lunedì 20 gennaio 2014

Recensione GIOVANE E BELLA

Recensione giovane e bella




Regia di François Ozon con Marine Vacth, Géraldine Pailhas, Frédéric Pierrot, Charlotte Rampling, Johan Leysen, Fantin Ravat, Nathalie Richard, Laurent Delbecque

Recensione a cura di Mimmot

Cercare di definire o catalogare il cinema di François Ozon è impresa ardua ed estremamente complicata perché, fin dal suo esordio nel lontano 1998, quando debutta con il suo primo lungometraggio "Sitcom", il regista transalpino, oltre a porsi subito all'attenzione come uno dei più interessanti tra i nuovi autori del cinema francese, ha cercato sempre coerentemente di variare stile, registri e soggetti narrativi, pur rimanendo sempre il suo lavoro raffinato e personale.
Il suo cinema è sempre stato caratterizzato da storie e personaggi costantemente in bilico tra ambiguità e certezze, capace di spiazzare il pubblico con immagini e vicende che spesso sconfinano nel grottesco e nella trasgressione, ma sempre con gran gusto e senza intenti moralizzatori. Segno tangibile di autorialità e talento di un regista tra i più eclettici del cinema europeo.
Una conferma arriva dal recentissimo "Giovane e bella", il film che, senza addentrarsi troppo nella problematica della prostituzione minorile, indaga, con stimolate sensibilità, il mondo giovanile odierno nel contesto di un ambiente familiare disgregato e fallimentare, dall'alto della sua borghesia.

Protagonista è la bellissima adolescente Isabelle, in vacanza al mare con mamma, papà (in realtà è solo patrigno, in quanto secondo marito della madre) e fratellino minore, nell'estate del suo diciassettesimo compleanno.
É giovane, bella, ricca e viziata, il suo corpo sta sbocciando come donna; ma è ancora vergine. E allora la notte del suo compleanno decide di sbarazzarsi dell'ingombrante fardello in favore di un bel ragazzone tedesco, Felix, che le piace ma che le regala un rapporto frettoloso e insoddisfacente al punto che si ritrova a sdoppiarsi nella spettatrice di quell'evento e guardare con indifferenza quella ragazza lì, che è lei stessa, stesa sulla sabbia calda, che sta vivendo "il feticcio della prima volta", e la prima disillusione della vita adulta.
La scoperta dell'eros la lascia fredda e indifferente, ma al tempo stesso le fa acquisire la consapevolezza del potere che la sua bellezza e il fascino del suo corpo acerbo esercitano sugli uomini e sulle loro voglie di trasgressione.

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