venerdì 19 gennaio 2007

Recensione DETOUR - AUTOSTRADA PER L'INFERNO

Recensione detour - autostrada per l'inferno




Regia di Edgar G.Ulmer con Tom Neal, Ann Savage, Edmund MacDonald, Claudia Drake

Recensione a cura di Harpo (voto: 10,0)

"Detour" è un capolavoro assoluto, uno di quei film che ha completamente rivoluzionato l'intera storia del cinema e la cui visione dovrebbe essere obbligatoria, a prescindere dai gusti di ciascun appassionato cinefilo.
Il film di Ulmer è impostato sui canoni del cinema noir, genere molto in voga negli anni '40, presentando ogni peculiarità che questo filone richiede e introducendo degli aspetti che verranno poi riutilizzati da moltissimi maestri americani e non solo (come non pensare a "Mulholland Drive" di Lynch?).
Le caratteristiche del noir sono palesi: a partire dalla narrazione con la voce "fuori campo". A dirla tutta, però, chi narra non lo fa in terza persona: è infatti il protagonista stesso che interviene nella vicenda che ha vissuto in prima persona distribuendo considerazioni e consigli al pubblico e facendo intuire la sua metamorfosi che in realtà è più che altro un'involuzione. Come in ogni noir, sono anche presenti altre figure come quelle femminili della dark lady o della femme fatale. Da ricordare anche che tutta la vicenda narrata, altro non è che un flash-back.

I personaggi sono quattro: Al (incomprensibilmente tradotto Albert nel DVD), Vera, il signor Haskell e Sue (anch'ella ridenominata in Susy). Ogni figura completa l'altra e viene curata in maniera assolutamente geniale dal regista.
A partire da Al, modello perfetto dall'anti-eroe e/o reincarnazione vivente del fallito per antonomasia. Il processo di caratterizzazione attuato da Ulmer per raffigurarci il suo protagonista è assolutamente avveniristico: come già scritto, noi ci troviamo di fronte a un inetto, difficilmente paragonabile agli eroi americani o perfino al terribile (ma simpatico) Caponte di "Scarface". Questa figura presenta una sorta di critica nei confronti del sistema statunitense, indicandoci proprio il tipico americano fallito. La maggioranza del pubblico (ma anche parte della critica) d'oltreoceano, però, non ha mai visto di buon occhio i film che presentano dei falliti come protagonisti e, di conseguenza questo film non ha goduto di grande successo negli States.
Ancora "peggiore" è il personaggio affidato a Edmund MacDonald (che interpreta mr. Haskell), impersonificazione naturale dell'uomo d'affari sporco e scorretto e rappresentato in toni quantomai detestabili. Se in un primo momento il signor Haskell si presenta come un personaggio simpatico e "alla mano", si verrà poi a scoprire che in realtà, dietro a un guscio di falso perbenismo, si nasconde un essere mediocre e senza scrupoli pronto a ingannare perfino il padre per ovviare ai suoi problemi finanziari.
Senza scrupoli è anche la dark lady di "Detour", Vera (interpretata da una seducente Ann Savage) la cui natura non viene mai nascosta da Ulmer: ella è una figura aspra e dura, che sarebbe pronta a tutto pur di arricchirsi.
Infine, in questo turbinio di personaggi quasi "indecenti" ci viene presentata Sue, una bella ragazza tanto dolce quanto ingenua. Convinta di poter trarre giovamento da un suo trasferimento a Los Angeles distruggerà, seppur in modo indiretto, la sua vita e quella di Al.
Ogni personaggio conduce al fallimento il suo compare e il film si trascina in un "terribile" finale che dopotutto è il giusto coronamento dei comportamenti dei protagonisti.

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