Recensione il favoloso mondo di amelie
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Recensione a cura di peucezia
Il film, uscito nel 2001, ha consacrato a diva internazionale la protagonista, la giovane attrice francese Audrey Tautou e ha dato popolarità e fama anche ad altri interpreti (Mathieu Kassowitz, il protagonista maschile è ora un affermato regista anche negli Stati Uniti, suo infatti "Gothika"), ma gran parte del successo della pellicola si deve senz'altro all'estro creativo del regista Jean-Pierre Jeunet.
Jeunet in coppia con Marc Caro aveva dato prova di estro e stravaganza con "Delicatessen" già qualche anno prima (1992 per la precisione) e anche in questo primo film, l'esperienza nel campo del fumetto e della pubblicità aiutano molto il regista a realizzare la storia.
Quanto seminato in passato prende forma in maniera più concreta con la storia di Amélie.
I primi piani ravvicinati che quasi distorcono le sembianze rendendo gli attori delle caricature viventi, la musica martellante, la continua relazione personaggi reali - oggetti (memorabili le scene in cui Amélie interagisce con i quadri e i soprammobili di casa sua), tutto questo contribuisce a dare un'aura favolistica quasi da cartone animato all'intero intreccio. A ben pensarci invece la storia di Amélie e del suo mondo è una storia malinconica, di disagio.
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