Recensione primavera, estate, autunno, inverno... e ancora primavera
Recensione a cura di fromlucca
Ho visto da poco questo film coreano: bello, molto particolare.
Si narra della vita di un uomo, ruotando attorno ad un piccolo tempio buddista su un magnifico lago, dalla sua infanzia alla sua maturità passando per le varie stagioni della sua vita.
A caldo percepisco che è un gran bel film, ma che ci sarebbe da scavare molto ancora, per scoprirlo nei significati: ne è carico, e densa è la simbologia messa in scena dal regista coreano Ki-duk Kim. Bisognerebbe sapere un po' di simbologia di queste culture: il significato di porte, serpenti, gatti, galli, ecc...
Ognuno di questi animali contraddistingue ogni stagione, e quindi ogni periodo della vita del protagonista.
Analizzando un po' più approfonditamente, si avverte che gli avvenimenti violenti ricorrono, e sono alla base dei grandi cambiamenti di vita del protagonista (anche all'ultimo, c'è comunque una violenza su se stesso per poi crescere ed elevarsi più in alto al punto in cui spaziava con lo sguardo da bambino). Tutto questo fa pensare. Sopratutto perchè inserito in un contesto di estrema pace e natura. In questo concetto di violenza alla base di cambiamenti evolutivi, e forse per altri concetti, "2001 Odissea nello spazio" di Kubrick e questo film "PRIMAVERA, ESTATE, AUTUNNO, INVERNO... E ANCORA PRIMAVERA", cercano di comunicare concetti simili? Entrambi analizzano il percorso dell'uomo, questo è indubbio.
Fotografia e scenari bellissimi.
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