venerdì 9 luglio 2010

Recensione PERCHE' IL PROFESSOR R. E' DIVENTATO MATTO?

Recensione perche' il professor r. e' diventato matto?




Regia di Rainer Werner Fassbinder, Michael Fengler con Kurt Raab, Lilith Ungerer, Amadeus Fengler, Franz Maeon

Recensione a cura di bulldog (voto: 10,0)

Germania, fine degli anni '60: le industrie sono in netta ripresa, la piccola e media borghesia tedesca si rafforza sempre più ed avanza indisturbata, la sconfitta della guerra è oramai alle spalle, la società si avvia verso una progressiva finanziarizzazione, speculazioni e corruzione divengono fenomeni integranti del processo di ricostruzione tedesco, iniziato a metà degli anni Cinquanta.
Fassbinder ed altri registi coetanei, tra cui Werner Herzog e Wim Wenders, intuitivamente consapevoli di ciò che stava accadendo, diventano inevitabilmente i protagonisti di una critica radicale al modello capitalista. Un archetipo che opera in un rovesciamento di prospettiva copernicana, in un'epoca in cui le leggi economiche prendono il sopravvento e non sono più subordinate alle esigenze e agli scopi della comunità.
E così nacque il cosiddetto "Nuovo Cinema Tedesco", gli autori citati iniziarono a produrre parecchi film a basso costo ispirati a Bunuel, Brecht e sulla scia della Nouvelle Vague francese.
In particolare, si distinse R.W.Fassbinder, che diede forma ai propri turbamenti esistenziali creando un personalissimo connubio tra il Kammerspielfilm, il Cinema Americano Classico e ovviamente il grande movimento cinematografico francese nato sul finire degli anni cinquanta capitanato da J.L.Godard. Vari sono i film che mostrano il punto di vista dell' autore sulla storia tedesca e, in particolare, sulla ricostruzione operata nella Germania Federale, quella Germania colpevole del Nazismo che ha voluto però cogliere solo gli aspetti 'americani' dello scenario post 1945, fino a diventare succube del profitto fine a se stesso.

Al 1968 risale una tra le sue primissime opere di grande spessore, ovvero "Warum lauft Herr R. Amok?". Una semplice cronistoria che ritrae l'anemica vita quotidiana del signor Raab, un professionista con un lavoro dignitoso, una bella moglie ed un figlio come tanti.
Un uomo normale insomma, distaccato e senza particolari eccessi, lavora, accompagna sporadicamente la moglie a far compere o a visitare le amiche, passa le serate in casa con la famiglia guardando la televisione, esce con i colleghi, cerca di fare carriera, aiuta il figlio a fare i compiti e va a parlare con la sua insegnante.
Le sue relazioni sono piatte, senza slanci ed affetti ed egli non fa altro che galleggiare in questo suo finto equilibrio partecipando da spettatore alle cene che la moglie organizza durante il weekend.
Raab pian piano diventa sempre più apatico, inerte, demotivato, fiacco e quasi incapace di comunicare, ripetendo sempre gli stessi gesti meccanizzati. Un'unica scintilla vitale la sprigiona quando un amico di vecchia data va a trovarlo ed insieme rievocano, impavidi, la loro infanzia tra gli sguardi perplessi della moglie.

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