Recensione domino
Recensione a cura di victor (voto: 4,0)
Finalmente il cinema si accorge di uno dei personaggi più interessanti e controversi del background americano: Domino Harvey.
Figlia dell'attore Laurence Harvey e della modella inglese Pauline Stone, Domino, chiamata così in onore della bond girl di "Thunderball - Operazione Tuono" (mai nome fu così propiziatorio) diviene orfana di padre molto presto, crescendo con una madre molto assente e preoccupata più di far soldi che di sua figlia.
Dopo essere stata espulsa da ben quattro scuole, Domino intraprende l'attività di modella, ma gonna e lustrini non le si addicono e così inizia una carriera più consona alle sue inclinazioni: quella di cacciatrice di taglie. La sua vita, però, è destinata ad essere una candela al vento e così il 27 giugno 2005, a causa di un'overdose di barbiturici, da cui era dipendente, la sua fiamma si spegne.
Domino sembra essere la vipera mancante di Bill, ed era inevitabile che il cinema prima o poi si accorgesse della sua eccentrica personalità.
Con una storia del genere, un budget di 50 milioni di dollari, la sceneggiatura del regista cult Richard Kelly ("Donnie Darko"), e Keira Knightely, l'attrice del momento, nei panni della protagonista, c'erano tutti gli ingredienti perché questo film fosse un successo mondiale, eppure una serie di errori ne ha fatto un flop: in primis la scelta del regista Tony Scott, fratello di Ridley, più a suo agio a raccontare gli eroi americani di "Top Gun" o di "Giorni di tuono" che non la storia di un'anti-eroe come Domino.
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