giovedì 24 febbraio 2005

Recensione SAW - L'ENIGMISTA

Recensione saw - l'enigmista




Regia di James Wan con Cary Elwes, Danny Glover, Monica Potter, Michael Emerson, Tobin Bell, Ken Leung, Makenzie Vega, Shawnee Smith, Benito Martinez, Dina Meyer, Leigh Whannell

Recensione a cura di cash (voto: 3,0)

Spunto iniziale: una stanza, per la precisione ciò che sembra un bagno di discrete dimensioni. Fatiscente, rovinato, sicuramente abbandonato. Due uomini alle estremità, entrambi incatenati. Nel centro un uomo riverso a terra, con un'evidente pozza di sangue (?) che circonda la sua testa. Qualcuno comunica con i due: ciascuno dovrà tentare di far fuori l'altro, se vorrà salva la vita.

Situazione decisamente intrigante; il tema è di sicuro interesse, ma lo svolgimento del compitino che James Wan ci propina è quanto di più scialbo e superficiale ci possa essere. Iniziamo a sgombrare il campo da ogni dubbio: il contesto non determina il contenuto. Nella fattispecie, non è condizione sufficiente che un film debba essere proiettato in un cinema per far sì che il film stesso sia appartenente al grande paradigma dei "lavori per il cinema", Già, perché in "Saw" di cinema non c'è manco l'ombra. Si tratta di un lavoro televisivo in tutto e per tutto. Le marche d'enunciazione, i codici filmici di "Saw" appartengono al piccolo schermo: a partire dal montaggio che si vorrebbe frenetico e "sapiente", ma che in realtà non è in grado nemmeno di nascondere un grammo dell'insipienza visiva di Wan; le frequenti e fastidiose accelerazioni, più che richiamare la frenesia del momento, richiamano alla memoria le meravigliose macchiette del cinema anni venti. La fastidiosa frenesia del montaggio - che essendo non fatto estemporaneo ma norma fissa si configura ad unica cifra stilistica del film - è in fin dei conti la filosofia stessa a cui può essere ricondotto il discorso "Saw"; frenesia che trasuda da un prodotto fatto per essere cotto e mangiato in tutta fretta, sperando che la digestione sia immediata, prima del prossimo prodotto da consumarsi altrettanto velocemente. Un film come "Saw" non può chiaramente fare affidamento ad una memoria cinematografica a lungo termine; sua unica speranza di sopravvivenza è la celere distribuzione in dvd con annesso passaggio televisivo, magari satellitare.

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