venerdì 11 giugno 2004

Recensione LA DOPPIA VITA DI VERONICA

Recensione la doppia vita di veronica




Regia di Krzysztof Kieslowski con Irène Jacob, Philippe Volter, Claude Duneton, Sandrine Dumas, Louis Ducreux, Aleksander Bardini

Recensione a cura di cash (voto: 10,0)

A Kieslowski, la definizione di regista va sicuramente stretta. Egli è un autore nel senso pieno del termine; nei suoi film, in tutti i suoi film (ahimè pochi), è chiaramente avvertibile il dispiegarsi della sua fitta rete su tutti gli elementi filmici; quel sistema mitologico che si riverbera, come luce filtrata attraverso un caleidoscopio che scompone e moltiplica il raggio stesso di luce, irradiando i protagonisti delle sue storie investendoli di potere svelante, figure epifanizzanti del complesso sistema filosofico Kieslowskiano. Sistema filosofico che trova il suo fondamento nei termini "caso" e "destino". Kieslowski evita di dare una definizione di destino, rendendosi conto che è lo stesso concetto di destino a non gradire alcun tipo di ideologia, e ne fa oggetto di pensiero. Entra così in ballo l'idea della "sorte", entità guidante disponibili agli intrecci, alle mutevolezze che il caso può apportare. E, spesso, la funzione del "doppio" aiuta a svelare le possibili sorti della vita di ciascuno.

"La doppia vita di Veronica", è appunto un film in cui caso, sorte e doppio costruiscono un intreccio di vicende parallele, a volte con microdifferenze che però bastano a stravolgere l'intera sorte di chi vive queste avventure. In questo film, come anche in "Film Rosso", anche se in maniera diversa, Kieslowski ci offre la visione della stessa persona che si trova a vivere due vite differenti. Differenze anche minime, come già si è detto, ma che bastano a far imboccare al proprio destino strade anche diametralmente opposte. Il film si apre con una sequenza che mette in mostra due neonate, Veronique e Weronika, la prima di nazionalità francese, la seconda polacca. Ed è proprio con Weronika che siamo introdotti nella prima delle due vicende che si compenetrano e completano a vicenda; veniamo guidati attraverso il semplice svolgersi della sua vita, senza che qualcosa interferisca con l'immagine che pian piano emerge di questa ragazza, tanto da sembrare delle immagini del tutto prive di "azione" nel senso lato del termine: e in effetti, di cose ne accadono nel poche.
Non ci sono eventi come potremmo aspettarcene da normali film, ma semplici gesti di una semplice ragazza, che tuttavia, nella loro potente espressione visiva, sono in grado di "raccontare Weronika" nel migliore dei modi. La parola banalizza l'immagine, e il potere evocativo proprio del visivo male può essere interpretato da un dialogo, per quanto accorto possa essere. E le immagini ci parlano di una ragazza gioiosa e solare, piena di affetto e molto premurosa, con l'hobby del canto. E' interessante notare come il sostrato psicologico che dovrebbe definire il carattere e il comportamento di una persona, viene qui sostituito da ciò che è, in effetti, puro "comportamento": Weronika sembra vivere le sue scelte non con razionalità, calcolo o interesse, ma secondo la forma più pura della naturalità della natura, come se ogni suo singolo gesto seguisse precise leggi armoniche che governano la relazione tra sentimento ed espressione di quel sentimento. Weronika, è, di fatto, puro comportamento. Rivelatrice, in questo senso, è la sequenza che la vede cantare insieme al suo coro, mentre un'incessante pioggia fa la sua apparizione. Le ragazze del corro fuggono disordinate verso un qualsiasi tipo di riparo, mentre Weronika rimane lì sotto la pioggia, provando una felicità molto naturale. Arriva il suo ragazzo venirle incontro, si abbracciano e lei non riesce a nascondere il desiderio che prova, e la voglia di manifestare tale desiderio anche in mezzo alla strada, sotto la pioggia. "Devi cambiarti", le dice lui, e li vediamo successivamente sul letto. E' una scelta molto intensa, dove l'espressione del desiderio non può essere più lontana dall'essere morbosa, e nello stesso tempo non può essere più vicina dell'essere naturale, la naturalezza del sentimento che possono provare due persone innamoratesi nel primissimo momento del manifestarsi di tale sentimento.

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