martedì 14 gennaio 2014

Recensione PASSANNANTE

Recensione passannante




Regia di Sergio Colabona con Fabio Troiano, Ulderico Pesce, Andrea Satta, Alberto Gimignani, Bebo Storti, Massimo Olcese, Niki Giustini, Andrea Buscemi, Roberto Citran, Ninni Bruschetta, Luca Lionello, Andrea Lolli

Recensione a cura di peucezia

Passannante? Chi era costui? E' proprio per risolvere l'interrogativo che un qualsivoglia uomo moderno involontario emulo di don Abbondio, ma soprattutto per rivalutarne la figura ingiustamente infangata e poi fatta cadere nell'oblio, che un gruppo di volenterosi capeggiati dal regista Sergio Colabona e guidati dall'attore di teatro Ulderico Pesce, che su Passannante ha scritto e portato avanti un monologo: "L'innaffiatore del cervello", hanno realizzato una pellicola sicuramente minore ma non meno valida di altri film destinati al sicuro successo al botteghino.

Cuoco lucano, scarsamente alfabetizzato, Passannante attentò al re Umberto I durante una visita ufficiale a Napoli con l'ausilio di un coltellino e ovviamente catturato immediatamente patì atroci torture per una colpa minima.
Rinchiuso in un carcere indegno e successivamente trasferito in un manicomio criminale quando era ormai una larva, il povero Giovanni Passannante subì l'estrema onta anche da defunto, quando il suo cervello fu espiantato e consegnato al Museo di Criminologia di Roma dove per anni è rimasto etichettato come "criminale abituale Pz" a sottolineare l'idea del Lombroso che catalogava i meridionali come delinquenti congeniti in virtù di studi antropologici del tutto fini a se stessi.

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