.
Ne "Le luci della sera" le classiche vicissitudini dell'uomo solo, perduto e divorato dalla società tremenda e spietata, peculiarità del cinema di questo artista della macchina da presa, tornano nel loro aspetto più estremo. Ancora una volta, dopo "L'uomo senza passato", il protagonista della vicenda, il guardiano notturno Koistinen, diventa un oggetto ad uso e consumo dei suoi simili, a tratti mostruosi, a tratti gentili. Ma se l'unica persona a concedere un po' di speranza di vivere è la proprietaria di un furgone-bar, tutto il resto dell'umanità è composta da individui orribili. Non vi è nessun personaggio che possa esprimere un senso di tranquillità. Le fredde e vuote serate invernali finiscono per diventare sconvolgenti per Koistinen, e noi, con lui, proviamo la stessa sensazione.
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