Recensione nativity
Recensione a cura di peucezia
NATIVITYEnnesima declinazione sul tema del film cristologico questa "natività," uscita furbescamente durante il periodo dell'Avvento 2006, appartiene a una trilogia sulle adolescenti ideata dalla regista, l'americana Catherine Hardwicke, di cui conosciamo il controverso e poco artistico "Thirteen"in cui si parla di un mondo di tredicenni perverso e assai poco lontano da quello di Maria di Nazareth.
La regista, di fede protestante, è consapevole della necessità di avviare un discorso che non crei fratture fra le diverse confessioni cristiane e sceglie così di glissare sui temi più dibattuti che ruotano intorno alla sacra nascita per concentrarsi sul personaggio di Maria , giovane ragazza di duemila anni fa.
La strada scelta percorre da una parte la lettura dei vangeli di Luca e Matteo (il film infatti si apre con il sacrificio al tempio di Zaccaria, futuro genitore di Giovanni il Battista) e dall'altra cerca un realismo di stampo quasi pasoliniano.
Si assiste dunque al duro lavoro giornaliero, al giogo delle tasse e infine alle doglie del parto. La scenografia è essenziale e le riprese sono perlopiù in esterni tra Matera e il Marocco, da sempre set privilegiati dai registi di film in costume di matrice religiosa.
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