giovedì 10 novembre 2005

Recensione LE QUATTRO GIORNATE DI NAPOLI

Recensione le quattro giornate di napoli




Regia di Nanni Loy con Gian Maria Volontè, Lea Massari, Georges Wilson, Aldo Giuffrè

Recensione a cura di peucezia

Nel 1962 e dintorni, a quasi vent'anni dalla conclusione dalla seconda guerra mondiale, complice anche l'apertura a sinistra nel governo, il cinema riaffronta il tema bellico con un occhio al dramma del post-armistizio e alle sofferenze patite dalla popolazione.
In quest'ottica vanno inseriti "L'oro di Roma" di Carlo Lizzani, "Tutti a casa" con Alberto Sordi (che però è del 1960) e appunto "Le quattro giornate di Napoli" ispirato ad un episodio della nostra resistenza, oggi quasi caduto nell'oblio, e cioè all'insurrezione contro i tedeschi da parte della popolazione napoletana durata quattro giorni tra il 28 settembre e il primo ottobre 1943.

Il film, in uno splendido bianco e nero, è magistralmente diretto da Nanni Loy, non ancora assurto alla fama con le sue candid camera mostrate nell'ancora giovane RAI nella trasmissione "Specchio segreto".
La tematica complessa e la scarsa facilità di reperimento delle fonti rischiavano di compromettere la buona riuscita del film che correva così il rischio di trasformarsi in un bozzetto di costume trasudante retorica, ma Loy riesce a trarsi d'impaccio e a costruire dei quadretti concatenati tra loro, aiutato anche dall'alta recitazione dei protagonisti.

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