sabato 26 novembre 2005

Recensione LA SECONDA NOTTE DI NOZZE

Recensione la seconda notte di nozze




Regia di Pupi Avati con Antonio Albanese, Neri Marcoré, Katia Ricciarelli, Angela Luce, Marisa Merlini, Robert Madison, Tony Santagata, Manuela Morabito

Recensione a cura di GiorgioVillosio

Il regista bolognese ci propone da anni una serie di narrative molto dense, a spettro intero sulla nostra esistenza e sui casi dell'umano; un po' come nei romanzi ottocenteschi, in cui la materia trattata non verte solo su sfumature rarefatte e cerebrali, come nel cinema francese, né tanto meno su vicende forzate e paradossali come in quello d'oltre oceano, ma con sano realismo sui temi reali e pragmatici del nostro vivere. Emergono così i "fondamentali" dell'umano, come l'amicizia, l'amore, le vocazioni professionali e certi rapporti parentali, visti sempre in una chiave poetica dolente e realistica; non quella romantica e sdolcinata di un compiaciuto sentimentalismo, ma quella coscientemente malinconica di chi, percependo la fatalistica casualità della condizione umana, ne desume una coscienza vigile e mesta, snocciolando il racconto sul filo della memoria.

Non a caso "La seconda notte di nozze" è ambientato nell'Italia del primo dopoguerra, di cui ripropone gli aspetti più meschini, psicologici ed economici, in luoghi ed ambienti quasi surreali, per captare la difficile e sofferta atmosfera del tempo. Come peraltro si rileva anche nella descrizione di certi personaggi di contorno, come l'attore fallito e la sua compagnia di guitti che, con la loro carovana mobile, ricordano i modi degli Amarcord felliniani.
Ma questi elementi costituiscono solamente il contesto "ambientale e scenografico" del film, che tocca invece corde più profonde, fuori del tempo e dalle contingenze, come in una fiaba psicanalitica, dove i personaggi e le loro vicende assumono profili chiaramente simbolici.

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