Recensione frankenstein (1931)
Recensione a cura di Giordano Biagio
Il dottor Frankenstein, scienziato svizzero solitario in rottura con le università dell'epoca per il suo straordinario avanzamento negli studi galvanici applicati alla materia biologica, tenta di rianimare, insieme al suo assistente Fritz, una creatura umana costruita in laboratorio, composta da parti di diversi cadaveri ricavati da corpi disseppelliti al cimitero; il cervello del nascituro appartiene per sbaglio a un criminale ed è stato rubato da Fritz nel laboratorio della sua ex università.
Gli esperimenti avvengono in un vecchio mulino a vento abbandonato, utilizzando le numerose scariche elettriche prodotte da un forte temporale.
La creatura, distesa su un lettino, viene portata sulla sommità del mulino attraverso un rudimentale ascensore proprio quando il temporale viene a trovarsi sopra il caseggiato e trasmette la sua energia al corpo grazie a degli appositi elettrodi.
L'essere candidato alla nascita prenderà successivamente vita ma risulterà subito scomodo, di difficile controllo e amministrazione, a causa del suo forte desiderio di esplorazione dell'ambiente. Il suo atteggiamento istintivamente indipendentista lo porterà ad essere aggressivo, ad abbattere ogni ostacolo che gli si presenterà davanti, anche uccidendo, finendo poi per passare tra la popolazione del luogo come un mostro orribile.
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